Oddio, che rottura!” Stavo per urlare a mia cognata, ma mi sono trattenuta. E ad eccola là, torna di nuovo con la valigia per il weekend…

«Che noia!» Stavo per urlarlo alla cognata, ma mi sono trattenuta. Eccola di nuovo con la valigia per il weekend

«Mi stai stancando!» Avrei voluto gridarlo alla sorella di mio marito. Ho serrato i denti. E lei, come al solito, è arrivata con la sua borsa, pronta a restare.

Mi chiamo Chiara, ho trentanove anni. Sono sposata con Marco da dodici anni. La nostra famiglia è solida, nostro figlio cresce, tutto sembra andare bene. Ma c’è un “ma” che avvelena la mia vita da anni: sua sorella, Valeria.

Valeria ha otto anni più di Marco. Non si è mai sposata, non ha figli. Vive da sola nella casa di fronte a noi e in realtà, vive anche da noi. Non esagero. Appare nel nostro appartamento come un’ombrasilenziosa, insistente, ogni giorno. A volte, ho l’impressione che Valeria abbia una scorta infinita di chiavi per il nostro palazzo.

All’inizio, cercavo di essere educata, persino gentile. Dopotutto, è la sorella di mio marito, famiglia. Pensavo che sarebbe venuta, avrebbe chiacchierato, bevuto un caffè e se ne sarebbe andata. Invece veniva ogni sera. E i weekend. E durante le vacanze. Anche quando avevamo altri ospiti. Quando stavo male, lei era lì.

Valeria non conosce limiti. Commenta tutto: la mia cucina, l’educazione di nostro figlio, il mio modo di vestire. A volte sono troppo silenziosa, a volte rido troppo forte, la mia torta è troppo asciutta o l’appartamento è “in disordine”. Soprattutto, non chiede, pretende. E io accetto. Perché odio i conflitti. Perché Marco mi dice: «Chiara, fai uno sforzo, è sola, siamo tutto ciò che ha.»

Ho pazientato. Ma la pazienza ha un limite.

Valeria lavora come contabile in un’azienda privata. Finisce prima di me e viene direttamente da noi. Torno a casalei è già sul divano, la tv accesa, il gatto nascosto sotto il letto. Mio figlio incollato al telefono. E lei, come se fosse a casa sua. La cena la aspetta. Oppure sono io che devo aspettare che liberi il bagno. Cena con noi, poi racconta per ore le sue “avventure” al fisco, che nessuno ascolta. Poi se ne va. O meglio, a volte resta a dormire, perché “ha paura dei temporali” o perché “il riscaldamento a casa sua non funziona bene.”

Quando organizzavamo una gita, Valeria veniva con noi. Non importava se sognavo un weekend romantico. Non importava se Marco mi aveva promesso una fuga al mare per il mio compleanno. Valeria era lì. Nella nostra camera d’albergo. Sotto lo stesso tetto. Tutto pagato da Marco. Anche se guadagna bene, risparmia, “per i giorni difficili”, dice. A quanto pare, crede che quel giorno difficile sia io.

E la madre di Marco mi considera un’ingrata. «Valeria non è un’estranea, è sola e ha bisogno di noi», dice. Capisco che non abbia marito né figli. Ma perché dovrei sacrificare la mia serenità?

Una volta, ho osato dire a Marco:
Ne ho abbastanza. Non rispetta alcun limite. È ovunque. È insopportabile!

Ha alzato le spalle:
Che vuoi che faccia? È mia sorella

Recentemente, è andata oltre. Siamo andati a teatro, solo noi due. Avevo insistito per quella serata. Un’amica teneva nostro figlio. Appena sedutisquilla il telefono. Valeria.
Dove siete? Perché non mi avete invitata? Volete cancellarmi dalla vostra vita? urlava al telefono.

Due giorni dopo, è tornata. Con la sua borsa. La sua camicia da notte. La sua serie preferita. «Ho il weekend libero, ho deciso di passarlo con voi», ha annunciato.

Ero in piedi in cucina, le mani strette sul bordo del tavolo. Ho trattenuto le lacrime. Ho taciuto. Ma dentro di me, qualcosa si è spezzato.

Non so come dire a Marco che non ce la faccio più. Che ho bisogno di una casa senza un terzo adulto. Senza consigli continui. Senza drammi. Senza Valeria.

E temo che, se nulla cambia, alla fine sarò io a partire. Per ritrovare il respiro. Perché neanche l’amore resiste quando un’altra vita si intromette tra te e tuo marito. Troppo invadente. Troppo rumorosa. Troppo estranea.

Oggi ho capito una cosa: non si può costruire la felicità sul silenzio. Bisogna tracciare confini, anche con la famiglia. Perché nessuno dovrebbe vivere imprigionato in una generosità forzata.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

3 × 3 =

Oddio, che rottura!” Stavo per urlare a mia cognata, ma mi sono trattenuta. E ad eccola là, torna di nuovo con la valigia per il weekend…