Bisnonna che ha cambiato tutto

Anna sedette il suo coniglio di peluche sul divano e gli puntò un dito minaccioso:

— Resta qui, altrimenti arriva la bisnonna e prenderà il tuo posto!

Elena, sentendo il brontolio della figlia di otto anni, sorrise mentre continuava a lucidare la finestra della cucina. L’orologio a muro con la piccola figura di un cigno ticchettava allegramente, segnando i minuti che mancavano all’arrivo della bisnonna, Paolina Gregorio, che da poco aveva compiuto ottantatré anni.

Per la prima volta in nove anni, Paolina Gregorio aveva deciso di intraprendere un viaggio così lungo—attraverso mezza Italia—per abbracciare la nipote e conoscere finalmente la pronipote.

Una volta, Elena aveva vissuto con lei in un piccolo paesino toscano, insieme ai genitori e alla nonna. Ma nel 2004 se n’era andata, si era sposata e aveva messo radici in un nuovo posto. La madre di Elena la visitava quasi ogni anno, mentre la nonna, già allora non più giovane, aveva sempre sperato che la nipote e la sua famiglia la andassero a trovare.

Ma la vita della giovane coppia era stata divorata dal mutuo e dal lavoro. Le vacanze erano rare, e il viaggio verso casa veniva rimandato di volta in volta.

Quell’anno aspettavano la madre di Elena, ma invece era arrivata la decisione di Paolina Gregorio—a ottantatré anni, con il cuore malandato, le gambe stanche, dopo aver attraversato migliaia di chilometri.

— Mamma, a cosa ci serve la bisnonna se abbiamo già la nonna Vera e la nonna Nina? — disse Anna con la schiettezza tipica dei bambini, incrociando le braccia.

— Come, a cosa ci serve? È la mia nonna e la tua bisnonna. Viene a trovarci per stare insieme. Te ne ho parlato!

Anna arricciò il naso:

— Ma è vec-chia!

Elena parlava spesso al telefono con Paolina Gregorio, e quando Anna era cresciuta abbastanza, le aveva passato la cornetta perché potessero chiacchierare. C’erano anche delle foto. Ma si era capito che la voce al telefono e le immagini non potevano sostituire il contatto reale. Anna, che non aveva mai conosciuto la bisnonna di persona, vedeva in lei solo “una vecchietta.”

Elena avrebbe voluto sgridarla, ma si trattenne. Un senso di colpa le bruciava dentro: in nove anni non erano mai riuscite a tornare in Toscana. Si sedette accanto alla figlia e cominciò a raccontare:

— Sì, è anziana. Ma è la nostra famiglia, proprio come la nonna Vera e la nonna Nina. Non si parla così degli anziani. Paolina Gregorio è una donna straordinaria, ti piacerà.

Sembrava che Anna avesse capito, ma nel cuore di Elena rimaneva un peso. Vergogna perché sua figlia non conosceva la bisnonna, perché lei stessa non aveva trovato il tempo per andarla a trovare.

Quello stesso giorno, Elena ricevette un pacco alla posta. L’indirizzo del mittente era quello di Paolina Gregorio. Strano, visto che sarebbe arrivata di lì a pochi giorni. A casa, aprendo la scatola, Elena trovò regali e vestiti ripiegati con cura. Anna, che girava intorno curiosa, fu la prima a notare un ventaglio antico, un po’ ingiallito ma elegante, come uscito da un altro secolo. Accanto c’erano guanti di pizzo delicati e, in una busta a parte, un abito da ballo sfarzoso.

— Wow! Cos’è questo? — Anna spalancò gli occhi, toccando il tessuto.

— Non so perché la nonna ci abbia mandato queste cose se tra poco viene lei — disse Elena, confusa.

— È suo? — Anna guardava con scetticismo. — Ballava, come me?

L’abito, anche se antico, era magnifico, con ricami delicati. Per tutta la sera, Elena e Anna osservarono i vestiti, chiedendosi cosa avesse in mente la nonna. Anna si innamorò del ventaglio, provò i guanti anche se le stavano larghi, e sognò di avere un abito così per le sue esibizioni di danza.

— Quando sarai più grande, te ne faremo uno uguale — promise Elena, nascondendo un sorriso.

Tre giorni dopo, Riccardo, il marito di Elena, andò all’aeroporto a prendere Paolina Gregorio. Elena, ricordando le parole di Anna sulla “vecchia,” era nervosa, temendo che la figlia potesse dire qualcosa di sbagliato.

— Ragazze, ecco la nostra ospite! — gridò allegro Riccardo dalla porta.

Elena colse subito l’entusiasmo nella sua voce.

— Una nonnina fantastica — sussurrò alla moglie, strizzandole l’occhio.

Dietro di lui c’era Paolina Gregorio: un cappotto elegante, un cappellino, stivali con un tacco basso e una borsetta in mano. Le sopracciglia leggermente truccate, gli occhi con una sottile riga di eyeliner, le labbra perfettamente colorate. Elena ricordava le sue parole da bambina: “Le labbra devono essere impeccabili, anche senza specchio.” E la nonna ci riusciva, come una maestra.

— Nonna! — Elena le corse incontro, trattenendo le lacrime.

Dopo il lungo volo, Paolina Gregorio sembrava stanca, ma i suoi occhi brillavanoAnna si avvicinò piano alla bisnonna e, senza dire una parola, le prese la mano, sentendo per la prima volta il calore di un amore che aveva sempre avuto ma che solo ora capiva davvero.

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Bisnonna che ha cambiato tutto