Qualcosa si muove sotto il vestito mentre la sposa firma…

La sala del matrimonio era piena di sussurri eccitati. Una luce serena filtrava dalle lunghe finestre illuminate dal sole; le sedie dorate erano occupate da familiari e amici vestiti con eleganza. Il pubblico mormorava dolcemente, alcuni alzavano i telefoni per immortalare il momento con le loro fotocamere. L’intera sala vibrava di attesa, l’aria carica di gioiosa emozione.

La sposa, Bianca, stava accanto allo sposo, Marco, stringendogli la mano con forza. Sembrava perfetta: il suo abito bianco a sirena aderiva con delicatezza al suo corpo slanciato, il lungo velo che si trascinava sul pavimento. Un sorriso felice le illuminava il volto, ma un’ombra di preoccupazione sembrava affiorare nel suo sguardo.

“Tutto andrà bene,” sussurrò Marco, stringendole le dita con dolcezza.

Bianca annuì, ma prima che potesse rispondere… qualcosa si mosse. Non da dietro di lei. Non accanto. Proprio sotto. Un movimento piccolo, appena percettibile, come se qualcosa, o qualcuno, si nascondesse tra le pieghe del tessuto.

Bianca trasalì, facendo un mezzo passo indietro. Marco notò subito la tensione nelle braccia della sposa e aggrottò la fronte.

“Che succede? Che c’è?”

Ma prima che Bianca potesse rispondere, il movimento continuò, più deciso questa volta. L’orlo dell’abito si sollevò leggermente, come se qualcosa vi si nascondesse sotto… e cercasse di liberarsi.

Gli invitati rimasero a bocca aperta. Una damigella d’onore, Giulia, portò una mano alla bocca per lo stupore. Una zia anziana, Rosaria, si fece il segno della croce e mormorò qualcosa al cielo. L’aria divenne pesante, come se si fosse creato improvvisamente un vuoto. Marco impallidì.

Bianca rimase immobile, terrorizzata, un brivido lungo la schiena.

E poi… un fruscio. Un suono piccolo ma chiaro, non c’era dubbio: qualcosa era lì, proprio sotto l’abito.

“Ma state scherzando?” sussurrò nervosamente uno dei testimoni, Matteo, guardandosi attorno.

Ma nessuno rise. Tutti trattennero il fiato, come in un momento cruciale di un film.

E poi… l’abito si mosse, improvviso e deciso!

Bianca urlò, fece un passo indietro e sollevò il vestito.

La sala esplose in un sibilo collettivo, Marco serrò i pugni e l’ufficiale di stato civile, un’elegante donna di nome Francesca, rimase immobile, con il timbro in mano.

Da sotto l’abito, come da un passaggio segreto, emerse prima un’ombra nera, poi un miagolio…

…un piccolo batuffolo nero saltò fuori.

Qualcuno gridò, un altro ospite indietreggiò, rovesciando un bicchiere di prosecco. Il liquido si sparse sulla tovaglia di damasco.

Bianca si aggrappò a Marco, stringendolo forte.

“Aaaah! Cos’è?”

Il piccolo batuffolo, goffamente, fece qualche saltello, raggiunse il centro della sala e si fermò. Scodinzolò, poi… miagolò.

Silenzio.

Marco sbatté le palpebre. Bianca, che stava fissando i volti degli invitati con terrore, non poteva credere ai suoi occhi.

Lì, sul pavimento, davanti a tutti…

…un gattino nero li osservava con curiosità.

“È un gatto?” urlò qualcuno da dietro, ancora sconvolto.

Marco guardò Bianca perplesso:

“Perché c’è un gatto sotto il tuo vestito?”

Bianca aprì la bocca, ma non riuscì a rispondere.

Poi una vocina timida si alzò dalla prima fila degli invitati:

“Ehm… forse è mio…”

Tutti si voltarono.

C’era la sorellina di Bianca, la piccola Sofia, con i calzini bianchi e un coniglio di peluche stretto tra le braccia. Il suo sguardo era pieno di rimorso, e sussurrò timidamente:

“Non volevo lasciarlo da solo a casa… è saltato nel cesto del velo… pensavo fosse già scappato.”

Gli invitati prima la guardarono sbalorditi, poi scoppiarono a ridere. La tensione svanì come una bolla di sapone.

Marco sospirò. Bianca si chinò, ancora tremante, e raccolse delicatamente il gattino.

Il micio nero miagolò di nuovo, poi si accoccolò tra le sue mani come se niente fosse.

“Eccoti, piccolo testimone peloso,” rise finalmente Bianca, accarezzandogli la testa.

Francesca, l’ufficiale, sorrise, scuotendo la testa:

“Spero non ci siano altre obiezioni al matrimonio?”

La sala scoppiò in una nuova risata.

Marco e Bianca si guardarono e finalmente risero insieme.

Mentre le risate si placavano, Bianca continuava a tenere il gattino, che si raggomitolava come se non volesse più lasciarla.

“Sai,” disse Marco, accarezzando il piccolo animale, “se iniziamo così, forse questo matrimonio non sarà poi così noioso.”

“Direi… sorprendentemente ‘felino’,” rispose Bianca ridendo.

Gli invitati si avvicinarono, e Sofia, la sorellina, si fece timidamente avanti, ancora con il suo coniglio di peluche.

“Mi dispiace…” disse esitante, guardando Bianca con i suoi grandi occhi azzurri. “Non volevo che succedesse niente di male…”

Bianca si accovacciò accanto a lei, sempre tenendo il gattino in grembo.

“Sofia, va tutto bene. La prossima volta avvisami se vuoi portare un animale nascosto al mio matrimonio, ok?”

“Ok…” annuì Sofia, poi aggiunse a voce bassa. “Povero Nerino aveva paura di restare solo a casa.”

“Nerino?” chiese Marco, alzando un sopracciglio.

“È il gatto. È con noi da due settimane. L’ho trovato davanti a scuola.”

“E perché non l’hai detto a nessuno?” chiese Bianca, accarezzandogli la testa.

“Perché la mamma ha detto che non possiamo tenerlo… ma io lo nutrivo di nascosto e l’ho messo nel mio cestino. Oggi si è nascosto sotto il velo.”

Francesca, l’ufficiale, si schiarì la voce e chiese, sorridendo: “Allora, se non vi dispiace, possiamo continuare con la cerimonia? O c’è qualcun altro che vuole uscire da sotto l’abito della sposa?”

Gli invitati risero di nuovo.

Bianca consegnò delicatamente Nerino a Sofia, poi tornò accanto a Marco, ma prima di prendergli la mano, sussurrò:

“Sei sicuro di volermi sposare dopo un inizio del genere?”

Marco sorrise e annuì:

“Se sono sopravvissuto a un attacco felino durante il matrimonio, posso sopravvivere a tutto. La cerimonia continua.”

La celebrazione riprese. L’ufficiale lesse i voti, gli sposi si guardarono negli occhi, e quando dissero “sì”, gli ospiti scoppiarono in un applauso fragoroso.

Sofia, tenendo il gattino, agitò felice il suo coniglio di peluche.

Francesca si avvicinò alla coppia, consegnò loro il registro da firmare e, con un sorriso malizioso, disse:

“Speriamo di non dover chiamare un rappresentante della protezione animali come testimone.”

Bianca e Marco risero insieme, poi firmarono i documenti ufficiali.

Dopo la cerimonia, gli invit

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