*Il segreto nascosto sotto il divano*
Elisa sedeva in cucina, fissando dalla finestra le foglie che danzavano nel vento d’autunno. I suoi pensieri furono interrotti da Chiara, che entrò di corsa gridando: «Mamma, rallegrati! Io e Luca ci sposiamo! Abbiamo fatto la richiesta in municipio, il matrimonio è tra un mese!» Elisa rimase immobile, incredula. «Figlia mia, sei seria?» sussurrò. «Perché così all’improvviso? Non mi hai mai detto niente!»
Chiara, raggiante di gioia, le raccontò come Luca, il suo fidanzato, l’avesse portata d’impulso in comune. «Passavamo di lì, mi ha preso la mano e ha detto: “Hai la carta d’identità? Andiamo!” Non ho nemmeno pensato a discutere», rise. Elisa, ancora sconcertata, borbottò: «Domani Luca verrà a chiedere la tua mano. Con sua madre.» Guardò la figlia, cercando di capire come fosse cresciuta così in fretta. «Devo prepararmi», pensò, sentendo il cuore stringersi tra gioia e preoccupazione.
La mattina dopo, Elisa si alzò all’alba. Doveva apparecchiare la tavola e farsi bella: gli ospiti non arrivavano tutti i giorni. Mentre infornava una crostata di mele, rifletté. Luca le piaceva: serio, cinque anni più grande di Chiara, aveva già una piccola officina di riparazioni auto. Cresciuto solo dalla madre, era un lavoratore e sembrava affidabile. Ma i pensieri di Elisa volarono al passato, quando la sua vita aveva preso una direzione diversa dai sogni di un tempo.
Vent’anni prima, Elisa era una ragazza innamorata di Marco. Si erano conosciuti a una festa in paese. Lui, più grande, con uno sguardo pieno di vitalità, l’aveva conquistata. Avevano passeggiato fino a tardi, navigato sul Po, respirato l’odore dell’erba appena tagliata. Elisa si sentiva la persona più felice del mondo. Ma tutto cambiò quando scoprì di aspettare un bambino. Sua madre la sgridò, ma la sostenne. Marco, alla notizia, accettò di sposarla. «Faremo famiglia», diceva, e lei ci credeva.
Mentre si preparava al parto, Marco partì per lavorare lontano. Servivano soldi, soprattutto con un figlio in arrivo. Tornava, portava cifre che a lei sembravano enormi, e ripartiva. La suocera, una donna dolce, aveva amato Elisa fin dal primo giorno. Quando venne il momento di riportare a casa Elisa e Chiara dall’ospedale, Marco non si presentò. La madre e la suocera arrivarono con fiori, ma i loro sguardi evasivi la insospettirono. Pensò fosse ancora al lavoro, ma il cuore già presagiva la disgrazia.
Assorbita dalle cure per la bambina, Elisa visse con la suocera, come aveva voluto Marco. Un giorno, riordinando, trovò una lettera sotto il divano. La grafia di suo marito. «Mamma, non so come dirlo a Elisa, ma ho un problema. Ho conosciuto una ragazza a un compleanno. Aspetta un bambino, ha diciassette anni. Suo fratello e suo padre mi hanno dato un ultimatum: o la sposo, o… Ho scelto di sposarla. Non voglio guai. Diglielo tu. Serve il divorzio. Continuerò a mantenere Chiara, non la rinnego.» Elisa sentì il fiato mancare, le lacrime scendevano senza controllo.
Come superò quel tradimento? Con l’aiuto di sua madre e della suocera. Tornò dai genitori, nonostante le suppliche della suocera di restare. «Non ce la farei, se lui venisse con la nuova famiglia», spiegò. Ma la suocera non si allontanò. Veniva ogni giorno, portava dolci per Chiara, come per espiare la colpa del figlio. «Sei come una figlia per me», diceva. «E Chiara è la mia gioia.» Elisa non provava rancore, vedendo quanto la suocera amasse la nipote.
Ma la salute della suocera peggiorò. Dopo tre giorni senza vederla, Elisa corse da lei. La donna, tenendole la mano, confessò: «Sono malata da un anno e mezzo. Perdonami per Marco. Mi ha disonorato. Ti prego, non chiamarlo, nemmeno quando non ci sarò più. La casa e i risparmi saranno di Chiara.» Elisa mantenne la promessa. La suocera fu sepolta senza Marco.
Tre anni dopo, anche la madre di Elisa morì. Rimase sola con Chiara, che ormai aveva tredici anni. La ragazza era intelligente, studiosa, e questo era il suo unico conforto. Il tempo passò, e un giorno, davanti al palazzo, Elisa incontrò Marco. Sembrava diverso: stanco, con lo sguardo spento, niente restava della sua sicurezza. «Ciao, Elisa», disse, tentando un sorriso. Lei si fermò, controllando l’emozione.
«Come sta Chiara? Ho portato dei soldi, so di aver mancato. La vita non è stata generosa con me», borbottò frugando in tasca.
«Noi stiamo bene», rispose fredda Elisa. «Tua madre non voleva vederti, neanche quando era malata. Non voleva che tu fossi lì.»
Marco mormorò qualcosa sul voler vedere la figlia, ma Elisa era già entrata in casa. Più tardi, i vicini le raccontarono: il suo matrimonio era fallito, il bambino non era suo ma del compagno di scuola della moglie. Lei lo aveva lasciato, e Marco non si era più risposato.
Elisa tornò al presente. La crostata profumava la cucina. Mentre apparecchiava, guardò dalla finestra. «Come vola il tempo», pensò. «Chiara è già una promessa sposa. Ieri le intrecciavo i capelli, oggi si sposa.» Vide Luca aiutare Chiara a scendere dalla macchina, poi prendere il braccio di sua madre. «Che premuroso», sorrise Elisa.
«Mamma, questa è la madre di Luca, Valentina», presentò Chiara.
«Valentina, piacere», disse la donna, stringendole la mano.
I giovani si ritirarono in salotto, mentre Elisa e Valentina chiacchierarono come vecchie amiche. Ridevano, si scambiavano storie, e entrambe sentivano che i loro figli sarebbero stati felici. Benedissero Chiara e Luca, promettendo di fare tutto per riempire la loro vita d’amore.
*La vita talvolta ci porta dolori, ma è anche capace di sorprenderci con nuove gioie. Basta saper attendere, e il cuore troverà sempre una strada per perdonare e ricominciare.*