Oggi ho pensato molto mentre preparavo l’insalata russa in cucina.
“Giovanni Rossi sembra proprio stanco,” ho detto a mio marito.
“Da dove lo deduci?” mi ha chiesto Paolo sorpreso.
“Non è riuscito a sollevare la piccola Mariella per mettere la stella sull’albero. E prima invece…” ho sospirato.
“Ma è ancora forte, dai! Forse era solo un po’ affaticato,” ha risposto Paolo.
“No, caro, gli anni passano per tutti. Da ora andrai tu a fare la spesa per i tuoi genitori una volta a settimana, e non discutere,” ho detto sistemandomi i capelli prima di prendere il piatto con l’insalata. “Andiamo a tavola.”
Giovanni ha sentito tutto. Si è fermato ad accendere la luce in bagno e ha per caso colto la nostra conversazione.
La vigilia di Capodanno, i Rossi hanno sempre avuto una tradizione: riunirsi tutti a casa dei nonni per una cena in famiglia e festeggiare insieme. Questo anno non era diverso. Il figlio maggiore era arrivato per primo con la sua famiglia. Io aiutavo a preparare la tavola, mentre i nipotini decoravano l’albero in salotto.
Giovanni ha aperto l’acqua e si è seduto sul bordo della vasca.
“Ha ragione, Daniela. È proprio così. Da quando sono andato in pensione, ho cominciato a sentirmi inutile. Poi è arrivata questa apatia, questa noia che mi fa quasi piangere.”
“Giovanni, tutto bene?” ho chiesto piano, avvicinandomi alla porta del bagno.
“Sì, sì, esco subito,” ha risposto.
Dietro la porta, il piccolo Andrea aspettava ballando sul posto.
“Entra pure!” ha detto il nonno facendolo passare.
A tavola, Giovanni sembrava sempre più cupo. Alzava il bicchiere distrattamente ai brindisi, bevendo poco.
“Papà, sei così pensieroso. È Capodanno, dovresti essere felice. Ti senti male?” ha chiesto Paolo mentre ci preparavamo per andare via, già in piedi nell’ingresso. Io spingevo mio marito a parlargli.
“No, tutto bene, figliolo. Portatemi i nipotini durante le vacanze. Avete progetti di viaggio?” ha sorriso il padre.
“Stiamo ristrutturando casa, Giovanni, non partiremo. Anche voi avete bisogno di riposo. Lasceremo i bambini dai miei genitori, abbiamo già organizzato,” ho detto io.
“Beh, va bene, se è già deciso. Anche i suoceri meritano di vederli,” ha commentato lui, un po’ triste.
Ho sussurrato qualcosa all’orecchio di Paolo.
“Vi porterò la spesa domenica,” ha detto poi, dirigendosi verso l’uscita.
La mamma ha alzato le mani perplessa.
“Che spesa, figlio? I negozi sono vicini, ho già tutto. Se serve qualcosa, tuo padre può andare.”
“Perché dovete scomodarvi, Maria? Paolo passerà. Senza ascensore fino al quinto piano è faticoso, riposatevi,” ho insistito.
Una volta che ce ne siamo andati, la suocera ha borbottato per un po’:
“Eccoci qui, non ci lasciano nemmeno i nipotini, non dobbiamo neanche fare la spesa. Ma che sta succedendo?”
“Daniela è molto premurosa, Maria. Ha a cuore la nostra salute, non pensarci,” ha detto Giovanni.
“Non abbiamo novant’anni, perché dovremmo essere trattati così? Ci considerano già vecchi, e ora non ci lasciano nemmeno i bambini.”
“Li porteranno, vedrai. Hai sentito, stavolta vanno dai suoceri.”
La suocera è rimasta in silenzio.
“Forse ha ragione lui,” ha pensato. “Daniela fa sempre del suo meglio. Viene spesso, aiuta, è sempre sorridente e gentile. L’altra nuora viene solo a mangiare e a prendere le conserve. E del genero è meglio non parlare.”
“Perché sei così giù, Giovanni?” ha chiesto improvvisamente al marito.
“Sono solo stanco,” ha risposto lui.
“Ah, capisco. Riposati allora, ti accendo la TV,” ha detto Maria andando in cucina a riordinare i piatti che avevo lavato.
Giovanni è rimasto sul divano a pensare.
“Oggi non sono riuscito a sollevare Mariella per la stella. E d’estate, quando verrà in campagna? Se non riesco a prenderle una mela? È ancora così piccola. Ho perso tutte le forze.”
Allora ha deciso di rimettersi in forma. Non come a vent’anni, ma almeno per sollevare i nipotini senza fatica.
E così è cominciato. Ogni giorno camminava a lungo, per iniziare con qualcosa di semplice. Ha trovato dei pesi vecchi e polverosi sotto il letto. Sollevarli gli ha dato nuova energia. Poi ha cominciato a fare trazioni alla sbarra con i ragazzi del quartiere.
A poco a poco, le forze sono tornate. Quando è arrivata l’estate, si sentiva così pieno di vita che ha sistemato il giardino della casa in campagna, eliminando vecchie cose inutili e costruendo un parco giochi per i nipotini. Perché tutti potessero divertirsi.
Ad agosto, quando le prugne e le mele erano mature, i figli sono arrivati in campagna. Mariella era felicissima del parco giochi, e anche Andrea lo ha adorato. Giovanni ha trascorso tutto il giorno con loro: a giocare nel prato, a fare il bagno al fiume, a costruire castelli di sabbia.
Il giorno dopo, Andrea è andato verso il prugno e ha chiesto:
“Nonno, mi prendi quella prugna lassù?”
“Su, Andrea, prova tu!” ha detto Giovanni sollevando il nipotino con gioia.
Andrea ne ha raccolte tre con le sue manine.
“E io, nonno! Anch’io!” ha subito gridato Mariella battendo le mani.
“Ti sollevo anche te!” ha esclamato il nonno, posando Andrea e alzando la nipotina senza sforzo. “Il tuo nonno è ancora fortissimo!”
Non perdete mai la speranza. Se c’è anche solo una possibilità, non mollate. Godetevi ogni giorno e apprezzate la vita, perché ne abbiamo soltanto una.