Amore, suocera e intelligenza artificiale

**Amore, Suocera e Intelligenza Artificiale**

— Mamma, ma perché ogni volta cerchi di rovinare la mia relazione con Margherita? — La voce di Matteo tremava di rabbia, ma cercava di trattenersi.

— Perché non è adatta a te, Matteo! — rispose ferma Lucia Bianchi, stringendo le labbra e incrociando le braccia.

— Ma ti senti quando parli? Io e Margherita ci amiamo! Non sono solo parole, è un sentimento vero!

— Sentimento? — replicò la madre, distogliendo lo sguardo. — Lei non è capace di provare nulla. E tu lo sai bene.

— No, non lo so! — Matteo alzò la voce. — Per tutta la vita mi hai ripetuto: trova quella giusta, gentile, fedele, intelligente, brava in casa. E allora? Non è bella?

— Bella… — ammise Lucia a denti stretti.

— Casa pulita? Pulita. Ti rispetta? Certo. Non ti ha mai mancato di rispetto. È intelligente—sa più di me di tecnologia e letteratura. Allora, mamma, qual è il problema?

— Il problema è che la tua Margherita non è una donna, Matteo, — disse lei, alzandosi dalla poltrona con disperazione. Il tavolino con la teiera e i pasticcini, sistemati con cura dalla “nuora,” traballò e cadde con un tonfo. — È un prodotto! Un programma! Meccanica! Ferro e fili, anche se ricoperti di pelle liscia e occhi luccicanti!

— Mamma…

— Non interrompermi! — tagliò corto. — Questa… donna… non invecchia, non si ammala, non litigherà mai! È perfetta per impostazione predefinita! Seni removibili, ricarica a energia solare, sensore termico incorporato! Non capisci che hai sostituito la vita con la tecnologia?

Il vecchio barboncino Arturo, in segno di sostegno alla padrona, abbaiò girandole intorno alle gambe.

— Certo che ti sorride! Ha la modalità “sorriso d’accoglienza” attivata! Non ti sbatte mai gli occhi, non si irrita, non grida. Non è umana, Matteo! E tu… hai scelto un’illusione.

Lui tacque. Poi, dopo un respiro profondo, si ritirò in camera.

Il mattino dopo, pensierosa e col cuore in gola, Lucia stava sul balcone a guardare il cortile dove giocavano i bambini e passeggiavano le coppie. Nelle orecchie risuonavano le parole del figlio: “Ci amiamo.”

Quel giorno stesso, entrò sul sito di un produttore di androidi. Le dita le tremavano mentre scorreva il catalogo. Alla fine scelse: Vittorio. Altezza: 185 cm, occhi scuri, “modalità empatia,” “ascolto attivo,” “braccia per abbracci—extra morbide.” Sì, costava. Tantissimo. Ma l’amore di suo figlio non ne valeva la pena?

Tre settimane dopo, arrivò il pacco. Un’enorme scatola in mezzo al salone, e dentro—lui. Il suo Vittorio. I suoi occhi brillavano di calma. La sua voce—profonda, rassicurante, come se avessero passato quarant’anni insieme.

— Mamma, ma fai sul serio? — Matteo fissava sbalordito Vittorio, comodamente seduto sul divano con riscaldamento integrato.

— E perché no? — rispose serena Lucia. — Ho deciso: basta soffrire. Tu vivi con un androide—e ora neanch’io sono sola.

— Mamma… — Matteo si passò una mano tra i capelli, nervoso. — Ma è assurdo!

— Assurdo? — sorrise lei. — Non più della tua Margherita. Però lui non discute, non si offende, non fa storie. E il caffè la mattina è meglio di qualsiasi barista!

— E i sentimenti? Il calore? L’anima?

— Hai scelto tu per primo questa strada. O hai doppi standard, Matteo?

Più tardi, in cucina, il figlio tentò un ultimo dialogo sincero:

— Mamma, capisco che vuoi darmi una lezione. Ma davvero credi che questo risolverà qualcosa?

— Credo che siamo entrambi stanchi del dolore. Delle delusioni. Sono stata sola per tanti anni. Ora almeno c’è qualcuno che mi chiede com’è andata la giornata, che mi copre con una coperta…

— Mamma… è un surrogato. Come se al posto mio avessi preso una copia.

— Ed è esattamente quello che hai fatto tu, Matteo. Abbiamo scelto la comodità invece della complessità. Solo che io, almeno, lo ammetto.

— E adesso?

— Adesso ceniamo. Vittorio ha fatto la lasagna. A Margherita piacerà.

Quella sera, sul balcone, sotto il rumore sommesso della strada, Lucia stava accanto a Vittorio. Lui le teneva la mano. Dentro casa, Matteo metteva su l’acqua per il tè, e Margherita aggiornava il software.

A volte l’amore prende forme strane. Ma alla fine, l’importante non è che in casa ci sia calore?

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