Non ti bastano quattro appartamenti? E noi dove andiamo a vivere?

Lucia, per l’amor del cielo, hai già quattro appartamenti, che te ne fai di un altro? E io e mamma dove andiamo, in strada? — gridai a mia sorella quando scoprii che voleva prendere la nostra casa di famiglia. Questa è la storia di come l’avidità di mia sorella quasi ci lasciò senza un tetto sulla testa e di come cercai di difendere il nostro diritto a restare nella casa dove siamo cresciute.

La casa di famiglia e la sua storia
La nostra famiglia ha sempre vissuto in un grande trilocale nel centro di Roma. Questo appartamento fu assegnato ai miei genitori negli anni Settanta ed è diventato il nostro nido familiare. Qui siamo cresciute io e mia sorella, qui mamma ci ha cresciute da sola dopo la morte di papà. La casa è vecchia, ma spaziosa, con soffitti alti e finestre grandi. Io e mamma ci viviamo ancora, anche se è urgente una ristrutturazione.

Mia sorella maggiore, Lucia, se n’è andata da tempo. Si è sposata bene: suo marito è un imprenditore, e negli anni hanno accumulato un bel patrimonio. Lucia ha già quattro appartamenti: due li affitta, uno l’ha comprato per suo figlio e nel quarto vive con suo marito. Non le ho mai invidiato la ricchezza, anzi, ero felice che stesse bene. Ma di recente ha deciso di volersi prendere anche la nostra casa di famiglia.

«È la mia eredità»
Tutto è iniziato quando Lucia è venuta a trovarci. Parlamento dopo parlamento, ha tira fuori l’argomento della casa. «Mamma, ormai è faticoso vivere qui, le scale sono ripide e l’ascensore è vecchio. Vendiamo questo appartamento e io vi trovo qualcosa di più adatto per te e Sofia», ha detto. Io sono rimasta stupita: «Vendere? E dove vivremmo io e mamma?». Lucia ha risposto che quella era «la sua eredità» e che aveva diritto alla sua parte. Secondo lei, la casa appartiene a tutte e tre (mamma, io e lei) e vuole la sua quota.

Sono rimasta sconvolta. Primo, mamma è ancora viva, che eredità? Secondo, Lucia sa benissimo che io e mamma non abbiamo un’altra casa, e il suo «qualcosa di più adatto» suonava come una stanza in un dormitorio. Le ho detto: «Lucia, hai già quattro case, a cosa ti serve un’altra? E noi dove andiamo?». Lei ha iniziato a parlare di investimenti immobiliari e di quanto fosse «un affare vantaggioso». Ma capivo che non erano solo i soldi: voleva semplicemente prendersi tutto.

La discussione con mamma e il litigio
Mamma, sentendo la nostra discussione, si è rattristata. Ha sempre cercato di essere giusta con entrambe, ma questa volta non ha retto: «Lucia, non ti vergogni? Questa casa è la nostra vita, ci ho vissuto sempre». Ma Lucia ha tenuto duro: «Non voglio litigare, ma è un mio diritto. Se non vendiamo, farò causa per la divisione».

Non potevo credere che mia sorella arrivasse a questo. Non siamo mai state molto unite, ma non avrei mai pensato che potesse fare una cosa del genere. Ho provato a ragionare con lei, le ho ricordato che io e mamma non possiamo permetterci un’altra casa, che il mio stipendio da insegnante e la sua pensione non bastano. Ma Lucia ha solo scrollato le spalle: «Troverete una soluzione».

Che fare adesso?
Ora sono disperata. Fare causa a mia sorella non voglio: è costoso, lungo, e mamma non resisterebbe allo stress. Ma non voglio nemmeno rinunciare alla casa dove viviamo. Ho proposto a Lucia di comprare la sua quota, ma ha chiesto una cifra che non potrei mai permettermi nemmeno in dieci anni. Mamma piange e dice che preferirebbe morire piuttosto che lasciare la sua casa.

Non so come uscirne. Forse parlarci di nuovo, cercare di raggiungere la sua coscienza? O prepararmi alla battaglia legale? Se avete vissuto situazioni simili, raccontatemi come avete risolto questi conflitti familiari. Come difendere la propria casa senza distruggere la famiglia? Consigliate, ne ho davvero bisogno.

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