Ho dato alla luce il figlio della mia rivale amorosa

Raccontai tutto a Maurizio. Ogni parola che usciva dalla mia bocca sembrava estranea, come se non appartenesse alla mia storia… come fossi una narratrice di una tragedia udita altrove, di un’altra donna.

Ma no. Era la mia storia. Il mio inferno. La mia verità.

La voce mi tremava, e più di una volta pensai di non farcela.
Ma dovevo continuare. Dovevo liberarmi.

—Il bambino… quello che ho partorito —dissi a fatica— non era mio.

Sollevai lo sguardo e lo vidi corrugare la fronte, confuso.

—Come sarebbe?

—Qualcuno mi ha scambiato l’embrione —continuai, soffocandomi tra parole e lacrime—. L’hanno sostituito con un altro, creato con i geni di mio marito… e della sua amante.

Maurizio mi fissò a bocca aperta, come se un fulmine lo avesse colpito.

—Cosa…?

—Sì —annuii—. Volevano che lo portassi in grembo. Che lo partorissi. Che lo registrassi come mio…

E poi… uccidermi.

Così quel bebè avrebbe avuto tutti i miei diritti. L’eredità. L’assicurazione. Tutto.

Tirai fuori dalla borsa una chiavetta USB.

—Ho le prove. C’è un video…

Gliela porsi. Lui la inserì nel portatile senza dire una parola, le mani tese.

Lo schermo illuminò il suo volto.

E allora lo vide.

Lui… e lei.

La sua amante. La mia carnefice.

Nudi, ridacchiando. Tra carenze disgustose e baci falsi.

Poi, come se non bastasse, parlarono di me.

—Presto quella sciocca partorirà —disse lei—. Dimmi, quando ci libereremo di lei?

—Aspetta che registri il bambino —rispose lui, gelido—. Appena lo fa… organizzerò un incidente. Taglierò i freni. Sembrerà una fatalità.

—Freni? Amore, non siamo in un film! Ci serve qualcosa di più… definitivo.

—Ho speso una fortuna perché la tua amica Clara ci aiutasse in clinica. Sostituire embrioni non è stato semplice… né economico. Ho dovuto fingere perdite milionarie per giustificare i soldi. Non possiamo sbagliare, Lara. Non possiamo.

Il video si fermò.

Maurizio si alzò.

L’uomo potente che tutti temevano.

Il leone che ruggiva nelle riunioni.

Lo squalo che schiacciava i rivali senza esitare, ora, davanti a quelle immagini, tremava di rabbia e disgusto.

Gli occhi gli bruciavano. Respirava affannosamente, come se la collera lo strozzasse.

—Sono morti! —urlò—. Li distruggerò! Con le mie mani, se serve!

—No! —lo fermai, alzandomi—. Non ora.

Mi guardò come se avessi perso la ragione. E forse era così. Forse l’avevo già persa.

—Prima… voglio che soffrano. Che brucino nella loro stessa miseria, come ho bruciato io in silenzio. Che abbiano paura, che si guardino allo specchio e non riconoscano l’inferno che hanno creato. Voglio… vendetta.

Maurizio si avvicinò. Mi fissò intensamente, e io non capivo perché.

Poi annuì.

—Va bene. Se è questo che vuoi, ti aiuterò.

Lo guardai, stupefatta. Non capivo.

—Cosa…? Cosa stai dicendo?

—Ti aiuterò —ripeté deciso—. Se vuoi farli pagare… li farò pagare. Caro.

Gli toglieremo tutto. La pace, il potere, la sicurezza. Tutto.

Respirai a fatica. Il petto mi doleva per l’emozione.

Lo guardai con gli occhi lucidi, ancora incredula.

—Perché…? Perché mi aiuti, Maurizio?

Abbassò lo sguardo un istante. Poi lo rialzò, e i suoi occhi erano pieni di qualcosa… qualcosa che non potevo afferrare, ma volevo.

—Perché credi che sei venuta da me, Valentina? Perché… proprio da me?

Non seppi rispondere. Abbassai gli occhi, ma in quel momento dissi ciò che sentivo.

—Non lo so… solo… qui mi sentivo al sicuro. Non sapevo dove andare. E qui… ho trovato pace.

Maurizio si avvicinò ancora. Mi prese le spalle con fermezza.

Sentii il suo calore.

E per un attimo, tutta la paura svanì.

—Questo posto sarà sempre il tuo rifugio, Valentina. Qui nessuno ti toccherà. Nessuno ti farà più male. Ci sarò io.

Tremavo.

—Ma… non dovresti coinvolgerti. È pericoloso…

Allora gridò, con una forza che mi scosse tutta:

—Mi coinvolgo perché mi importi! Perché… ti ho sempre amata, Valentina! Sempre!

Il mio mondo si fermò.

Mi aspettavo molte cose…

Un rifiuto, un consiglio, un rimprovero…

Ma non questo. Mai un “ti amo”.

Non quando la mia vita era un caos.

Non quando mi sentivo come i resti di una donna distrutta.

Eppure… eccolo lì. Ad amarmi tra le macerie.

**Morale della storia:** L’amore è l’unica luce che può risplendere anche nelle tenebre più profonde. A volte, la nostra salvezza arriva da chi ci ama da sempre, anche quando noi non ne siamo consapevoli.

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