Felicità Frantumata: Dramma dei Legami Perduti

Felicità Spezzata: il dramma dei legami perduti

Anna si svegliò all’alba, quando i primi raggi di sole appena filtravano attraverso le tende del loro appartamento nel paesino di Bosco. Mentre il marito si crogiolava nel letto, lei preparò la colazione – frittelle sottili, quasi eteree. Metà con prosciutto, metà con formaggio. L’aroma si diffuse per la casa, riempiendola di calore. Marco si alzò quando il profumo raggiunse la camera da letto. Dopo essersi lavato, sedette a tavola e mangiò con gusto, accompagnando il tutto con un caffè forte. Finito l’ultimo boccone, guardò la moglie e disse:

— Anna, ho qualcosa di importante da dirti.

Anna, che stava lavando i piatti, si girò, asciugandosi le mani con un canovaccio.

— Dimmi — rispose, sentendo un’inquietudine crescere dentro di sé.

— Ti lascio. Chiederò io il divorzio — annunciò Marco con calma, ma fermamente.

— Cosa intendi dire? Perché? Dove andrai? — Anna si bloccò, gli occhi sgranati dallo shock.

Quella mattina di sabato era iniziata come sempre. Anna si era alzata alle nove, silenziosamente per non svegliare Marco, e si era messa a preparare le frittelle. Amava quei momenti — la quiete mattutina, il profumo del cibo, il calore della loro casa.

Marco era apparso quando l’aroma delle frittelle aveva invaso l’appartamento. Sedette a tavola in silenzio, mangiò, sorseggiando il caffè con gusto, poi improvvisamente la colpì con quelle parole:

— Anna, ti lascio.

Le sembrò di aver sentito male. Si voltò, fissandolo intensamente.

— So di comportarmi da vigliacco — continuò lui, senza alzare lo sguardo. — Venticinque anni insieme, e io distruggo tutto. Ma non riesco a resistere. Lei… è incredibile. Con lei mi sento di nuovo vivo, giovane. La amo, Anna, ed è una felicità folle!

— E quanti anni ha questa tua felicità? — chiese Anna con freddezza, cercando di trattenersi.

— Ventotto.

— Quindi è solo cinque anni più grande della nostra Elena. E venti più giovane di te. Interessante. Hai conosciuto i suoi genitori? Sono felici della scelta della figlia? Se Elena portasse a casa un genero della tua età, io non ne sarei contenta.

— Perché contare gli anni, se l’amore è nell’anima? — esclamò Marco, la voce tremante di emozione. — Tu non hai più quel fuoco che c’è in Lucia. Vivi secondo vecchi schemi.

— Benissimo — tagliò corto Anna. — Divorziamo e dividiamo i beni.

— Non c’è bisogno di dividerli — replicò lui. — L’appartamento lo lascio a te, Lucia ne ha già uno, bilocale. Io prendo la macchina, tanto a te serve poco.

— No, così non va — scosse la testa Anna. — Ora dici che mi lasci l’appartamento, ma tra qualche anno tornerai a pretendere ogni bicchiere. Sono un’avvocatessa, ho visto fin troppi di questi «generosi». Dividiamo tutto subito: appartamento e macchina. Soldi non ne abbiamo — li abbiamo dati a Elena per il mutuo.

Marco rimase sbalordito dalla sua calma. Si aspettava lacrime, urla, accuse, ma Anna lo aiutò persino a fare le valigie. Al momento dell’addio gli augurò buona fortuna, ma quando la porta si chiuse, lasciò scorrere le lacrime. Venticinque anni insieme — tra gioie e difficoltà. Aveva sempre creduto di avere accanto una persona affidabile. E ora, solo il vuoto.

«Che solitudine è mai questa? — pensò Anna, asciugandosi il viso. — Ho Elena, mio genero, e il nipotino Matteo».

Rimase seduta in camera, tra le cose sparse che Marco aveva frettolosamente raccolto. I ricordi arrivarono come un’onda. Il loro matrimonio — Anna al secondo anno di università, Marco al quarto. Poco dopo nacque Elena. Vivevano in un dormitorio, passandosi la bambina per non perdere le lezioni. Poi, con l’aiuto del decanato, riuscirono a mandarla all’asilo.

Il loro primo appartamento — una stanzetta in una casa popolare. Camera da letto, spazio per Elena e un angolo cucina di diciotto metri. Il bagno in fondo al corridoio, la doccia in cantina. Allora Marco non si lamentava della mancanza di «fuoco».

Il divorzio fu rapido. Anche il tribunale per la divisione dei beni non si prolungò. La macchina fu venduta subito, mentre per il trilocale ci vollero tre mesi — non trovavano un acquirente.

Anna si comprò un accogliente bilocale nella stessa zona di Bosco. Dovette chiedere un piccolo prestito, ma se la cavò. Con più tempo libero, dopo il lavoro spesso non sapeva cosa fare. Riprese un vecchio hobby — il cucito, e cominciò a leggere.

Un giorno l’amica Silvia, che non vedeva da anni, la chiamò e le propose di andare insieme in piscina. L’acqua era davvero terapeutica. Dopo mesi, Anna sentì che la tranquillità e la sicurezza tornavano. Il lavoro le dava gioia, la vita si sistemava.

Di Marco ormai pensava sempre meno. Lui provò a chiamare, ma lei gli chiese di non disturbarla.

Passarono tre anni. Per il suo compleanno, Anna festeggiò in un bar con due amiche.

— Non ti pent— Ti dispiace del divorzio? — chiese un’amica, e Anna rispose semplicemente: “La vita va avanti, e io con lei.”

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