«Ho 67 anni e vivo da sola. Prego i miei figli di prendermi con loro, ma rifiutano. Non so come andare avanti.»
«Ho 67 anni e vivo da sola. Mio marito è morto da tempo, e non so come affrontare questo vuoto. Chiedo ai miei figli di accogliermi, ma non vogliono. Non so come continuare…» Nelle città frenetiche come Milano, la solitudine diventa un peso insostenibile. Le folle di sconosciuti per strada non portano gioia, soprattutto agli anziani. A questa età, fare nuove amicizie è quasi impossibile, e la malinconia diventa una compagna costante.
Oggi parliamo della solitudine nell’età avanzata e scopriamo cosa ne pensa uno psicologo. Forse questa storia darà a qualcuno la forza e l’ispirazione per cambiare la propria vita.
«Ho 67 anni, vivo sola in un piccolo appartamento alla periferia di Milano. Mio marito se n’è andato molti anni fa. Lavoro ancora perché solo il lavoro mi salva dalla noia. Ma negli ultimi anni vivo come in pilota automatico—niente mi dà gioia, tutto sembra grigio e senza senso.»
«Non ho hobby, e non cerco nemmeno di trovarne. Mi sento troppo vecchia per questo. Ho proposto a mio figlio e alla sua famiglia—ha tre bambini—di trasferirsi da me, ma mia nuora ha rifiutato. Immagino non voglia vivere sotto lo stesso tetto con una vecchia.»
«Pensavo di andare a vivere con mia figlia, ma ha la sua famiglia e anche lei non vuole che mi trasferisca. Però sono sempre felici quando vado a trovarli. Prepariamo il caffè, cucinano una cena deliziosa, ascoltano le mie storie. Ma più vado da loro, meno voglio tornare nel mio appartamento vuoto. Eppure devo…»
Grazia, la nostra protagonista, non sa come uscire da questo circolo vizioso. La sua vita, anche a 67 anni, non dovrebbe essere così triste. L’unica luce in questa storia è che ha iniziato a pensare al cambiamento e a cercare modi per affrontare la solitudine. Questo le dà una speranza.
«Mancanza di hobby e, peggio ancora, mancanza di voglia di cercarli possono essere segni di depressione. Grazia dovrebbe consultare un neurologo, uno psicologo o uno psicoterapeuta», consiglia lo psicologo.
Secondo lo specialista, oggi 67 anni non sono affatto vecchiaia. Il problema non è che i figli non vogliono vivere con la madre. I figli adulti apprezzano il loro spazio, dove hanno costruito la loro vita. Costringerli a cambiare non è giusto.
«Grazia deve abbandonare l’idea che la felicità sia possibile solo vicino ai figli. Può cambiare la sua vita da sola. Basta guardarsi attorno: a Milano ci sono decine di eventi, può visitare posti dove non è mai stata o conoscere nuove persone. Nuove esperienze sono ciò di cui ha bisogno», dice lo psicologo.
Sembra che lo specialista abbia ragione: Grazia dovrebbe vedere la sua vita da un’altra prospettiva. Se i figli sono occupati con le loro vite e non vogliono vivere insieme, non bisogna insistere. Soprattutto perché il rapporto con loro è comunque affettuoso e sereno. Perché non provare a dare un nuovo significato alla propria vita?
Nella terza età, quando si ha ancora tempo ed energie, si possono realizzare sogni rimandati da giovani. C’è chi inizia a dipingere, chi si iscrive a un corso di ballo, chi viaggia. Il peggio è quando i giorni si confondono in una routine monotona: televisione, medico, supermercato… Una vita così alimenta la solitudine, spingendo una persona in un angolo.
Oggi le opportunità per persone di ogni età sono immense, e sarebbe sciocco non approfittarne. Alcuni trovano l’amore quando hanno già nipoti adulti, altri scoprono nuove passioni dopo la pensione.
Ma molto dipende anche dalle generazioni più giovani. Figli e nipoti possono aiutare i loro cari a non perdere interesse per la vita. A volte basta un semplice gesto: una telefonata, un invito a cena o una passeggiata insieme. Per una persona anziana, può essere una vera salvezza.