Il proprietario del ristorante trovò una vecchia foto nel portafoglio della lavapiatti… e all’improvviso sbiancò.
Fin da quando aveva memoria, Ginevra Rossi sapeva che la sua vita non sarebbe mai stata come quella delle altre ragazze. Un solo istante della sua infanzia aveva cambiato tutto, lasciandole un segno sia sulla pelle che nell’anima.
A soli sei anni, sopravvisse a un terribile incidente che le sfigurò gran parte del viso con cicatrici. Sua madre, Beatrice, una donna forte e protettiva, da allora dedicò la sua vita interamente alla figlia. Quell’incidente aveva portato via non solo l’incarnato perfetto di Ginevra, ma anche la sua innocenza, trasformando la vita di Beatrice in una lotta continua.
Ginevra crebbe sapendo che le persone notavano prima le sue cicatrici che il resto. Diventò sia una maledizione che, in modo strano, uno scudo. Capì che la maggior parte degli uomini non avrebbe mai guardato oltre il suo viso, e accettò in silenzio che le possibilità di un amore romantico fossero poche.
Ma sua madre non smise mai di dirle il contrario.
«Non preoccuparti, Ginevra», le diceva Beatrice, accarezzandole i capelli. «Un giorno risparmieremo per un bravo specialista. Vedrai, tornerai bellissima.»
Beatrice ci credeva davvero. Era medico, ma faceva turni extra ogni volta che poteva, mettendo da parte soldi in una vecchia scatola di latta, negandosi persino il necessario.
Ginevra spesso protestava.
«Mamma, smetti di ammazzarti di lavoro. Io sto bene così. Forse è meglio così… non finirò mai con uno come mio padre.»
Suo padre, Vittorio, era scomparso subito dopo l’incidente. Ginevra era cresciuta credendo che li avesse abbandonati. Beatrice non parlò mai male di lui. Conservava una vecchia foto: una Beatrice più giovane, con una treccia e un uomo alto e bruno al suo fianco. Ginevra non era ancora nata, era ancora nella pancia di sua madre.
«Era un brav’uomo», ins