Molti anni fa, in una modesta casa alle porte di Firenze, vivevano temporaneamente Caterina e suo marito Luca con i suoi genitori. Era una soluzione necessaria: i due giovani avevano ottenuto un mutuo per un appartamento nuovo e da tre anni pagavano regolarmente le rate. Ma i loro sogni di una vita serena erano oscurati dalla suocera, la cui ingerenza rendeva ogni giorno una prova.
Fin dall’inizio, Caterina aveva rifiutato di vivere sotto lo stesso tetto con la madre di Luca, Giovanna Rossi. Le loro personalità erano opposte come il giorno e la notte. “È una di quelle persone perennemente insoddisfatte,” confidava Caterina a un’amica. “Sembra che la irriti persino il modo in cui splende il. Non si può vivere con certi caratteri. Cerco di tacere, di evitare litigi, ma la mia pazienza è agli sgoccioli. Critica tutto ciò che faccio, e ormai mi sento soffocare.”
Per il matrimonio, i genitori di Caterina avevano regalato ai novelli sposi cinquantamila euro per l’anticipo del mutuo. Il padre di Luca gli aveva lasciato una piccola stanza in una vecchia casa popolare, mentre Giovanna aveva aggiunto diecimila euro. Con quei soldi, avevano comprato un appartamento in un edificio nuovo. Aspettarono che il costruttore finisse i lavori, e ora erano pronti a trasferirsi, tanto più che Caterina aspettava un bambino. “Presto avremo la nostra famiglia, la nostra casa,” sognava. “Andremo via dai genitori, e tutto si sistemerà.” Ma la finitura dell’appartamento non era perfetta. “Gli impianti funzionano, ma la carta da parati si stacca in alcuni punti, il parquet scricchiola. Sono dettagli, ma servono tempo e denaro,” sospirava Caterina.
Giovanna, appena messo piede nella nuova casa, aveva tempestato i giovani di critiche. “Questa non è una ristrutturazione, è una vergogna! Con quei soldi potevate costruire un palazzo! E che vista orribile!” Caterina si limitò a stringere le spalle. A lei piaceva la vista sul parco, sul cortile e sulla piazza giochi. “Non diamo su una discarica! Cosa le sembra che manchi?” si chiedeva. La suocera era sempre stata così: al matrimonio non le era piaciuto l’abito di Caterina, prima delle nozze gli anelli, e ora l’appartamento. “Capisco perché il suo primo marito se ne sia andato,” osservava amareggiata Caterina. “Con quel carattere, nessun uomo resisterebbe. Non ha saputo sistemare neanche la sua vita—niente le va bene.”
Ma il vero inferno cominciò quando Giovanna scoprì che i giovani volevano rifare alcuni lavori. Ogni mattina chiamava con domande sarcastiche: “Allora, vi siete trasferiti? Ah, già, voi siete milionari, volete rifare tutto! Come facevate a vivere prima senza palazzi?” Una volta Caterina perse la pazienza e rispose duramente: “Stiamo rifacendo i lavori con i nostri soldi, i vostri diecimila euro li abbiamo già spesi. Smettetela di chiamarci!” Giovanna passò al contrattacco, ricordandole i soldi e la stanza lasciata dal padre di Luca, alla quale lei non aveva alcun diritto. “Se vi dispiace tanto, ve li restituiremo tutti!” ribatté Caterina. La suocera scoppiò in lacrime, dicendo che se Luca avesse accettato, lo avrebbe cancellato dalla sua vita.
L’amica, ascoltando Caterina, chiese: “E Luca come reagisce?” Caterina sospirò: “Dice che sa quanto sua madre sia difficile, ma è pur sempre sua madre, bisogna sopportare. Lui cerca di ignorare, ma io non ce la faccio più.” La madre di Caterina aveva provato a parlare con Giovanna, ma lei era irremovibile: “Mio Luca si spezzerà la schiena col mutuo e i lavori, mentre la nuora è in maternità! Quando il bambino sarà più grande, allora potrete sistemarvi. Perché mandarlo in rovina?”
L’amica di Caterina avanzò un’ipotesi: “Finché siete dai tuoi genitori, lei non può venire spesso. Ma quando vi trasferirete, comincerà a controllare.” Caterina comprese che se la suocera avesse cominciato a controllare cosa cucinava per Luca, come puliva casa e se vivevano “nel modo giusto,” sarebbe stato un incubo. “Non è preoccupata per suo figlio, ma per sé stessa. Ha bisogno di controllo,” osservò l’amica. Questo pensiero spaventava Caterina. Se Giovanna si fosse presentata ogni giorno con la scusa di “vedere il nipote,” la vita sarebbe diventata insopportabile.
Caterina era disperata. Non sapeva come proteggere la sua famiglia dalla suocera senza creare tensioni con Luca. Sopportare le sue critiche all’infinito era impossibile, ma un conflitto aperto avrebbe potuto distruggere il loro matrimonio. Come trovare una via d’uscita?