Chi dovrò salvare oggi?

— E oggi da cosa ti devo salvare? — chiese Enrico, scuotendo la seconda bustina di pasta istantanea.

— Purea e polpette! — rispose allegro Roberto.

— Oh, di nuovo? — fece l’amico con una smorfia.

— Di nuovo!

— La settimana scorsa c’erano già quelle polpette orrende! Quante volte ancora?

— Lo chiedo anch’io a mia moglie, ma non vuole neanche ascoltarmi! Va bene, forza, attaccati pure!

***

Marco, il loro nuovo collega, guardava sbalordito i nuovi conoscenti, incapace di capire perché Roberto disprezzasse il cibo fatto in casa. Enrico decise di spiegarglielo.

— Il fatto è che Roberto ha nostalgia del cibo spazzatura, tipo pasta istantanea, pizza, panzerotti e roba simile. Sua moglie gli prepara ogni giorno i pasti in contenitori perché mangi decentemente. Io lo salvo. Mica possiamo buttare via il cibo! Lui mangia la mia pasta, io mi gusto i suoi pranzetti cucinati dalla moglie!

— Ma cucina così male? — chiese Marco, tirando fuori il suo panino dal microonde.

— Macché, cucina bene, a quanto pare. Solo che non sempre ho voglia di tutte queste polpette, minestrine e carne impanata! — rispose Enrico, aprendo il contenitore dell’amico. — Ecco perché gli do una mano da buon fratello.

— E perché non le dici semplicemente di non affaticarsi a cucinare? Sarebbe contenta! — osservò Marco.

— Ci ha provato, ma lei non ne vuole sapere!

— E tu ne approfitti!

— Perché far sprecare del buon cibo?

— Se avessi una moglie che mi prepara i pranzi per il lavoro, non la darei a nessuno! — sospirò Marco, addentando il panino.

— Allora qual è il problema? Sposati! Chi te lo impedisce?

— Non ho ancora incontrato l’anima gemella!

— Pazienza, la incontrerai! — gli diede una pacca sulla spalla Enrico. — Sei qui da poco, no? La città è piena di ragazze carine!

Finirono la pausa pranzo e tornarono al lavoro. Tutti e tre lavoravano nella stessa azienda di mobili, seppur in reparti diversi. Roberto era capo del settore vendite, Enrico lavorava in produzione, e Marco, appena assunto, era nel magazzino.

Quel nuovo collega aveva visto giusto. Quella stessa sera, Marco incontrò una ragazza affascinante sui trent’anni, forse qualcosina meno.

Era al supermercato, in piedi davanti allo scaffale più alto, cercando di prendere una confezione di strani rigatoni. Piccolina, poco più di un metro e cinquantacinque, ma molto graziosa.

— Posso aiutarla? — si offrì galantemente Marco.

Lui era più alto della media e poteva arrivarci senza sforzo.

— Gliene sarei grata! — sorrise la sconosciuta.

Quel sorriso! Marco si sentì subito perso. Tutto si confuse: ieri, oggi, domani. Avrebbe voluto restare in quel momento per sempre, ma la ragazza, presi i rigatoni, proseguì tra gli scaffali.

Ripresosi, Marco la rincorse.

— Cosa preparerà? — chiese, come per caso.

— Ho pensato di fare la lasagna al forno per mio marito! Si è stancato delle mie polpette! — rispose allegra.

— A proposito, io mi chiamo Marco! — si presentò. — E lei?

— Io sono Federica, e possiamo darci del tu!

Marco aveva quasi dimenticato la conversazione con i colleghi, ma ora gli tornò in mente.

— Non è che ti affatichi troppo, se devi pure correre al supermercato? — scherzò.

— Perché mai? Non è bello coccolare il proprio uomo?

— Ho sentito una storia curiosa oggi, e ora mi chiedo se sia giusto o sbagliato!

— Che storia? — domandò curiosa.

— Un mio conoscente regala i pranzi preparati dalla moglie al suo migliore amico, e in cambio mangia pasta istantanea. Capirai gli uomini dopo questo!

— Davvero? Che persona strana. Se lo scoprissi, gliene farei pagare le conseguenze! — Federica sembrò indignata per conto di quell’altra donna.

— Se la moglie di Roberto lo venisse a sapere, ne avrebbe le sue! — concordò Marco.

— Roberto? — gli occhi di Federica si strinsero. — Posso chiederti dove lavori?

— Sono arrivato da poco in città. Lavoro come magazziniere in una fabbrica di mobili, zona riva sinistra.

A quelle parole, Federica si bloccò e lo fissò. Sembrava ferita. Fece due più due: suo marito ultimamente era ingrassato, si chiamava Roberto e lavorava nello stesso posto. Difficile fosse un caso.

— Quel maledetto! Quindi è Enrico che gli mangia il cibo, mentre mio marito si ingozza di schifezze! — sbottò.

Marco capì di aver combinato un guaio, ma come poteva immaginare che quella splendida sconosciuta fosse la moglie del collega?

— Ops! — si scusò, senza sapere come rimediare.

Federica abbandonò il carrello e si diresse all’uscita borbottando:

— Come ha osato! Niente lasagna! E niente polpette, cotolette o pasta al forno. Mi affaticavo per niente!

Marco lasciò la spesa e la seguì. La raggiunse all’auto, mentre apriva la portiera.

— Non posso lasciarti guidare così agitata! — disse deciso. — Andiamo, ti offro un caffè, e quando ti sarai calmata, potrai andare dove vuoi.

— No! — ma lui insistette.

Alla fine Federica cedette. Entrarono in un bar lì vicino, Marco ordinò caffè e pasticcini. Se poteva calmarla, bene. Contro ogni aspettativa, funzionò.

Mentre mangiava il dolce, Federica si tranquillizzò, anche se il broncio non era del tutto sparito.

— Quello sfrontato di Enrico! Ho cucinato per lui tutte queste volte. Da quanto va avanti?

— Non lo so. Mi dispiace aver rivelato un segreto. Non dire che sono stato io, tuo marito è un capo, mi licenzierebbe!

— Non lo farà. Non gli dirò niente! Troverò il modo di punirlo!

— Grazie, non è facile trovare un lavoro con uno stipendio decente.

— Lo so, ci ho messo mesi. Ma dimmi: corro al supermercato dopo il lavoro, passo ore ai fornelli per farlo felice, e lui? E io cucino benissimo!

— Le polpette di oggi profumavano divinamente! — ammise Marco con un sorriso colpevole. — Io non le avrei date a nessuno!

— La cosa peggiore è che adoro cucinare. Non mi pesa, mi diverte! Ma per un altro uomo non mi sforzerei così!

— Fortunato! Io non so cucinare niente di decente. Uova fritte, patate, pasta. Voi donne avete più fortuna!

— Non c’entra niente essere donna o uomo! Chiunque può imparare, se vuole! — disse Federica decisa, prendendo il suo pasticcino. — Vuoi che ti insegno? — gli propose all’improvviso.

Marco avrebbe dovuto rifiutare, ma immaginandola nella sua cucina, non ne ebbe la forza.

— Volentieri! Iniziamo dalla lasagna che volevi preparare oggi? O è troppo difficile?

— Non è complicato, se hai gli strumenti giusti!

— Andiamo a comprare tutto il necessario. Ho solo una pentola, una padella e due piatti!

— Hai il forno?

— Credo di sì, è elettrico. Va bene?

Dopo mesi di lezioni di cucina e risate condivise, Marco e Federica si ritrovarono seduti in un piccolo ristorante, circondati dall’odore di lasagna appena sfornata, mentre fuori la pioggia batteva delicatamente sui vetri, chiudendo così la storia con un dolce sapore di felicità.

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