— È arrivato da me con solo uno zaino — la voce di Bianca tremava mentre raccontava all’amica di suo marito, seduta nel loro piccolo appartamento in affitto a Firenze. — Tutto quello che aveva, l’ha lasciato alla sua famiglia. E ogni mese, puntuale come un orologio, paga gli alimenti. E io… io non so come andare avanti.
Dieci anni fa, Bianca, allora una studentessa di diciannove anni, si era innamorata di Lorenzo. Lui ne aveva trentaquattro ed era sposato. La differenza d’età non aveva fermato nessuno. La loro passione aveva oscurato tutto: Lorenzo aveva lasciato la famiglia, abbandonando moglie e figli per Bianca. Ancora oggi stavano insieme, convivendo a Firenze, ma la loro felicità era offuscata dal peso del passato che li trascinava verso il fondo.
Quando Lorenzo aveva lasciato la famiglia, i suoi figli avevano sei e nove anni. Ora erano adolescenti, ma allora erano solo bambini che avevano bisogno di un padre. Partendo, aveva lasciato tutto all’ex moglie, Marta: l’appartamento, la macchina, i risparmi. Ma insieme alle proprietà, le aveva lasciato anche sua madre, Rosa, che per lei si era trasformata in un fardello troppo pesante.
La storia della loro famiglia era iniziata in un piccolo monolocale di Marta, ereditato dalla nonna. Con la nascita dei bambini, era chiaro che lo spazio non bastava. Allora Rosa, appena andata in pensione, aveva offerto il suo aiuto. Possedeva un modesto appartamento in un paese vicino. Lo vendette, e la giovane coppia trovò un acquirente per il monolocale di Marta. Unendo i soldi, comprarono un ampio trilocale, dove Rosa diventò padrona di casa a pieno titolo, accanto al figlio e alla nuora.
L’idea sembrava buona: la nonna avrebbe aiutato con i nipoti, vivendo accanto alla famiglia invece che sola. All’inizio, tutto funzionava. Rosa accudiva i bambini, cucinava, e Marta, senza fermarsi troppo in maternità, tornò presto al lavoro. I soldi bastavano per tutto: viaggi in vacanza, una bella macchina, una casa arredata. Le litigate capitavano, ma in generale, la famiglia viveva in armonia. Rosa era una seconda mamma per i nipoti e un sostegno per Marta.
Poi arrivò Bianca. Lorenzo si innamorò come un ragazzino e, senza guardarsi indietro, lasciò la famiglia. Se ne andò, lasciando a Marta e ai bambini l’appartamento, ma con loro anche sua madre. Rosa rimase in quella casa, perché non aveva altro posto dove andare. All’inizio, cercarono di sostenersi a vicenda per il bene dei bambini. Marta e la suocera dividevano le faccende, cercando di mantenere la pace. Ma senza Lorenzo, che era sempre stato il legame tra loro, tutto crollò.
Quell’appartamento, una volta caldo e accogliente, diventò una fredda convivenza forzata. Marta, che aveva appena compiuto quarant’anni, cresceva da sola due figli adolescenti. Rosa, con le gambe malate e lo sguardo stanco, occupava una delle stanze. Quasi non si parlavano, evitandosi a vicenda. L’ex nuora e la suocera, che un tempo bevevano il tè e ridevano insieme, erano diventate estranee. Ogni sguardo, ogni passo nel corridoio ricordava che quella casa non era più una casa, ma un campo di battaglia.
Marta aveva più volte chiesto a Lorenzo di aiutarla a dividere l’appartamento. Anche Rosa supplicava il figlio di trovare una soluzione per vivere separatamente. Ma Lorenzo, che ora pagava il mutuo per la casa in affitto con Bianca, non aveva i soldi. Alzava le spalle:
— Faccio già tutto quello che posso. Pago gli alimenti, cosa volete di più?
Bianca, ascoltandolo, sentiva il peso della colpa. Sapeva che la sua famiglia era finita in quella situazione per causa sua, ma non poteva cambiare nulla. Le faceva male vedere Lorenzo soffrire, diviso tra il dovere verso i figli e la loro nuova vita.
E in quell’appartamento nel centro di Firenze, la guerra silenziosa continuava. Marta, stremata dal lavoro e dalla crescita dei figli, guardava Rosa e vedeva in lei il ricordo del tradimento di Lorenzo. Rosa, sola e malata, si sentiva un peso, ma non poteva andarsene. I ragazzi, cresciuti tra questi drammi, si chiudevano sempre più in se stessi, senza capire perché la loro casa fosse diventata così fredda.
Vivevano sotto lo stesso tetto, ma ognuno nella propria solitudine. Quella che un tempo era una famiglia unita, piena di risate e profumo di torte, era diventata solo l’ombra del passato. Marta sognava la libertà, Rosa la pace, e Lorenzo, scappato verso un nuovo amore, aveva lasciato solo distruzione. E nessuno sapeva come ritrovare il calore perduto.