Ecco, prendi! Che scemo ad averti ascoltato!” – gridava la sconosciuta

**10 Settembre 2023**

“Tieni! Prendila! Non avrei mai dovuto ascoltarti!” gridò una sconosciuta.

Sto crescendo una bambina che è figlia dellamante di mio marito. Sì, avete letto bene. Qualcuno penserà che sia una donna fuori di testa, che dovrei farmi curare. Ma vi prego, ascoltatemi fino alla fine.

Era il 2005. Io e Alessandro avevamo una famiglia e unattività in proprio. Mio marito gestiva alcuni negozi di alimentari, rifornendosi dalla Polonia, dallItalia e dalla Germania. Il suo lavoro mi permetteva di non dover lavorare e di dedicarmi completamente alla casa. Tra laltro, avevamo nostro figlio Mattia, di cinque anni. Dedicavo ogni mia energia a lui e alla gestione della casa. Alessandro trovava sempre minestrone, gnocchi e involtini di verza pronti per lui. E, ovviamente, una casa perfettamente pulita.

Ma tutto crollò quella maledetta sera. Tornavamo a casa dopo una cena da amici, Mattia dormiva già in macchina. Mentre ci avvicinavamo a casa, notai che Alessandro era agitato. Davanti al cancello cera una ragazza giovane che teneva in braccio una copertina rosa. Appena scesi dallauto, corse verso mio marito:

“Tieni! Prendila! Ho fatto un errore a non abortire come mi avevi detto!”

La fissai, paralizzata. Anche Alessandro sembrava confuso.

“Non voglio né vederla né sentirla! Non osare chiamarmi o dire qualcosa a mia figlia!”

Rimasi al freddo per diversi minuti, sotto una bufera di neve. I vicini cominciarono a sbirciare dalle finestre, attirati dalle urla. Alessandro restò in silenzio, stringendo quella copertina rosa.

“Andiamo, non restiamo qui al freddo. A casa ti spiego tutto…”

Scoprii che quella ragazza era unex dipendente, licenziatasi un anno prima. Immaginerete il motivo.

“E ora che facciamo?” chiese sottovoce Alessandro, adagiando delicatamente la bambina sul letto.

“Cosa vuoi dire? La cresceremo. È… tua figlia.”

Arrangiai con dei medici, grazie a una “bustarella”, per falsificare la mia cartella clinica, facendo credere a una seconda gravidanza. La chiamammo Beatrice. Non provavo odio né rancore verso di lei. Capii che quella piccola non aveva colpe. Perché avrei dovuto odiare una neonata di due mesi?

Ci vollero anni per perdonare Alessandro. Andammo da uno psicologo e pensammo persino al divorzio. Ma, sapete, il tempo guarisce tutto. Vidi che mio marito si pentiva davvero, cercando di riconquistare la mia fiducia. Non lo perdonai in un giorno, ci vollero mesi e anni.

Mattia adorò Beatrice fin da subito. Giocava sempre con lei, la portava a spasso nel passeggino, vantandosi con gli amici della sua sorellina bella. E non permetteva a nessuno di offenderla.

Sono passati 18 anni. Beatrice è cresciuta e somiglia in tutto a suo padre. Anche il modo in cui arriccia il naso prima di starnutire è identico. Lho sempre chiamata mia figlia. Anche se qualche vicino ancora ci lancia occhiate oblique quando ci vede insieme.

Una settimana fa, Beatrice ha compiuto 18 anni. Decidemmo di festeggiare prima in famiglia, poi sarebbe uscita con gli amici. Erano presenti i nonni, i miei genitori, i padrini. Poi, allimprovviso, arrivò unospite inaspettata: la madre biologica di Beatrice.

“Che ci fai qui?” disse Alessandro, serrando i denti, trascinandola fuori dal cancello.

“Come? Sono venuta a vedere mia figlia. Dovè Viola?”

“Si chiama Beatrice, non Viola. Che vuoi?”

“Mio Dio, non potevate scegliere un nome migliore? Le ho portato dei regali: trucchi, un telefono nuovo. Dovè?”

“Ascolta, lei ha dei genitori. Tu non sei nessuno. Ti sei ricordata di lei solo dopo 18 anni? Doveri prima?”

“Che timporta? Vi denuncio!”

“Vattene e non farti più vedere qui, o chiamo la polizia.”

Alessandro la cacciò via. E in quel momento capii che niente e nessuno avrebbe distrutto la nostra famiglia. Siamo pronti a proteggerci lun laltro e a donare amore. Alla fine, Alessandro è un padre meraviglioso, e sono felice che i miei figli abbiano un tale padre.

E voi, riuscireste ad accettare un figlio non vostro come ho fatto io?

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

two × 4 =

Ecco, prendi! Che scemo ad averti ascoltato!” – gridava la sconosciuta