Oggi è un altro giorno, pensavo mentre preparavo l’insalata russa in cucina.
“Giovanni Battista sta invecchiando,” dissi a mio marito, Luca, asciugandomi le mani.
“Perché dici così?” lui mi guardò stupito.
“Vedi, non è riuscito a sollevare Sofia per mettere la stella sull’albero. Un tempo invece…” Sospirai.
“Ma dai, papà è ancora forte come un toro! Sarà solo stanco,” ribatté Luca scuotendo la testa.
“No, Luca, gli anni passano per tutti. Ora devi essere tu ad andare a fare la spesa per loro una volta alla settimana, e basta discutere,” aggiunsi, aggiustandomi una ciocca di capelli prima di prendere il vassoio con l’insalata. “Andiamo a tavola.”
Giovanni Battista aveva sentito tutto. Si fermò per accendere la luce in bagno e involontariamente captò la conversazione tra suo figlio e sua nuora.
La vigilia di Capodanno, nella famiglia De Santis, era una tradizione radicata: tutti si riunivano a casa dei nonni per una cena in famiglia e festeggiavano insieme la festa più amata dell’inverno. E quest’anno non faceva eccezione. Il figlio maggiore era arrivato per primo con la sua famiglia. Mia nuora, Elena, aiutava a preparare la tavola, mentre i nipotini decoravano l’albero in salotto, ridendo felici.
Giovanni Battista aprì l’acqua e si sedette sul bordo della vasca.
“Ha ragione Elena, è proprio così. Da quando sono andato in pensione, ho cominciato a sentirmi inutile, e poi è stato tutto in discesa. Una pigrizia infinita mi ha preso, tutto mi pesa, potrei piangere!”
“Giovanni Battista, tutto bene?” chiese Elena avvicinandosi piano alla porta del bagno.
“Sì, sì, esco subito,” rispose lui.
Fuori dalla porta c’era il piccolo Matteo che saltellava impaziente.
“Entra, entra!” lo invitò il nonno facendolo passare.
A tavola, Giovanni Battista sembrava sempre più cupo. Alzava il bicchiere distrattamente durante i brindisi, bevendo solo un sorso.
“Papà, sei così pensieroso… È festa, dovresti divertirti! Non stai male, vero?” chiese Luca mentre si preparavano a uscire. Nella stanza d’ingresso, Elena spingeva il marito a parlargli.
“No, tutto bene, figliolo. Portatemi i nipotini durante le vacanze. Non avete programmi di viaggio?” sorrise il padre.
“Stiamo facendo lavori in casa, Giovanni Battista, non partiamo. E voi dovete riposarvi, i bambini li portiamo dai miei genitori, l’abbiamo già concordato,” si intromise Elena.
“Va bene, se avete deciso così, anche i suoceri hanno diritto a godersi i nipoti,” commentò il padre con un tono malinconico.
Elena sussurrò qualcosa a Luca.
“Passerò domenica a portare la spesa,” annunciò Luca prima di avviarsi verso l’uscita.
La madre, Maria, alzò le mani stupita.
“Ma che spesa, figlio? I negozi sono qui vicino, ho già tutto l’occorrente. Se manca qualcosa, tuo padre può andare.”
“Perché farlo fare a lui, Maria? Luca passerà a portarvi tutto. Senza ascensore, salire fino al quinto piano con le buste è faticoso, riposatevi piuttosto,” insisté Elena.
Appena la famiglia se ne fu andata, Maria continuò a brontolare:
“Ecco, ora non ci lasciano neanche i nipoti, e non possiamo neanche fare la spesa da soli… Ma perché fa così?”
“Elena è una brava ragazza, Maria, si preoccupa per noi, non ci pensare,” disse Giovanni Battista.
“Ma non abbiamo novant’anni! Ci trattano come fossimo già fuori uso, e ora pure i nipoti ce li portano via!”
“Torneranno, hai sentito che stavolta vanno dai suoceri.” Maria tacque.
“Forse ha ragione lui. Sono stata ingiusta con Elena. Lei si impegna più di tutti, viene spesso a trovarci, aiuta sempre con un sorriso ed è così educata. L’altra nuora appare solo per mangiare e prendere le conserve. E del genero è meglio non parlare.”
“Giovanni, perché sei così triste?” chiese Maria, spostando l’attenzione sul marito.
“Solo un po’ stanco,” si schermì lui.
“Ah, capisco. Allora riposati, ti accendo la televisione,” propose Maria.
Maria andò in cucina a riordinare i piatti che Elena aveva già lavato.
Intanto, Giovanni Battista rimaneva sul divano a pensare, pensare, pensare.
“Oggi non sono riuscito a sollevare la nipotina per mettere la stella sull’albero, e d’estate quando verrà in campagna, non potrò neanche raccoglierle una mela dall’albero. È ancora così piccola… Ho perso tutte le forze da qualche parte.”
E così, Giovanni Battista decise che per l’estate si sarebbe rimesso in forma. Non come a vent’anni, ma almeno abbastanza per sollevare la nipotina più grande senza fatica.
E cominciò. Ogni giorno, senza sosta, camminava molto, per iniziare da qualcosa. Trovò dei pesetti sotto il letto, vecchi e impolverati. Sollevarli gli dava una strana soddisfazione. Poi fece di più: cominciò ad andare alle sbarre del parco, facendo trazioni accanto ai ragazzi.
Piano piano, le forze tornarono. Quando arrivò la stagione della villeggiatura, si sentì così energico che sistemò tutto il giardino, eliminò il disordine e costruì un parco giochi per i nipoti. Perché tutti potessero divertirsi.
Ad agosto, quando le prugne e le mele erano mature, Luca portò i bambini in campagna. Sofia era entusiasta del parco giochi, e anche Matteo lo adorò. Giovanni Battista passò tutta la giornata con loro: giocando in giardino, portandoli al fiume, costruendo castelli di sabbia.
Il giorno dopo, Matteo si avvicinò a un albero di prugne e chiese:
“Nonno, mi prendi quella prugna lassù?”
“Certo, Matteo, prendila tu!” disse felice il nonno, sollevandolo in alto.
Con le sue manine, Matteo ne colse ben tre.
“E io, nonno, e io!” batteva le mani Sofia.
“Anche a te!” rise il nonno, posando Matteo e sollevando la nipotte senza sforzo. “Il nonno è ancora forte, vedi?”
Non perdete mai il coraggio, non arrendetevi mai se c’è anche solo una possibilità. Godetevi ogni giorno e apprezzate la vita, che ci è data una volta sola.