Come fare in modo che la figlia di mio marito vada a vivere con la nonna? Non riesco ad accettare quel bambino.
Ho sposato un uomo che ha una figlia dal primo matrimonio. Sua madre l’ha abbandonata ed è scappata all’estero con un nuovo uomo, lasciando la bambina con mio marito. Ora vivo nell’inferno, cercando di convivere con questa ragazzina estranea nella nostra casa a Viterbo. Avevo sognato una famiglia felice, ma invece mi ritrovo una ragazzina viziata e maleducata che mi rovina la vita. Ora sono incinta, e ho bisogno che lei se ne vada dalla nonna. Ma come fare in modo che sia lei a volersene andare?
Quando io e Marco abbiamo iniziato a frequentarci, sua figlia Giovanna viveva per lo più con la nonna. La vedevo raramente e credevo di poter accettare il bambino come parte della sua vita. Ma dopo il matrimonio, tutto è cambiato. Mia suocera ha detto che era troppo stanca per badare alla nipote e l’ha fatta trasferire da noi. Ho cercato di trovare un terreno comune con lei, ma ogni mio tentativo si scontrava con il suo disinteresse e la sua insolenza. Non mi ascolta, mi ignora come se non esistessi. Peggio ancora: comanda in casa, lascia le sue cose in giro e si lamenta di me con suo padre o con la nonna per qualsiasi cosa.
Ogni giorno mia suocera mi fa la predica: «Sii paziente, Luisa, cerca di capirla!» Anche Marco mi chiede di essere più tollerante, ma perché dovrei assecondare una ragazzina di dodici anni che mi risponde male? Non è figlia mia, e non voglio fare da baby-sitter! Presto avrò un bambino mio, e non ho intenzione di sopportare le sue prepotenze. Perché nessuno la educa, nessuno la mette al suo posto? Marco e sua madre la viziano, chiudendo un occhio sulla sua maleducazione e pigrizia. Se continua così, diventerà un’egoista viziata.
Giovanna è disordinata e pigra. Lascia i piatti sporchi, sparpaglia i vestiti, e tocca a me rassettare. Sono sconvolta dal suo comportamento: è perfida, furba, fa di tutto per farmi perdere la pazienza. Marco lavora fino a tardi, e spesso restiamo solo io e Giovanna. Non è più una bambina, ma secondo mio marito e mia suocera non può stare da sola. Perché dovrei sacrificare il mio tempo e i miei nervi? Anch’io voglio lavorare, riposarmi, vivere la mia vita!
Mia suocera viene a trovarci per un paio d’ore, coccola Giovanna, e poi inizia a criticarmi: «Perché non giochi con lei? Perché non la educhi?» Crede davvero che io debba prendermi cura della figlia di Marco. La loro pressione mi opprime. Se non mi chiedessero l’impossibile, forse ce la farei. Ma ora rimpiango di essermi legata a un uomo con “il bagaglio”. Giovanna non diventerà mai una figlia per me, e non voglio fingere.
La situazione si complica: sono incinta. Non voglio lasciare Marco—lo amo, e lui cerca di mediare i nostri litigi. Ma non posso più vivere sotto lo stesso tetto con Giovanna. Sua madre chiama una volta all’anno, manda regalini economici, ma non la vuole con sé. Giovanna soffre per questo, e vedo quanto la ferisca. Ma il suo dolore non la avvicina a me—anzi, sfoga la sua rabbia su di me, rispondendomi male e facendo dispetti.
Sogno che Giovanna vada a vivere con la nonna. Sarebbe la soluzione perfetta. Mia suocera abita vicino, adora la nipote e potrebbe prendersela. Ma come fare? Giovanna si aggrappa a suo padre, e lui non vuole mandarla via. Ho provato a parlarle con dolcezza, a suggerirle di passare più tempo con la nonna, ma lei mi snobba. Forse se fossi più severa, se ne andrebbe da sola? O dovrei convincere Marco a parlare con sua madre? Non so cosa fare, ma sento che ancora un po’—e crollerò.
La mia gravidanza rende tutto ancora più difficile. Voglio pace in casa, voglio prepararmi alla nascita del mio bambino, non sprecare i nervi con la figlia di un’altra. Giovanna fa parte del passato di Marco, ma non devo soffrire per lei. Come posso fare in modo che se ne vada, senza distruggere la nostra famiglia? Sono al limite, e ho bisogno di una via d’uscita.