Il padre ha visto un livido sotto locchio di sua figlia e ha fatto una telefonata la vita del suo genero è stata distrutta.
Maddalena era sulluscio, salutando i genitori con il suo solito sorriso amichevole. Solo un occhio nero e lucido tradiva largomento che non voleva discutere.
«Mamma, va tutto bene, non farci caso», disse in fretta, notando lo sguardo attento della madre.
Maria Elisabetta sospirò profondamente. «È affar tuo, figlia mia. Devi vivere la tua vita…»
Suo padre non salutò nemmeno il genero. Si avvicinò lentamente alla finestra e fissò nel vuoto, come se non avesse sentito la figlia mormorare qualcosa sullarmadio e sul buio.
«È che… ieri sera sono inciampata per sbaglio. Dai, mamma, sto bene io e sta bene anche Federico!»
Bene? Maddalena ricordava perfettamente cosa era successo il giorno prima. Federico, sempre furioso, non aveva solo gridato contro di lei. Quando aveva osato dirgli quanto fosse stanca di tutto, lui laveva afferrata per il colletto del pigiama così forte da strapparglielo.
«Cosa, puttana, non ti ricordi a chi devi di essere ancora viva e di non pensare a niente?!», aveva urlato, scuotendola. «Hai dimenticato come ti riportavo a casa dalle osterie quando scappavi da me per quel Matteo? Hai dimenticato chi ti ha amato, stupida? Ti ho portato in braccio!»
E poi un colpo forte. Da uomo, un pugno. Le stelle le erano apparse davanti agli occhi, poi il dolore laveva travolta… E Federico che continuava a urlare qualcosa di volgare.
«Sì, figlia, ho capito. Armadio… buio», borbottò la madre, anche se sapeva benissimo cosa era successo.
E si sentiva in colpa. Era stata lei a costringere Maddalena a sposare Federico! Era stata lei a allontanare Matteo dalla figlia, credendo che fosse una cattiva influenza.
«E il tuo armadio, figlia, a giudicare da tutto, ha i pugni», disse Maria Elisabetta con sarcasmo, lanciando unocchiata al genero.
Giuseppe non si voltò mai dalla finestra. Uscì sul balcone a fumare. A differenza della moglie, non aveva mai sostenuto Federico. Sembrava… distaccato. Egoista e superficiale. Sì, veniva da una famiglia benestante, con un appartamento, una macchina, relazioni e prospettive. Ma era marcio dentro.
E ora quella marcescia era emersa un livido sotto locchio di mia figlia.
Certo, Giuseppe avrebbe potuto afferrare il genero per il bavero e dargli un ceffone. Ma non avrebbe portato a nulla se non a un litigio. E non ne aveva nemmeno voglia. Si era trattenuto… Così era uscito sul balcone.
Sapeva che avrebbe risolto il problema in un altro modo. E sapeva già come.
Aveva parlato a lungo al telefono su quel balcone…
Intanto, Maddalena aveva comprato un caffè alla madre e avevano chiacchierato del più e del meno. Mezzora dopo, i genitori se ne erano andati.
Federico, che si aspettava rimproveri e scenate, finalmente si rilassò. Si risedette sul divano, aprì una birra e persino sorrise. Nella sua mente, il silenzio dei suoceri significava accettazione. La famiglia è famiglia, e i lividi fanno parte della vita. Nessuno ti mette i bastoni tra le ruote. Sicuro!
«Vedi, Maddalena, te lavevo detto che tutto si sarebbe sistemato!», disse soddisfatto, trascinando le parole. «I tuoi genitori sono persone normali, con buon senso. Non come te… Ieri mi hai attaccato con le tue scuse! Ho festeggiato, ho bevuto e allora?»
Prese un sorso di birra e allungò la mano verso le patatine.
La gioia durò poco.
Non era passata nemmeno mezzora quando qualcuno bussò alla porta. Non suonò, bussò. Con decisione. Quel colpo sicuro fece sì che Federico posasse la bottiglia sul tavolo e si irrigidisse.
Andò alla porta, guardò dallo spioncino… e impallidì.
Matteo era sulluscio. Il suo rivale. Lex di Maddalena. Quello che quasi laveva sposata, ma laveva lasciata andare. Bello, alto, sicuro di sé. Con un giubbotto costoso e quellespressione che faceva tremare le donne e voleva far alzare le mani agli uomini.
«Che vuoi?», ringhiò Federico, aprendo la porta giusto per mostrare il suo fastidio, ma senza far entrare nessuno.
«Si è fatto da parte», disse Matteo con calma, spingendo Federico via con una spallata.
Lui indietreggiò come un burattino.
Maddalena si alzò dal divano, a occhi spalancati.
«Matteo…»
«Su, su, preparati», disse lui, breve. «Se vuoi, veniamo da me. Se vuoi, andiamo dai tuoi genitori. Ma perché hai bisogno di questo fallito?»
«Chi chiami fallito, idiota?», sbottò Federico, ma rimase nellangolo come inchiodato.
Aveva le sue ragioni per aver paura di Matteo.
«Ti ho chiamato, Federico. Proprio te», sorrise Matteo con calma. «Non volevo immischiarmi, non volevo entrare nella tua vita. Ma quando il padre di Maddalena un uomo perbene, tra laltro mi ha chiamato e mi ha detto che la picchiavi… allora ho preso il testimone.»
«Di che… di che stai parlando?!», gracchiò Federico.
«Be, non lho preso proprio così, ovvio», rise di nuovo Matteo. «Solo che lo spazio che affitti per il tuo club appartiene a un mio amico. Un amico molto stretto. In ogni caso, riceverai una notifica di mancato rinnovo del contratto. Capito? Ti è già arrivata in ufficio.»
Federico si raddrizzò come se fosse stato colpito.
«In più, ho calcolato gli arretrati dellaffitto per sei mesi. Ti ricordi, ti avevano avvisato: laffitto sarebbe aumentato quando il club avrebbe iniziato a fare profitto? Ebbene, è aumentato sei mesi fa. E la notifica è rimasta a lungo sulla tua scrivania semplicemente non lhai letta. Io e Michele abbiamo taciuto, aspettando che il debito crescesse. Più penali, interessi… Mi segui? Ora hai ufficialmente un debito. Uno grosso e sgradevole. Vuoi che ti dica la cifra?»
Matteo si chinò verso Federico:
«E so che non hai un euro per pagare quel debito. Avresti dovuto passare meno tempo a bere con le ragazze.»
Federico si accasciò sulla sedia come un limone spremuto.
«Questa… questa è una trappola!», borbottò, a occhi sbarrati. «Tu… tu mi hai messo quei documenti!»
«Pensa quello che vuoi», scrollò le spalle Matteo. «Potresti anche fare causa. Ma il tuo avvocato, come vedi, si è dimesso. O forse lhai licenziato? Chi ti difenderà ora? Il tuo barista col piercing al naso?»
Federico voleva dire qualcosa, ma aprì solo la bocca.
«Maddalena, andiamo. Non serve portare le tue cose. Ti comprerò tutto quello che ti serve. E quello che hai qui… non lo meriti. Solo stracci da mercato.»
«Matteo, aspetta», disse Maddalena, confusa. «Tutto questo sta succedendo così… in fretta. Non capisco…»
«In fretta è






