«L’amore non ha età: una storia»

«L’amore non conosce età: la storia di Silvana»

Quando anni fa arrivò nella nostra piccola città di Arezzo una donna alta, elegante e di una bellezza straordinaria proveniente da Milano, tutto il vicinato rimase senza fiato. Si chiamava Silvana Romano, e sembrava venire da un altro pianeta — portamento nobile, sorriso discreto, uno sguardo che faceva perdere la testa agli uomini e alle donne… beh, alcune invidiavano, altre ammiravano. Era arrivata dopo la laurea, assegnata a un incarico qui, e a noi paesani sembrava che una vera straniera avesse messo piede nella nostra strada.

Silvana non aveva mai bisogno di boutique o negozi. Con un po’ di stoffa, un gomitolo di filo e un ago — dopo un paio di giorni usciva di casa con un cappotto che avrebbe potuto essere sulla copertina di una rivista di moda. Cuciva, ricamava, lavorava a maglia, e i delicati ricami sui suoi abiti suscitavano sussurri e sguardi invidiosi. Noi bambini correvamo a casa sua, giocavamo con i suoi ombrelli colorati — ne aveva una collezione intera! Lei, ridendo, ci insegnava a “sfilare” e ci lasciava immaginare di essere modelle su una passerella.

Nonostante l’attenzione degli uomini, Silvana non si sposò per molto tempo. Forse li spaventava la sua indipendenza, la sua bellezza e, soprattutto, la sua dignità. Ma tutto cambiò verso i quarant’anni. Lavorava come economista in una fabbrica di mobili, e iniziò una relazione appassionata con il direttore. Lui era sposato, e i pettegolezzi non mancarono. Soprattutto quando nacque suo figlio — Nicola, identico al padre. Nel quartiere iniziarono bisbigli, giudizi, parole cattive alle sue spalle. Ma Silvana rimase fiera. Si licenziò, ma non cadde in miseria. L’uomo che amava fece la cosa giusta: la mantenne, le comprò un appartamento, e, come è facile immaginare, i mobili venivano tutti dalla sua fabbrica.

Crescetti insieme a Nico — quel bambino. Sabbionaia, giochi, feste. Silvana andava d’accordo con tutte le donne del quartiere, aiutava, cuciva, accoglieva tutti con calore. La sua casa era un’oasi — porta sempre aperta, profumo di torte, occhi gentili. Ma prima delle scuole elementari, la mia famiglia si trasferì in un altro quartiere, e col tempo perdemmo i contatti.

Anni dopo, già laureata, durante un viaggio di lavoro a Bologna, vidi una camminata che riconobbi all’istante. Una donna saliva in macchina, aiutata da un uomo in cui riconobbi, sorpresa, Nicola ormai adulto. Mi avvicinai, e all’improvviso si aprì lo sportello:

— Nannina! Mi hai riconosciuta? Io sì, subito! — era lei, Silvana Romano, immutata, elegante, vitale.

Andammo insieme, chiacchierammo. E all’improvviso mi disse una cosa che mi fece venire i brividi:

— Immagina, mi sono innamorata… alla mia età! Io e Alessandro ci siamo conosciuti al mare, all’inizio era solo un flirt estivo, poi è diventato amore vero. Cinque anni insieme… Ma adesso i suoi figli — adulti, benestanti — hanno paura che io gli “porti via” la casa. Hanno iniziato a fare pressioni… Lui si è raffreddato, e ci siamo lasciati.

Nella sua voce c’era tristezza, ma gli occhi non si erano spenti. Ci salutammo all’hotel. Lei partì con il figlio, io tornai in camera e per ore non riuscii a dormire.

Passarono un paio d’anni. Per caso incontrai Nicola in un bar. Ci sedemmo, ricordammo l’infanzia, e lui mi raccontò il seguito:

— Mamma non ce l’ha fatta. È partita per raggiungerlo. Da sola, senza avvertire. E durante il viaggio — un ictus. Mi hanno chiamato dall’ospedale, sono corso là. I medici non le davano speranze… Ma ce l’ha fatta. Lo credi? È tornata a casa dopo un mese.

Ero scioccata. Una donna di oltre settant’anni, partita per un’altra città — per amore. Non per denaro, non per interesse — solo perché non poteva vivere senza di lui. Chiesi:

— E come sta adesso?

Nicola sorrise amaro:

— Poco fa, mentre le sistemavo l’armadio, ho trovato una borsa. Passaporto, trucchi, vestito, biglietti… Pronta a ripartire! Le ho detto: «Mamma, ti sei appena ripresa!» E lei: «Bisogna vivere, Nico. Finché il cuore batte, bisogna amare.»

Ero senza parole. Davanti ai miei occhi riapparve la Silvana dell’infanzia — luminosa, libera, che non seguiva le regole di nessuno. Non era cambiata. Solo diventata ancora più forte.

E in quel momento capii: l’amore non conosce età. Non si può rinchiudere in schemi. Arriva quando l’anima è aperta — anche se hai più di settant’anni. L’importante è avere il coraggio di accoglierlo.

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