Una coppia torna felice da una cena di compleanno indimenticabile.

Un coppia rientrava felice da una cena di compleanno indimenticabile.

Isabella tornava a casa con suo marito dal ristorante dove avevano festeggiato il suo compleanno. La serata era stata perfetta. Cerano tante persone: familiari, colleghi di lavoro. Molti Isabella non li aveva mai visti prima, ma se Lorenzo aveva deciso di invitarli, un motivo cera.

Isabella non era il tipo da contraddire le decisioni del marito; odiava i litigi. Era più semplice assecondarlo piuttosto che difendere il proprio punto di vista.
Isabella, le chiavi non sono troppo giù nella borsa? Puoi prenderle?
Isabella aprì la borsa, frugando alla cieca. Allimprovviso, un dolore acuto la fece sobbalzare, e lasciò cadere la borsa per terra.
Perché gridi?
Mi sono punta con qualcosa.
Con tutto quel caos che hai dentro, non mi stupisce!

Isabella non rispose, raccolse la borsa e ne estrasse delicatamente le chiavi. Entrarono nel loro appartamento e presto dimenticò laccaduto. Stanca, con le gambe doloranti, voleva solo farsi una doccia e andare a letto. La mattina si svegliò con un dolore lancinante alla mano: il dito era rosso e gonfio. Allora ricordò la sera prima, afferrò la borsa per capire cosa fosse successo. Scavando con cura, trovò sul fondo un grande ago arrugginito.

Ma cosè questa roba?
Non capiva come avesse potuto finirle lì dentro. Tirò fuori lo strano oggetto e lo gettò nella spazzatura. Poi si diresse verso larmadietto dei medicinali per disinfettare la ferita. Dopo aver fasciato il dito, Isabella andò al lavoro. Ma allora di pranzo si sentì febbricitante.

Chiamò il marito:
Lorenzo, non so cosa fare. Ieri avrò preso uninfezione. Ho la febbre, mal di testa, mi sento tutta dolorante. Sai cosho trovato nella borsa? Un ago arrugginito, e mi ha punto!
Dovresti vedere un medico, non si sa mai, potrebbe essere grave.
Non preoccuparti, ho disinfettato, passerà.

Ma col passare delle ore, Isabella stava sempre peggio. A fine giornata, prese un taxi per tornare a casa, incapace di sopportare i mezzi pubblici. Arrivata, crollò sul divano e si addormentò.

Sognò sua nonna Grazia, morta quando lei era piccola. Non sapeva come, ma era sicura che fosse proprio lei. Fragile e curva, il suo aspetto avrebbe spaventato molti, ma Isabella sentiva che la nonna voleva aiutarla.

La nonna la condusse attraverso un campo e le mostrò quali piante raccogliere, dicendole di preparare un infuso per purificare il corpo. Le spiegò che qualcuno le voleva male, ma doveva sopravvivere per difendersi. Il tempo stringeva.

Isabella si svegliò sudata. Credeva di aver dormito a lungo, ma erano passati solo pochi istanti. Sentì la porta sbattere: Lorenzo era tornato. Scivolò giù dal divano per raggiungerlo in corridoio. Quando la vide, lui sussultò:
Cosa ti succede? Guardati allo specchio!

Isabella si avvicinò. Il giorno prima aveva visto una donna sorridente. Ora non si riconosceva: capelli spenti, occhiaie, pelle grigiastra, sguardo vuoto.
Ma che sta succedendo?

Improvvisamente ricordò il sogno e disse al marito:
Ho sognato la nonna. Mi ha detto cosa fare
Isabella, vestiti, andiamo allospedale.
No, non ci vado. La nonna ha detto che i medici non potrebbero aiutarmi.
Scoppiò una lite furiosa. Lorenzo la chiamò pazza, delirante per i sogni sulla nonna. Per la prima volta, litigarono violentemente. Lui voleva portarla allospedale con la forza.

Se ti rifiuti, ti trascino io.
Isabella si divincolò, perse lequilibrio e cadde sbattendo contro uno spigolo. Furioso, Lorenzo prese la sua borsa, sbatté la porta e uscì. Isabella ebbe solo la forza di scrivere al datore di lavoro, dicendo che era malata e sarebbe rimasta a casa qualche giorno.

Lorenzo tornò a tarda notte e chiese scusa alla moglie. Tutto quello che lei disse fu:
Portami domani al paese dove viveva la nonna.
Al risveglio, Isabella sembrava più un fantasma che una donna in salute. Lorenzo continuava a supplicarla:
Isabella, smettila con queste follie, andiamo allospedale. Non voglio perderti.

Ma partirono per il paese. Lunica cosa che ricordava era il nome del villaggio. Non ci tornava da quando i genitori avevano venduto la casa della nonna dopo la sua morte. Durante il viaggio, Isabella dormì. Non sapeva nemmeno in quale campo andare, ma appena si avvicinarono al paese, si svegliò e disse:
È lì.

Riuscì a scendere dalla macchina e crollò sullerba, esausta. Ma sapeva di essere nel posto in cui la nonna laveva guidata. Trovò le piante viste in sogno e tornò a casa. Lorenzo preparò linfuso seguendo le sue indicazioni. Isabella lo bevve a piccoli sorsi, ogni goccia portandole un po di sollievo.

Riuscì ad arrivare in bagno e, quando si alzò, vide che la sua urina era nera. Invece di spaventarla, confermò le parole della nonna:
Il male sta uscendo

Quella notte, Isabella sognò di nuovo la nonna. Sorrideva e parlò:
Un maleficio è stato scagliato contro di te attraverso quellago. La mia cura ti darà forza, ma non durerà. Devi trovare chi ti ha fatto questo e rispedirgli il male. Non vedo chi sia, ma ha un legame con tuo marito. Se non avessi gettato quellago, potrei dirti di più. Ma

Fai così: compra una scatola di aghi e, su quello più grande, recita questa formula: *”Spiriti della notte, voi che avete vissuto, ascoltatemi, fantasmi delle tenebre, svelate la verità. Circondatemi! Indicatemelo, aiutatemelo, trovate il mio nemico”*. Poi infila lago nella borsa di tuo marito. Chi ti ha maledetta si pungerà e sapremo chi è. Così potremo rispedirgli il male.
Dette queste parole, la nonna svanì come nebbia.

Isabella si svegliò. Si sentiva ancora male, ma sapeva che sarebbe guarita. La nonna lavrebbe aiutata.
Lorenzo aveva deciso di restare a casa per curarla. Fu sorpreso quando lei si preparò per uscire da sola:
Isabella, a malapena reggi in piedi. Vengo con te.
Lorenzo, fammi una minestra, ho una fame da lupo dopo questo virus.

Isabella fece esattamente come le aveva detto la nonna. Quella sera stessa, lago incantato era nella borsa di Lorenzo. Prima di dormire, lui le chiese:
Sei sicura di farcela da sola? Forse dovrei restare
Ce la farò.

Isabella stava meglio, ma sentiva che il male resisteva dentro di lei, come se fosse a suo agio. Ma la cura che beveva da tre giorni agiva come un antidoto. Sentiva che ciò non piaceva a ciò che era in lei.

Attese con ansia il ritorno di Lorenzo dal lavoro. Lo accolse sulla porta con una domanda:
Comè andata oggi?
Tutto bene, perché?
Isabella dubitava dellefficacia del suo gesto, ma Lorenzo aggiunse:Si alzò la mattina seguente scoprendo che Irma, la collega di Lorenzo, era stata trovata morta nel suo letto, il volto contratto in un’ultima espressione di terrore, mentre sul comodino giaceva un ago arrugginitoidentico a quello che l’aveva punta.

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