**Un regalo fuori misura**
Luca tornò dal lavoro di buon umore. Non si tolse nemmeno la giacca come al solito, ma appena varcò la soglia esclamò:
“Amore, sono a casa!”
Ma il silenzio che seguì raffreddò il suo entusiasmo. Si affacciò in cucina e subito si irrigidì. Elena era seduta vicino alla finestra, il mento appoggiato sulle mani. Il viso era turbato, gli occhi rossi.
“Elena… Che succede?” si avvicinò e si sedette accanto a lei con delicatezza.
“È venuta mamma…” disse amareggiata. “Sempre le stesse critiche, sempre i soldi. Dice che sono disordinata, che viviamo ‘come in una cantina’… E tu perché sei così allegro?”
Luca esitò un attimo, poi socchiuse gli occhi in un sorriso:
“Perché ho una sorpresa per te! Devi vederla con i tuoi occhi. Aspetta!”
Uscì e tornò con un’enorme borsa sportiva.
“Cos’è?”
“Apri. Guarda tu stessa.”
Elena svitò la cerniera con riluttanza e rimase senza parole. La borsa era piena di banconote fino all’orlo.
“Ma… da dove?”
“Oggi è venuto nonno. Sul posto di lavoro. Ha detto che vuole regalarci un nuovo inizio—tutti i suoi risparmi, perché possiamo avere una casa nostra. All’inizio ho rifiutato, ma lui ha insistito. Ha detto che sono l’unico nipote.”
All’improvviso, Elena scoppiò in lacrime.
“Ero così stanca… e tu arrivi con questo… Grazie. Grazie al nonno.”
Si abbracciarono. Quella sera, sdraiati sul divano, discutevano su quale casa scegliere, dove comprare i mobili e come arredare. La felicità era a un passo.
Il trasloco fu celebrato con semplicità, ma col cuore. Vennero i parenti, compresa la madre di Elena. Naturalmente, non perse tempo: appena entrata, valutò la ristrutturazione, dichiarò che la cucina era “niente di che”, e subito infilò il suo “regalo”—il vecchio set di mobili.
“Vi abbiamo portato i mobili. Quasi nuovi. Per la camera e il salotto,” annunciò con orgoglio.
Elena trattenne a fatica un sospiro:
“Mamma… abbiamo già ordinato quelli nuovi.”
“Be’, potevate avvertire! E ora dove li mettiamo noi questi? Sei sempre la solita—guasti tutto! Ah, ti ricordi del cappotto?”
“Il regalo è pronto. Ma non è un cappotto.”
Offesa, la madre se ne andò senza salutare.
Per Capodanno decisero di restare soli. O meglio, in tre. Pochi giorni prima, Elena scoprì di essere incinta. La prima persona a cui lo dissero fu il nonno.
L’anziano, sentendo che presto sarebbe diventato bisnonno, si commosse:
“Credevo di non farcela… Grazie, ragazzi. È il regalo più bello.”
E in quel momento, tra il silenzio invernale, il profumo di abete e mandarini nell’aria, le lacrime di un vecchio e il calore nel petto, Luca capì una cosa: nessun rimprovero, nessun mobile ereditato o predica dei genitori contavano davvero. Perché accanto a lui c’era la sua famiglia. La sua casa. La sua felicità.