La suocera è tornata. All’alba è irruppa nella nostra camera da letto urlando!

Oggi mia suocera, Signora Bianchi, ha dormito da noi. Fin dal mattino è entrata nella camera da letto urlando: “Alzati, Sofia, hai visto cosa succede in cucina?” Sono saltata giù dal letto ancora in pigiama, il cuore che batteva all’impazzata. Corro in corridoio, infilandomi una vecchia vestaglia, annuso l’ariaforse cè un incendio? O il gas lasciato aperto? Nella mia testa già vedevo scene da film catastrofico: mattoni in fiamme, pentole che esplodono. Entro in cucina e invece scarafaggi. Un intero esercito di bestioline marroni correvano sul tavolo, tra i piatti sporchi della cena che ieri sera non avevo avuto voglia di lavare. Mia suocera è lì, con le mani sui fianchi, che mi trafigge con lo sguardo come se avessi allevato quegli insetti apposta per offenderla.

“Sofia, ma qui è sempre così?” ha iniziato, la voce tremante di rabbia, “Come si può vivere in questo modo? Hai figli, un marito, e in cucina ci sono scarafaggi come in una stalla!” Sono rimasta paralizzata, senza sapere cosa dire. Sì, è vero, non ho sistemato i piatti ieri sera, ma dopo il lavoro stavo morendo di stanchezza. I bambini piangevano, mio marito, Luca, borbottava qualcosa sul calcio, e io sognavo solo di crollare a letto. Chi poteva immaginare che proprio quella notte gli scarafaggi avrebbero deciso di fare una parata? E soprattutto, da dove sono arrivati? Non viviamo mica in una baraccaabbiamo un appartamento decente, tutto in ordine. Beh, quasi tutto.

La Signora Bianchi, ovviamente, non la smette. “Ai miei tempi,” dice, “una cosa del genere non sarebbe mai successa! Dopo cena lavavo tutto, pulivo, non lasciavo neanche una briciola. E tu invece? Oggi i giovani sono pigri, sanno solo stare attaccati al telefono!” Annuisco, ingoio un sospiroche posso rispondere? Lei non è solo mia suocera, è un generale in gonnella, e per lei lordine in cucina è una questione donore. E io, a quanto pare, lho delusa. Mi metto a pulire freneticamente: prendo lo straccio, spazzo via gli scarafaggi, lavo il tavolo, i piatti, tutto quello che trovo. Mia suocera mi osserva e commenta: “Qui non hai passato bene! E questa macchia cosè? Non pulisci mai le piastrelle?” Faccio fatica a trattenermi. Penso: “Dai, Signora Bianchi, non è che voi siate una santaanche a voi sarà capitato di lasciare le briciole sul tavolo!” Ma sto zitta, perché so che discutere con lei è inutile.

Mentre combatto contro gli scarafaggi, Luca, mio marito, finalmente si sveglia. Entra in cucina, vede lo spettacolo, e invece di aiutarmi si mette a ridere: “Sofia, hai aperto uno zoo?” Gli lancio unocchiata che lo fa tacere allistante, e lui si limita a prepararsi il caffè. Mia suocera scuote la testa: “Vedi, neanche tuo marito è serio. Se non mi occupassi io di mio figlio, sarebbe completamente viziato!” Ecco, penso, ora inizierà anche con la lezione su come si educano gli uomini. Infatti si siede al tavolo, ormai lucido, e inizia: “Ai miei tempi gli uomini si tenevano sotto controllo. Voi giovani invece date loro troppa libertà, ed ecco il risultatoscarafaggi in cucina e loro che ridono!”

Io ascolto, ma nella mia testa cè solo una domanda: come faccio a sopravvivere fino a stasera, quando la Signora Bianchi se ne andrà? Non è che non mi piaccia, è una brava donna, ma quei suoi attacchi Per lei gli scarafaggi non sono solo scarafaggi, sono la prova che sono una pessima padrona di casa, una pessima moglie, e forse anche una pessima madre. E così lavo, strofino, ordino, ma lei trova sempre qualcosa da criticarele posate nel posto sbagliato, il coltello non lavato bene. Ma io non sono di ferro! Ho due figli, un lavoro, corro come una trottola tutto il giorno, e adesso pure gli scarafaggi hanno deciso di fare festa. E poi, da dove vengono? Forse dai vicini? Ledificio è vecchio, le tubature pure, magari si annidano lì.

Finalmente finisco di pulire, la cucina brilla come in uno spot pubblicitario. Mia suocera sembra leggermente placata, ma non resiste: “Devi tenere tutto in ordine, Sofia. Questa è casa tua, è la tua famiglia. Se non ci pensi tu, chi lo fa?” Annuisco, sorrido a denti stretti, ma dentro urlo: “Lasciami in pace!” Luca, vedendomi al limite, prende sua madre per portarla a fare una passeggiata, così posso tirare il fiato. Mi siedo al tavolo, guardo questa cucina perfetta e penso: sono davvero così incapace? Forse la Signora Bianchi ha ragione, e sto sbagliando tutto? Ma poi mi ricordo che una famiglia non è fatta di piatti lucidi, e lamore non si misura dallassenza di scarafaggi.

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