Oggi scrivo queste righe col cuore pesante. Ogni donna sogna di trovare l’uomo giusto, costruire una famiglia solida e vivere felice. Ma come si dice, la vita non è una favola. E più ami, più il dolore ti lacera quando tutto crolla.
Elena era convinta di aver incontrato il suo destino. Al liceo conobbe Valerio, un ragazzo alto, affascinante, con un sorriso da divo del cinema. Lui le fece girare la testa al primo sguardo. Iniziarono a uscire, lunghe passeggiate sotto la luna, promesse d’amore… Dopo qualche anno, diventarono una coppia.
Sua madre, Teresa, non lo sopportava da subito. Lo vedeva pigro, senza ambizioni. Ma Elena era accecata dall’amore: per lei, Valerio era tutto. Lei si iscrisse all’università con ottimi voti, mentre lui, a fatica, entrò in un istituto tecnico. Gli studi per lui erano una tortura, finché non li abbandonò del tutto.
«Mamma, tu non capisci! È amore vero!» ripeteva Elena, rifiutando ogni critica.
Quando Valerio trovò lavoro come commesso in un negozio di elettronica, lo considerò un successo. I soldi bastavano appena per birra e patatine, ma a lui andava bene. A Teresa, invece, no. Cercò di far ragionare la figlia, invano.
I due innamorati si sposarono con una cerimonia modesta. Andarono a vivere in una stanza di una vecchia casa condivisa a Catania, dove i muri erano sottili e i vicini ficcanaso. Ma Elena non aveva paura: l’importante era stare con il suo amore. Valerio lavorava svogliatamente, e alle richieste di aiuto si limitava a scrollare le spalle. Elena iniziò a chiedere soldi alla madre. Teresa non si rifiutò: aiutava come poteva, con cibo, vestiti, persino i suoi risparmi.
Ogni incontro con il genero le provocava una tempesta interiore. Le sembrava un estraneo, fuori posto, debole. Non lo considerava un uomo.
Quando la situazione si fece insostenibile, Elena chiese di trasferirsi da sua madre per qualche mese, per risparmiare e trovare un affitto. Teresa acconsentì a malincuore, ma presto se ne pentì: Valerio passava le giornate sul divano, mentre sua figlia si spezzava la schiena. Lei studiava, lavorava da remoto, esausta ma ancora pronta a difendere suo marito.
«È solo stanco…» lo giustificava.
Dopo tre mesi, Valerio non sopportò più le pressioni e convinseElena tornò con lui nell’umida stanza di Catania, ma questa volta con il cuore pieno di dubbi.