IL CUORE RITROVA IL SUO BATTERE

**IL CUORE BATTÈ DI NUOVO**

Serena diede alla luce la sua bambina, Arianna, senza sapere chi fosse il padre. Diciamo che… scivolò prima del matrimonio.

Certo, c’era stato un giovane affascinante che la corteggiava con insistenza. Mai parlato di matrimonio, però. Ma era così bello, così impeccabile, che Serena lo prendeva sottobraccio e lo sfoggiava con orgoglio davanti alle vecchiette del quartiere, quelle sedute sulle panchine come girasoli al sole, pronte a girare la testa dietro ogni passante.

Lui non lavorava. Preferiva fluttuare nella vita come una farfalla. Serena lo nutriva, lo vestiva, lo coccolava. Pronta a stendere un tappeto colorato sotto i suoi piedi.

Poi, un giorno, lui le disse che si annoiava con lei. Che non lo apprezzava abbastanza. E poi, perché non l’aveva mai portato al mare, se davvero lo amava?

Serena pianse una settimana intera. Poi strappò le sue foto e le bruciò. Un mese di solitudine, di lutto silenzioso. Fino all’incontro con Luca.

Quel mattino, in ritardo al lavoro, si agitava alla fermata dell’autobus. Improvvisamente, un taxi si fermò davanti a lei. L’autista le aprì la portiera e le offrì un passaggio. Senza pensarci due volte, Serena salì.

Durante il tragitto, l’uomo iniziò a conversare. Serena lo osservò: sulla quarantina, curato, rasato, profumato, i vestiti stirati. La sua eleganza non era casuale—qualcuno lo amava. Una madre, pensò lei.

Luca — così si presentò — era l’opposto del primo. Prima di scendere, Serena gli lasciò il numero. Era la prima volta che prendeva un taxi senza pagare.

Cominciarono a frequentarsi. Luca la riempiva di fiori, di regali, di coccole.

Una primavera, passeggiavano in un bosco. Serena raccolse ciclamini, ridendo. Luca la imitò, felice della sua gioia. Tornati in macchina, lui posò il suo mazzetto sul sedile posteriore.

“Per la moglie,” pensò Serena. Ma non osò chiedere. Forse era sposato? Meglio illudersi. Taceva…

Fino al giorno in cui la moglie di Luca bussò alla sua porta. Con due bambini.

“Eccoli, cara,” disse la donna. “Li educhi lei, visto che adorano il loro papà.”

Serena impallidì. “Scusate… non sapevo. Non voglio distruggere una famiglia.”

Quella sera, chiuse la porta a Luca.

Poi arrivò Giorgio, un siciliano. Un uragano. Lo conobbe a una festa, si lasciò travolgere dal suo carisma. Per un anno, lui la portò ovunque, spensierato, generoso, senza mai un problema. Poi tornò in Sicilia. Un addio frettoloso.

Serena si sentì abbandonata. “Basta lacrime,” decise. “Vivrò sola.”

Ma il destino aveva altri piani. Scoprì di aspettare un bambino. Il panico: chi era il padre? Come sarebbe sopravvissuta?

Nacque Arianna. Una piccola copia di Giorgio: riccioli neri, occhi profondi, un sorriso che scioglieva il cuore. Quella somiglianza la consolava.

Certo, a volte il dolore tornava. Le amiche sposate, le invidie silenziose. Ma Arianna le riempiva le giornate. Non c’era tempo per piangere.

Il primo giorno di scuola, Arianna fu messa accanto a Davide. Lui la chiamò “ricciolina scemotta”. Divennero nemici. Litigavano, si graffiavano.

Serena andò a parlare con l’insegnante, che le diede l’indirizzo dei genitori di Davide.

Arrivò davanti a una porta modesta. Ad aprirle, un uomo con un asciugamano appeso al collo.

“Prego, entri! Un caffè?” sparì in cucina, gridando: “Davo, finisci la merenda!”

La casa era un disordine maschile: polvere, calzini sparsi, aria viziata.

Lui tornò con due tazze fumanti. “A cosa devo il piacere?”

“Sono la mamma di Arianna.”

“Ah! Davide è innamorato di sua figlia,” rise.

“E per questo la graffia?” ribatté Serena.

Si scusò, promettendo di parlargli.

Quella notte, Serena non dormì. Quel caffè… quell’uomo… una casa senza donna. Nella mente, già riordinava quell’appartamento, metteva fiori alle finestre, accarezzava Davide.

Al mattino, chiese ad Arianna di essere gentile con Davide.

Settimane dopo, all’assemblea scolastica, rivide quell’uomo. Solo. Nessuna moglie.

“Marco,” si presentò uscendo. “Posso accompagnarla?”

Era dicembre, il buio calava presto. “Sì,” rispose.

Si innamorarono.

Marco le rivelò di essere divorziato. La moglie era scappata con il suo migliore amico, ma lui non aveva ceduto Davide.

Serena e Arianna si trasferirono da loro. Chiesero il permesso ai bambini, che annuirono a malincuore.

La vita divenne perfetta. Marco lavorò sodo, comprarono una casa più grande. Serena curava la famiglia. Davide e Arianna crescevano sereni.

Fino al matrimonio.

Giovani, felici, partirono per Parigi. Marco e Serena scelsero il mare.

“Prenditi qualcosa di bello, invece,” lui tentennò.

“No, voglio stare solo con te,” insistette lei.

Fu una settimana di paradiso. Marco era più romantico che mai.

L’ultimo giorno, all’alba, sul bagnasciuga deserto, la baciò. “Ti amo, Serena. Tantissimo.” Poi andò a tuffarsi.

Non tornò più.

Mare piatto, nessuna spiegazione.

Serena impazzì di dolore. Odiava il mare, il cielo, il mondo. Senza una tomba, senza un addio.

Ma il tempo… il tempo non guarisce. Solo attutisce.

Anni dopo, teneva per mano i nipotini, Aurora e Matteo, nel parco autunnale.

Fermarsi al bar era una tradizione. Gelato per loro. Per lei, un caffè.

Quel profumo le riportava Marco accanto.

Dopo una vita di gioia e sofferenza, Serena ringraziava il destino. Per venticinque anni d’amore.

La vita finisce. L’amore, no.

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