Mi sono innamorata di un uomo più grande di 25 anni e non mi pento di nulla.

Mi sono innamorata di un uomo più grande di me di 25 anni. E non ne rimpiango nemmeno un istante.

Quando ho incontrato per la prima volta Michele, mi è sembrato un puro caso, uno di quelli che cambia il destino per sempre. Entrò nel piccolo negozio di fiori nel centro di Torino, dove io, persa nei miei pensieri, stavo scegliendo un bouquet per mia sorella. Il suo sguardo — caldo, profondo, con un’inesplicabile saggezza — mi colse di sorpresa. In lui non c’era la vuota frenesia che ero abituata a vedere negli occhi dei miei coetanei. Sorrise e, socchiudendo leggermente gli occhi, disse: «Scegli i fiori come se da essi dipendesse il destino del mondo». Scoppiai a ridere, non aspettandomi un tono così leggero e caldo. Così iniziò la nostra storia — con una battuta, uno sguardo, una scintilla.

Non avrei mai pensato di potermi innamorare di un uomo più grande di me di un quarto di secolo. Ogni parte di me gridava: «Non è giusto! Non è la tua strada!» La società, le amiche, persino il mio buon senso — tutti mi ripetevano che stavo perdendo la testa. Ma il cuore — lui suona sempre una melodia tutta sua, e io mi sono arresa a essa. Michele non era solamente un uomo — è diventato per me un intero universo. Attento, paziente, con un sottile senso dell’umorismo capace di dissolvere anche il mio più ostinato scetticismo. Vicino a lui, mi sono sentita per la prima volta vera — viva, libera, amata.

La differenza d’età? Oh, era evidente. Le mie amiche a Firenze, dove vivevo prima di trasferirmi, non smettevano di farmelo notare. «Chiara, perché lo fai? Perché un uomo maturo? Sei giovane, bella, e lui ha già un piede nel passato! Pensa, tra dieci anni sarai la sua badante!» Mi stancavo di giustificarmi, di spiegare che accanto a lui non indossavo maschere. Mi accetta per quella che sono — con le mie paure, i sogni, le debolezze. Non mi giudica, non mi smonta in parti. Con lui sono felice — e questo è tutto.

Ma anche Michele si preoccupava. Una sera, seduti sulla sua vecchia veranda, guardando lontano, improvvisamente disse: «Chiara, ho paura. Ho paura che un giorno ti sveglierai e capirai che sono troppo vecchio per te. Che ti ho derubato della giovinezza, delle opportunità che avresti potuto avere con qualcun altro». Ho preso la sua mano, guardato quei suoi occhi stanchi eppure così familiari, e ho risposto: «Mi hai dato quello che nessun altro avrebbe potuto. Fiducia, calore, amore che mi fa sbocciare. Questo vale più di qualsiasi altra opportunità».

Ma, ad essere sincera, non era così semplice. Ogni giorno affrontavo il giudizio degli altri. Le persone per strada si voltavano, sussurravano, lanciavano sguardi storti, come se stessimo violando una legge sacra. Un giorno, in un negozio, mentre eravamo alla cassa, una giovane commessa chiese con maleducazione: «È tuo padre?» Sentii il sangue ribollire in me, ma Michele, senza perdere la calma, sorrise e rispose: «No, sono semplicemente la persona più felice del mondo». In quel momento ho capito: non scambierei questo sentimento — stare con lui — per nient’altro, anche se il mondo ci guarda con disprezzo.

Sì, la nostra relazione presenta delle difficoltà. Non chiudo gli occhi davanti alla verità: Michele è più grande, e il nostro percorso insieme non sarà né lungo né facile. So che il tempo è implacabile e che un giorno potrebbe non esserci più. Ma ogni mattina, quando lui, un po’ assonnato, mi sorride dietro a una tazza di tè nero, capisco: ne vale la pena. Non ho bisogno del supporto di nessuno, non mi servono amiche che sparlano alle spalle. Ho bisogno solo di lui — l’uomo che mi ha regalato una vita che non osavo nemmeno sognare.

Mi sono innamorata di un uomo più grande di 25 anni, e se il destino mi desse la possibilità di rivivere tutto da capo, sceglierei di nuovo lui — senza esitazioni, senza dubbi. Perché l’età è solo un numero su un foglio di carta, mentre i sentimenti che ha acceso in me sono una fiamma destinata a bruciare nella mia anima per sempre.

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