**”Voleva solo il meglio”**
Sì, lo so che non siete obbligati! Ma è sangue del vostro sangue! Davvero lascerete il bambino senza vestiti caldi dinverno? Alessandro, ti ho forse insegnato così? incalzava la suocera.
Il telefono giaceva sul tavolo. Dopo un paio di scandali familiari, Alessandro aveva imparato: quando sua madre chiamava, era meglio attivare il vivavoce e parlare con Lydia insieme a Cristina. Altrimenti, li avrebbe distrutti uno per uno.
Lydia, non ti stiamo negando aiuto ribatté Cristina. Ma se gestire Slavino ti pesa così tanto, allora lasciacelo a noi. Anna non ha obiezioni, ne ho parlato con lei.
La suocera tacque per alcuni secondi. Probabilmente stava calcolando cosa le convenisse di più: liberarsi di un peso inatteso o mantenere il controllo sulla figlia. Vinse la seconda opzione.
Ma voi non avete la minima idea di cosa vi aspetta! rispose Lydia con tono sprezzante. Non avete mai avuto né un figlio né un gattino. Lavorate tutto il giorno, chi starà con lui? Credete che i bambini crescano da soli come erbacce? Un bambino ha bisogno di cure, attenzioni, calore umano!
Lo so disse Cristina con calma. Ma se le cose stanno così, troveremo un modo. Potrei licenziarmi. Consideralo come un congedo di maternità al posto di Anna.
Ah, sì? E con cosa vivrete, ricconi?
Tu stessa hai detto che il mio stipendio è una miseria. Ce la caveremmo senza quei due spiccioli.
La suocera si zittì. Alessandro sospirò stanco: Cristina era nuova in famiglia, ma a lui quel peso diventava già insopportabile.
Capisco. Mi state dando un ultimatum borbottò Lydia infine. Va bene, fate pure. Siete giovani e stupidi, non capite in che guaio vi state cacciando. Io vi voglio aiutare, mi prendo tutto il carico, ma se insistete Sappiate però che mentre vi ostinate a fare i vostri comodi, quel bambino trema dal freddo e si ammala per colpa vostra.
Appese bruscamente. Cristina si sedette accanto ad Alessandro, lo abbracciò e ricordò come tutto era cominciato.
…Allinizio, Lydia sembrava una donna gentile e accogliente, anche se un po capricciosa. Accoglieva Cristina in casa con un sorriso, anche se non era ancora sua nuora. Imbandiva tavole così ricche che scricchiolavano sotto il peso delle portate, e quando i giovani partivano, li riempiva di borse piene di cibo.
Entrò rapidamente nella vita di Cristina. La chiamava ogni giorno, chiedeva se tutto andasse bene, se Alessandro la trattasse con rispetto, la invitava a cena. Una volta aveva persino aiutato la madre di Cristina a ottenere un posto in ospedale grazie a conoscenze tra i medici, assicurandole cure eccellenti. Cristina le era profondamente grata.
Ma notava anche altro. Bastava non rispondere al telefono o interrompere una conversazione per fretta, che la futura suocera diventava unaltra persona. Dopo simili episodi, non chiamava per settimane, parlava con sufficienza e aspettava scuse.
Capisco, siete tutti così impegnati che non avete più bisogno di me diceva Lydia offesa.
Cristina cercava di prenderla alla leggera, ma sentiva che quella “cura” era soffocante, piena di ricatti.
Oltre al figlio, Lydia aveva una figlia, Anna. Anche lei lasciava Cristina perplessa. Anna sorrideva raramente, sobbalzava ai rumori forti, cercava sempre di rifugiarsi in camera sua. Cristina pensava fosse una fase: Anna aveva solo sedici anni e si annoiava in compagnia di adulti.
Di cosa si interessa Anna? chiese una volta Cristina a Lydia prima di Natale. Non so cosa regalarle.
Di niente sbuffò Lydia. Sta tutto il giorno attaccata al telefono. Niente le piace, niente le va bene. Non le importa di nulla. Una fannullona…
Fu allora che Cristina capì che qualcosa, tra madre e figlia, non funzionava. *La mia madre non parlerebbe mai così di me*, pensò.
Col tempo, si convinse che Lydia disprezzasse Anna. Poteva sorridere alla nuora e subito dopo sgridare la figlia per i piatti mal lavati. «Hai le amiche sbagliate, ti vesti male, ascolti musica schifosa…» E questo era solo ciò che Cristina vedeva.
Non stupì che a diciotto anni Anna si sposò in fretta. Non per amore, ma per fuggire di casa.
Che stupida! si indignò Lydia. Si è messa con un mezzo uomo. Crede che la felicità sia altrove. Lui la lascerà entro un mese!
Con Anna fuori di casa, Lydia riversò tutta la sua attenzione su Cristina e Alessandro. Se prima sembrava solo eccentrica, ora Cristina non sapeva più come sfuggirle. Consigli invadenti, visite a sorpresa, domande continue su «quando arriva il nipotino»… Il pacchetto completo.
Cristina, perché non lasci quel negozio? Ti pagano due lire le disse una volta Lydia. Potrei farti assumere da unamica. Stipendio migliore, orari migliori.
Cristina ormai sapeva: accettare anche solo una volta lavrebbe resa una debitrice per sempre. Ingrata, perché Lydia si sarebbe aspettata obbedienza assoluta. E se mai avesse osato ribellarsi, la suocera avrebbe fatto in modo che la licenziassero.
No, grazie, mi piace il mio lavoro rispose. E le mie colleghe sono fantastiche.
Lydia fece il broncio, incrociò le braccia e girò la testa verso la finestra.
Fai come vuoi borbottò. Io cerco solo il vostro bene, perché non viviate con il fiato sul collo. Ma se non vuoi migliorare la tua vita, non posso farci niente. Stagnati pure.
A proposito di Anna, Lydia aveva quasi ragione. Il matrimonio durò non un mese, ma un anno e mezzo. E in quel tempo, Anna ebbe un figlio.
Sebbene non fossero vicine, una volta Anna cedette. Chiese consigli a Cristina sul matrimonio, poi scoppiò in lacrime.
Non torna mai a casa confessò. Dice che sta dagli amici, ma non sono stupida… Lho beccato a mentire. Non so dove dorma, ma di sicuro non con gli amici. E questo è solo linizio… Una volta ha alzato le mani su di me.
Anna, questa è grave… Dovresti lasciarlo. Non cè consiglio che tenga.
E dove vado? Da mia madre? No, grazie. Preferisco sopportare lui.
E questo diceva tutto. Anna preferiva tradimenti e insicurezza piuttosto che tornare da Lydia. *Doveva essere peggio di così*, pensò Cristina.
Poco dopo, il marito chiese il divorzio. Disse di non essere pronto per la famiglia. In realtà, aveva trovato unaltra.
Ma il bambino restò. Anna tornò dalla madre. E allora cominciò linferno. Lydia la insultava, la chiamava «fallita», la accusava di non aver studiato, le prevedeva una vita di stenti. Però almeno badava al nipote mentre Anna lavorava e le dava qualche soldo.
Finché Anna non ebbe più pazienza. Un giorno raccolse le sue cose e scappò, lasciando il bambino.
Vorrei portare Slavino con me, ma dove? confessò poi a Cristina. Io stessa vivo a casa di unamica. Devo sistemarmi. E forse vedere uno psicologo… Mia madre mi ha spinta quasi al limite. So che Slavino non centra, ma quando sono sopraffatta e lui piange… Ho bisogno di tempo.
Mentre Anna si riprendeva, Lydia si rivolse di nuovo a suo fig






