– Ma che razza di guastafeste sono passati di qui? Chiama i tuoi parenti, che vengano a rimettere tutto in ordine! – si indignava Lilia.

Che casino hanno combinato qui? Chiama i tuoi parenti e falli venire a sistemare questo disastro si lamentava Lilla. Io non pulirò dopo di loro. Ne ho abbastanza di dover lavare continuamente le lenzuola dopo i tuoi amici. Ormai si sono abituati a dormire nella nostra casa al mare.

Senti, ha chiamato mamma le disse il marito a cena. Lei e i parenti vogliono venire qui il weekend per fare una grigliata.

Che bello per lei rispose la moglie. Che vadano pure, ma noi cosa centriamo? Lilla non amava affatto la suocera.

Vogliono venire nella nostra casa al mare spiegò Marco. Loro non ne hanno una, e io sabato devo andare dal meccanico. Lo diceva come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ho detto che non possiamo venire al mare questo weekend, così mamma mi ha chiesto le chiavi.

A Lilla non restò che accettare, ma poi se ne pentì. Quando il weekend dopo andarono alla casa al mare con il marito, rimase sconvolta da quello che vide. Sembrava che ci fosse passato un uragano.

I lamponi raccolti, il pavimento sporco, sul fornello una pentola con una zuppa rafferma. Dalla finestra della cucina mancava la tenda. Cosa fosse successo, Lilla non riusciva nemmeno a immaginarlo. I genitori di suo marito avevano ormai sessantanni.

Glielo disse chiaro e tondo.

Che casino hanno combinato qui? Chiama i tuoi parenti e falli venire a sistemare questo disastro si ribellò Lilla. Io non pulirò dopo di loro. Ne ho abbastanza di dover lavare continuamente le lenzuola dopo i tuoi amici.

Non è la fine del mondo. Metti tutto in lavatrice, stendi e via.

La prossima volta fallo tu! Sei contento di come hanno ridotto la casa e il giardino?

Ma Marco non chiamò nessuno. Lilla non gli rivolse la parola per un po, poi fecero pace. Erano sposati da soli due anni, si erano uniti per amore, anche se ora Lilla a volte pensava di aver fatto in fretta. Ancora non avevano figli.

La vita scorreva sempre uguale: lavoro, casa, casa, lavoro. Nel weekend uscivano a passeggiare o andavano in gita con gli amici. Tutto cambiò quando la madre di Lilla si risposò allimprovviso e si trasferì in unaltra città con il nuovo marito. La casa al mare di famiglia passò a Lilla.

Da quel momento, tutta la famiglia di Marco improvvisamente si affezionò a lei. Ora cera sempre qualcuno che chiedeva di andare in vacanza nella loro casa al mare. Tutti sanno che la grigliata è più buona allaria aperta!

I parenti cominciarono a spuntare come funghi. Cugini, zie, zii e perfino la nonna di Marco, tutti volevano godersi la natura, il fiume e la grigliata. E poi cerano anche gli amici di Marco.

Arrivavano tutti con lidea di passare la notte. Marco preparava il barbecue come al solito. A Lilla tutto questo cominciava a pesare, ma non voleva rovinare i rapporti con la sua famiglia e gli amici del marito. Però doveva fare qualcosa.

Ora aspettava il weekend con ansia. Quando Lilla e Marco si sposarono, sua madre era già anziana. Aveva avuto il figlio tardi. Cera anche una figlia, la sorella di Marco, più grande di lui di dieci anni. La suocera veniva da un paesino e, chissà perché, pensava che tutto fosse di tutti.

La suocera e la cognata Maria prendevano dalla casa al mare di tutto: creme, shampoo, spugne e persino le pantofole di Lilla. E poi la suocera chiamò di nuovo, chiedendo a Marco le chiavi della casa. Stavata Maria voleva portarci la sua capa. Si parlava di relax e grigliata.

E, come sempre, nessuno aveva chiesto a Lilla cosa ne pensasse.

Diamole le chiavi disse il marito. Certo, ricordava la reazione di Lilla alla visita precedente, ma non voleva parlarne.

Lilla capì che doveva agire, anche perché in questa faccenda il marito si era schierato dalla parte opposta. Dopo aver valutato varie opzioni, chiamò sua madre e si sfogò.

Ti richiamo rispose lei secca.

Venti minuti dopo la richiamò per dirle che sua sorella e il marito sarebbero andati alla casa al mare per qualche giorno. Non preoccuparti di nulla. La zia Elena ti aiuterà.

Lilla sussultò. La zia Elena laveva sempre spaventata. Da piccola lavevano mandata qualche volta a stare da lei in estate, e quei ricordi le erano rimasti per sempre. Sì, Elena sapeva come farsi rispettare.

La zia chiamò quella sera.

Allora, nipote mia, perché non ci dici niente? Avresti potuto chiamarmi prima. Come vuoi che mi comporti? chiese. Un po di paura o radicale? E la zia Elena rise soddisfatta, già pregustando la scena.

Lilla rabbrividì. Gli hai detto che la casa è intestata a te? precisò la zia.

Non ricordo, ma sono tutti convinti che sia mia.

Tranquilla, piccola, faremo tutto per il meglio.

La domenica Marco ricevette una telefonata furiosa dalla suocera. Avete venduto la casa al mare? urlava. E i soldi dove sono? Perché non ci avete detto niente?

A quanto pare, sabato Maria era arrivata con la capa, e la suocera con il marito. Ma sul terrazzo cera già un pittoresco gruppetto di cinque persone che facevano la grigliata.

Ma voi chi siete? esclamò Giuseppina.

E voi, esattamente, chi siete? domandò con voce autoritaria una signora imponente, avanzando verso di loro. Io sono la padrona di casa, non vi conosco, come siete entrati? Dove avete preso le chiavi?

Nel gruppo della suocera regnò limbarazzo. La cognata cercò di spiegare qualcosa sui legami familiari e le chiavi date loro. La padrona di casa la fissava scontenta, e Maria si confuse allistante. Giuseppina preferì tacere.

Alla fine gli tolsero le chiavi, chiesero gentilmente di andarsene e di non tornare. Altrimenti, avrebbero indagato su come si fossero procurate chiavi non loro.

Lilla sentì da lontano la suocera urlare al telefono. Marco non capiva, ma non riusciva nemmeno a dire una parola.

Passa il telefono a tua moglie. Marco porse il telefono a Lilla. La casa al mare non è tua! dichiarò solennemente la suocera.

E voi, forse, lavete chiesto? cercò di mantenere la calma Lilla. O avete deciso che tutto è vostro, e il nostro pure?

Tu capisci che Maria ha invitato la sua capa, sai quali conseguenze ci potrebbero essere? Nellazienda stanno per fare dei tagli e lei voleva ingraziarsela. Se la licenziano, sarà colpa tua ribatté Giuseppina.

E io cosa centro? La zia Elena è la padrona, è venuta a riposarsi, voi non mi avete nemmeno chiesto. Compratevene una vostra e andateci osò dire Lilla. Avete vissuto senza questa casa finora, potete farlo anche adesso.

Dopo questo, io non ci verrò più, e nemmeno i miei parenti sbottò il marito.

Litigarono per la prima volta. Marco si offese. Licenziarono Maria. Non te lo perdonerò mai dichiarò. La mia famiglia ti ha voluto bene, si è pres

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– Ma che razza di guastafeste sono passati di qui? Chiama i tuoi parenti, che vengano a rimettere tutto in ordine! – si indignava Lilia.