Tradimenti nella nuova casa

**Tradimento nella nuova casa**

Marco e Giulia si sposarono e si trasferirono in un nuovo appartamento alla periferia di Milano. Erano pieni di felicità: i giovani sistemavano la casa, creavano comfort, sognando il futuro. Ma dopo sei mesi arrivarono i genitori di Marco in visita. All’inizio sembrarono sorpresi dalla presenza di Giulia, e durante la cena, dopo qualche bicchiere di vino, scoppiò una lite.

— Perché hai portato questa qui? — sbottò la suocera con tono tagliente.

— Come sarebbe? Sono sua moglie! — replicò Giulia, sentendo il sangue salirle al viso.

— Moglie? — ridacchiò la suocera, una risata carica di disprezzo. — Che moglie? Non farmi ridere! Marco ha già una moglie e due figli. I nostri nipoti! E tu chi sei? Volevi solo mettere le mani sul suo appartamento?

Giulia guardò Marco, ma lui abbassò gli occhi, sussurrando:

— Va’ da tua madre, io risolvo. Domani mattina li mando via.

Quando Giulia compì diciotto anni, sua iniziò a parlare di matrimonio. Non la pressava, ma si preoccupava: Giulia passava troppo tempo in casa con i libri. Non era asociale—a scuola e all’università era attiva—ma respingeva le attenzioni dei ragazzi. Preferiva immergersi in una storia piuttosto che uscire per appuntamenti. Sua madre temeva che sarebbe rimasta sola.

Dopo la laurea, Giulia trovò lavoro come impiegata, ma la sua vita non cambiò: casa, lavoro, casa. Allora i genitori decisero che era ora di vivere da sola. Avevano comprato per lei un trilocale in un vecchio palazzo e lo affittavano. Dopo averlo ristrutturato, le consegnarono le chiavi, praticamente cacciandola da casa.

Giulia si sentì tradita. Come potevano cacciare così una figlia? Ma la vita la costrinse ad adattarsi. Non le piaceva pulire un appartamento grande né fare la spesa, finché non arrivò Marco. Si occupava delle faccende domestiche, conquistandole il cuore.

Quando Giulia lo presentò ai genitori, sua madre si turbò. Sperava per la figlia un marito con una laurea e una casa di proprietà. Marco, meccanico, affittava una stanza in un dormitorio lì vicino. Suo padre disse soltanto:

— Vedremo col tempo.

Marco amava Giulia, e questo bastava. Il matrimonio fu modesto, presenti solo i suoi genitori. Quelli di Marco, da un paesino lontano, non vennero, e i giovani rimandarono la visita.

Un anno dopo, la coppia pensò ai figli. Marco propose di vendere il vecchio appartamento senza ascensore e comprarne uno nuovo, in un condominio moderno, anche se in periferia.

— Con un bambino e un passeggino, come saliamo al quinto piano? — la convinse.

Giulia accettò, sebbene sua madre fosse contraria. Il giorno della firma del contratto, Marco finì in ospedale con l’appendicite. Giulia dovette occuparsi dei documenti da sola, portando con sé la madre, abituata a scegliere per lei.

Marco tornò dall’ospedale nella nuova casa. Sistemarono tutto con entusiasmo: tende, mobili… La vita sembrava perfetta, finché non arrivarono i suoi genitori.

A tavola, la suocera lanciò accuse. Giulia, sconvolta, non riusciva a crederci. Marco restò in silenzio, chiedendole solo di andarsene. Lei impacchettò qualcosa e partì per casa della madre, il cuore spezzato.

Il giorno dopo tornò. I genitori di Marco se n’erano andati, l’appartamento era immacolato.

— Cos’ha detto tua madre ieri? — chiese Giulia, trattenendo le lacrime.

— Non ci pensare. C’era una donna, mi ha dato due figli. Ma ora sono con te — rispose lui con noncuranza.

— Mi hai mentito! È un tradimento! — urlò Giulia. — Non posso vivere con un bugiardo!

— Non puoi? Vattene! L’appartamento resta a me. Se mi denunci, pagherò la tua parte finché vivo — sogghignò.

— Sarai tu a andartene — replicò gelida Giulia. — Non per niente mamma ha insistito per intestarmi la casa. Sentiva l’inganno…

Giulia rimase sola nel grande appartamento. Le serate le passava di nuovo con i libri, ma non la consolavano. Il cuore le doleva per il tradimento. Aveva amato Marco, si era fidata, e lui le aveva nascosto un’altra famiglia.

Sua madre veniva a confortarla:

— Figlia mia, te l’avevo detto che non era l’uomo giusto. Ma non sei sola, ci sono io.

Giulia annuiva, ma sentiva il vuoto. Non chiese il divorzio—lasciò a lui la decisione. L’appartamento comprato dai suoi genitori divenne la sua fortezza, ma anche un ricordo dei sogni infranti. Marco chiamava, chiedeva perdono, ma lei non rispondeva.

A volte, sfogliando un romanzo, Giulia immaginava come sarebbe stata la loro vita senza quella menzogna. Ma la realtà fu spietata: di nuovo sola, con i libri e il cuore a pezzi.

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