Un Figlio Tradì la Madre che lo Amava

La madre tradita dal figlio

Alla festa di diploma, tutte le ragazze volevano farsi una foto con lui. Ma lui scelse Federica… Non era bella, né intelligente, né colta. Però suo padre era un funzionario locale importante. E il vestito che Federica indossava quella sera era il più elegante di tutti… E poi riuscì a entrare alluniversità. Fu come se, dopo averlo preso per mano quella sera, non lo avesse più lasciato andare per anni, finché non lo condusse allaltare.

***

LA VITA COSÌ COMÈ. Il figlio prediletto

Da piccolo, tutti lo ammiravano come un quadro. Oltre a essere bellissimo, aveva anche un carattere adulatorio! Se qualcuno lo prendeva in braccio, lui si stringeva come fosse un figlio vero. Persino gli sconosciuti gli offrivano caramelle. Maria temeva che potessero portargli sfortuna. Quando andava a scuola, spesso le ragazze litigavano tra lorotutte volevano essere sue amiche, e poi fidanzarsi. Enrico era il primo della classe e un atleta. Peccato che fosse povero. Ma le ragazze alla moda del paese non sembravano notare che il loro idolo indossava un solo paio di jeans, fino a quando non gli diventarono corti. Con qualcun altro avrebbero riso, ma con lui no! Alla festa di diploma tutte volevano una foto con lui. Lui scelse Federica… Non era bella, né intelligente, né colta. Però suo padre era un funzionario locale importante. E il vestito di Federica era il più elegante… E poi entrò alluniversità. Fu come se, dopo averlo preso per mano quella sera, non lo avesse più lasciato andare per anni, finché non lo condusse allaltare.

Maria, prima del matrimonio, vendette un maiale e diede i soldi a suo figliotutto qui! Enrico prese quelle poche migliaia di euro e se ne andò…

* * *

Maria era arrivata in paese con un bambino piccolo tra le braccia. Chissà se la gente aveva inventato o era davvero cosìsi diceva che il padre del bambino le avesse comprato una casa per evitare pretese, visto che era già sposato. Nessuno del villaggio aveva mai visto i suoi parenti. Viveva con modestia. Lavorava in un negozio di paese e teneva un piccolo orto. A volte qualcuno cercava di corteggiarla, ma niente da fare! Non accettava nessuno, diceva: “Ho già… un uomo!” Che ridere! A volte le amiche la provocavano, dicendo che era dura da sola… Ma lei si arrabbiava.

Quando portò Enrico alla prima elementare, il primo giorno vide luiDante, il professore di ginnastica, appena uscito dalluniversità. Si incrociarono gli sguardi, quasi per caso. Poi gli occhi cominciarono a cercarsi da soli… Senza nemmeno accorgersene, iniziarono a frequentarsi. Dante insegnava a Enrico ad andare in bicicletta e a riparare una gomma bucata, dinverno andavano insieme nel bosco, e in primavera piantavano lorto. Maria aveva paura di dire la verità a suo figlio, perché notava che quando abbracciava Dante, o anche solo gli posava una mano davanti a lui, il bambino si irrigidiva e taceva.

“Perché, piccolino? Lui è bravo! Sarà tuo padre…” sussurrava al bambino dopo che il suo amato se nera andato.

“Non voglio che tu lo ami! Voglio che ami solo me!” brontolava il piccolo.

Una mattina, Enrico si svegliò e vide sua madre a letto con Dante.

“Da oggi sarà così, piccolo!” lo abbracciò luomo, che in realtà gli voleva davvero bene.

“No! Non voglio che tu viva con noi!” urlò a squarciagola. Non volle fare colazione con loro e scappò via. Maria lo trovò solo la sera e lo riportò a casa.

“Lui è qui?” chiese tra le lacrime, indicando la porta.

“Sì…”

“Che se ne vada. Altrimenti io non entro!”

“Figlio mio! Non ti ha mai detto una parola brutta! Vivremo come una famiglia, come tutti…” cercava di convincerlo.

“Non voglio come tutti! Voglio solo te! Lui non è mio padre!”

“Lo diventerà, vedrai…”

Dante uscì di casa con la valigia, proprio come era arrivato. Abbracciò Maria, la strinse e le baciò la fronte.

“Pensaci, Enrico. Non sono un nemico,” disse, quasi imbarazzato. “Ci penserai?”

“No!” il bambino scosse la testa e si girò.

“Se lo fai vivere con noi, io scappo!” disse alla madre quando la porta si chiuse dietro Dante.

Maria scelse suo figlio. Dante lasciò il paese, e probabilmente andò lontano, perché nessuno lo rivide mai. Maria, a Capodanno, diede alla luce un altro figlioLorenzo. Temeva che il maggiore non lavrebbe accettato, ma Enrico, curioso di natura, non chiese nemmeno da dove fosse arrivato quel bambino. Lo amava, lo accudiva. E Maria sembrava portare un peso di colpa verso il primogenito, temendo di dirgli anche solo una parola sbagliata.

“Enrico è così maturo,” si vantava con le amiche, “un figlio doro, non è lui che chiede consiglio a me, ma io a lui!”

Quelle ridevano, perché sapevano bene che era proprio per il “consiglio” di suo figlio che Maria era rimasta sola…

Quando Enrico iniziò a frequentare Federica, ne fu felice. Veniva da una famiglia ricca, e una volta sposati, avrebbero aiutato suo figlio a sistemarsicosì si consolava.

Come sempre, aspettava il figlio studente il sabato. Aveva preparato torte e gelatina. Il treno era passato da tempo, ma Enrico non arrivava.

“Mamma!” correva a casa Lorenzo dallo stadio, “Enrico è andato a casa di Federica!”

Non cenarono. Aspettarono. Ma lui non venne. Non venne neanche la mattina dopo. Passò di corsa per prendere il treno, senza nemmeno baciare la madre, come faceva sempre.

“Mamma! Ci sposiamo!” la mise di fronte al fatto compiuto.

Voleva sgridarlo per non essere tornato, dirgli quello che aveva pensato tutta la notte, ma non riuscì a parlare, perché lui continuava:

“Mi aiuterai un po, vero? Vendi almeno un maialino!”

“Certo, figlio mio! E quando sarà il matrimonio?”

“Non lo so ancora. Faremo una cerimonia studentesca a Roma! Non vogliamo farlo in paese!”

Prima del weekend successivo, Maria vendette il maialino, e Enrico venne a prendere i soldi. Li prese in silenzio, senza contarli. E corse da Federica.

In paese tutti sanno tutto. Si mormorava che i genitori di lei stavano organizzando un matrimonio in grande stile. Enrico non tornò a casa. Era stranonessun fidanzamento ufficiale, nessun accordo. Maria trovò il coraggio di andare dai futuri suoceri per chiedere e offrire aiuto. La suocera la bloccò al cancello:

“Che aiuto puoi dare tu?” disse con superiorità. “Abbiamo professionisti che faranno tutto! Gente di fiducia! E a te non spetta proprio nulla, perché non sei né moglie né vedova! Quel ragazzo è cresciuto senza padre per colpa tua! Un bastardo! Credi che ci faccia piacere accogliere gente così in famiglia? Lui ormai è tardi, ma per nostra figlia… E tu non farti più vedere!” e le chiuse il cancello in faccia.

Maria tornò a casa come ubriaca. Nessuno laveva mai umiliata così. Eppure, aveva cresciuto un figlio del genere? Ma lei aveva dato tutto ai suoi bambini… Piangeva e non vedeva più nulla.

Il matrimonio fu grandioso. Per tre giorni la musica risuonò in tutto il paese. Non tutti furono invit

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

3 × 5 =

Un Figlio Tradì la Madre che lo Amava