Punizione per l’Avidità: Storia di uno Spirito dell’Acqua Ingannatore

**Punizione per l’avidità: La storia dell’imbroglione acquatico**

La porta cigolò non appena suonai il campanello. Sulla soglia c’era una donna anziana, sui settant’anni, con uno sguardo acuto e un sorriso sornione.

«Buongiorno,» dissi educatamente.

«Buongiorno, giovanotto,» rispose lei. «Ma perché senza avvisare? Non hai paura di qualche vecchina sospettosa?»

«Io, caro, ho avuto paura di tutto nella vita. Ora tocca a me spaventare gli altri,» rise l’anziana. «Entra pure. Sei qui per l’assistenza sociale o che altro?»

«Nonna, rappresento un’azienda che vende dispositivi miracolosi. Lo colleghi e l’acqua del rubinetto diventa pura come quella di una sorgente. Senza chimica, come una volta.»

«Ma guarda, ho in casa un folletto dell’acqua,» disse lei, sorpresa. «Ben venga!»

Feci il gesto di pulirmi i piedi sul tappetino.

«Posso entrare con le scarpe?» chiesi, indicandolo.

«Lascia stare. Mia figlia pulirà dopo, lei è giovane e forte, non come me, vecchia decrepita.»

«Ma cosa dice! Lei è vivace, bella, le guance rosee—sembra pronta per una festa di paese,» mormorai con un sorriso finto. «Dov’è la cucina? Le mostro il prodotto…»

«Adulatore,» sbuffò la nonna. «Non mi guardo più negli specchi, ma ti credo. Vieni.»

Una volta in cucina, guardandomi intorno, domandai:

«Ma come mai non si riflette? È una vampira?»

«No, no,» rise. «Mia figlia ha fissato gli specchi troppo in alto, e io sono piccola. Non ci arrivo neanche saltando.»

Iniziai a installare il filtro, mostrando l’acqua torbida prima e cristallina dopo. Lei annuiva interessata.

«Lo compro,» disse all’improvviso. «Ma prima bevi un tè con me. Da sola è triste. Solo cinque minuti. È un tè speciale, alle erbe.»

Mise l’acqua a bollire e preparò una tisana profumata, riempiendo la stanza di note di menta e tiglio.

«Hai famiglia? Figli?» chiese, casuale.

«No, sono solo.»

«Meglio. Sei troppo giovane. Che ne pensi del tè?»

«Straordinario, nonna. Dove lo compra?»

«Io non lo compro. Me lo portano le fate per il mio compleanno.»

Risi, pensando scherzasse, ma presto il sorriso mi si gelò sulle labbra.

«Dimmi, ragazzo, perché giri per le case? Per l’acqua pulita? Non ci credo.»

E allora, senza volerlo, parlai:

«No, certo che no. Compro filtri a poco prezzo e li rivendo a venti volte il costo. A volte aggiungo qualcosa all’acqua per renderla più buona. La gente ci casca, e io ci guadagno.»

«Ecco fatto,» annuì lei, calma. «Te l’avevo detto: il mio tè è magico. Chi lo beve non può mentire. Le fate? Sì. Hanno preparato questa miscela. Per la tua frode, sarai punito.»

Volevo protestare, ma il mio corpo si dissolse in un vapore leggero, cadendo lentamente in un catrame di rame che la nonna aveva preparato.

«Volevi essere uno spirito dell’acqua? Ora lo sarai. Il nostro folletto del fiume cercava un aiutante. Lavorerai lì per dieci anni, poi vedremo.»

Prese il catrame e lo vuotò nel lavandino.

«Ah, sì, “perché non ti rifletti, nonna?” Perché ho trecento anni. Gli specchi sono alti perché la gente non si spaventi.»

Rise da sola.

«Il primo venne a cambiare il contatore—ora guida i fulmini durante i temporali. L’aria è la sua natura. La tua sarà l’acqua. Vi conoscerete. Alla prossima pioggia.»

Passò davanti allo specchio, dove nulla si riflesse. Solo un’ombra scivolò sul pavimento, svanendo nel silenzio della vecchia casa.

**Lezione:** Non ingannare chi sembra indifeso—potrebbe saperne più di te.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

twelve + nineteen =

Punizione per l’Avidità: Storia di uno Spirito dell’Acqua Ingannatore