Un regalo fuori misura
Marco tornò dal lavoro di buon umore. Invece di togliersi la giacca come al solito, appena varcata la soglia esclamò:
— Amore mio, sono a casa!
Ma il silenzio che rispose gli raffreddò l’entusiasmo. Sbirciò in cucina e si irrigidì all’istante. Elena era seduta vicino alla finestra, il mento appoggiato sulle mani. Il suo viso era teso, gli occhi arrossati.
— Elenina… cosa succede? — Si avvicinò e si sedette con delicatezza accanto a lei.
— È passata mamma… — disse con amarezza. — Ancora rimproveri, ancora soldi. Dice che sono sciatta, che viviamo “come in una cantina”… E tu perché sei così contento?
Marco esitò un attimo, poi sorrise:
— Perché ho una sorpresa per te! Devi vederla con i tuoi occhi. Aspetta!
Uscì e tornò poco dopo con una grande borsa da palestra.
— Che cos’è?
— Aprila. Guarda tu stessa.
Elena svitò la cerniera con riluttanza e rimase sbalordita. La borsa era stracolma di banconote.
— Ma… da dove vengono?
— Oggi è venuto nonno. Direttamente al lavoro. Ha detto che vuole regalarci un nuovo inizio—tutti i suoi risparmi, perché possiamo avere una casa nostra. All’inizio ho rifiutato, ma ha insistito. Ha detto che sono il suo unico nipote.
All’improvviso, Elena scoppiò in lacrime.
— Sono così stanca… e tu arrivi con questo… Grazie. Grazie a nonno.
Si abbracciarono. Quella sera, sdraiati sul divano, discutevano di quale appartamento scegliere, dove comprare i mobili e come sistemare tutto. La felicità era a un passo.
Il trasloco fu festeggiato con semplicità ma con cuore. Arrivarono i parenti, compresa la madre di Elena. Come sempre, non perse tempo: appena entrata, valutò i lavori, commentò che la cucina “non era un granché” e subito infilò il suo “regalo”—il vecchio salotto di famiglia.
— Vi regaliamo i mobili. Quasi nuovi. Per la camera e il soggiorno — annunciò con orgoglio.
Elena trattenne a fatica la rabbia:
— Mamma… abbiamo già ordinato quelli nuovi.
— Potevate almeno avvisarci! E adesso dove li mettiamo noi? Sei sempre la solita, rovini tutto! A proposito, ti ricordi del cappotto?
— Il regalo è già pronto. Ma non è un cappotto.
Offesa, la madre se ne andò senza salutare.
Per Capodanno decisero di restare soli. O meglio, in tre. Qualche giorno prima delle feste, Elena scoprì di aspettare un bambino. La prima persona a cui lo dissero fu nonno.
Il vecchio, sentendo che presto sarebbe diventato bisnonno, si commosse:
— Pensavo di non farcela… Grazie, ragazzi. È il regalo più bello.
E in quel momento, tra il silenzio dell’inverno, con l’odore dell’abete e dei mandarini nell’aria, con gli occhi lucidi di un uomo anziano, con quel calore e quella speranza nel cuore, Marco capì che nessun rimprovero, nessun mobile ereditato e nessun sermone dei genitori contavano davvero. Perché accanto a lui c’era la sua famiglia. La sua casa. La sua felicità.