Il dolore alla schiena non la ferma mentre si dirige verso la porta.

Il dolore alla schiena non la ferma mentre si avvia per aprire la porta.
Maria Antonietta si asciugò le mani bagnate e, gemendo per il dolore, si diresse verso lingresso. Qualcuno bussava timidamente, era già la terza volta. Stava pulendo una finestra e non era potuta uscire subito Dietro la porta cera una ragazza, carina ma pallida, con occhi stanchi.

«Maria Antonietta, dicono che affitti una camera?»

«Ah, quei vicini! Sempre a mandarmi gente! Non affitto camere, non lho mai fatto.»

«Ma mi hanno detto che ne hai tre.»

«E allora? Perché dovrei affittarle? Sono abituata a vivere sola.»

«Scusami Mi hanno detto che sei credente, ho pensato»

La ragazza, trattenendo le lacrime, si girò e cominciò a scendere lentamente i gradini. Le spalle le tremavano.

«Tesoro, torna! Non ti ho ancora detto di no! Voi giovani siete così sensibili, piangete per nulla. Vieni dentro, parliamo. Come ti chiami? Possiamo darci del tu?»

«Giulia.»

«”Giulia”? Il mare ti attirava, piccola?»

«Non ho un padre. Sono orfana. Né una madre. Mi hanno trovata in un androne e portata alla polizia. Avevo meno di un mese.»

«Non offenderti. Su, prendiamo un tè e parliamo. Hai fame?»

«No, ho comprato una brioche.»

«Una brioche! Ah, voi giovani, non pensate a voi stesse, e a trentanni avete lulcera. Siediti, cè della minestra di piselli ancora calda. Scaldiamo anche il tè. Ho tanta marmellata. Mio marito è morto cinque anni fa, ma per abitudine ne faccio sempre per due. Mangiamo, poi mi aiuti a finire di lavare la finestra.»

«Maria Antonietta, posso fare altro? Mi gira la testa, ho paura di cadere Sono incinta.»

«Ma guarda un po! La mia solita fortuna! Ti sei lasciata andare?»

«Perché pensarlo subito? Sono sposata. Con Lorenzo, dallorfanotrofio insieme. Ma è stato chiamato allesercito. È tornato in licenza poco fa. Quando la padrona di casa ha saputo della gravidanza, mi ha cacciata. Mi ha dato una settimana per trovare unaltra sistemazione. Vivevamo vicino. Ma vede le circostanze»

«Le circostanze Che ci faccio con te? Spostiamo il mio letto nella camera di Paolo. Prendi la mia stanza. Non voglio soldi, non pensarci nemmenomi farebbe arrabbiare. Va a prendere le tue cose.»

«Non è lontano. Tutto quello che abbiamo io e Lorenzo sta in una borsa in cortile. La settimana è finita, e stamattina ho già girato mezzo paese con i miei pochi averi.»

Così, diventarono due Giulia continuava a studiare moda per abiti leggeri. Maria Antonietta era in pensione dinvalidità dopo un grave incidente ferroviario, e passava le giornate a casa, a lavorare a maglia centrini, colletti e scarpine per bambini da vendere al mercato. Le sue creazioni andavano a ruba per la loro delicatezzaleggere come schiuma di mare. I soldi non mancavano, anche grazie alla vendita di frutta e verdura dellorto. Il sabato lavoravano insieme. La domenica, Maria Antonietta andava in chiesa, mentre Giulia rimaneva a casa a rileggere le lettere del suo Lorenzo. Raramente partecipava alla messa, lamentando mal di schiena e mal di testa.

Un sabato, dopo il raccolto, preparavano la terra per linverno. Giulia si stancava facilmente, e Maria Antonietta la mandava nel casolare a riposare e ascoltare i vecchi 45 giri comprati col marito. Quel giorno, dopo aver rastrellato, la futura mamma si stese per riposare. Maria Antonietta bruciava rami secchi, persa nei pensieri. Improvviso, un urlo: «Mamma! Mamma! Vieni!» Il cuore in gola, dimenticando gambe e schiena doloranti, corse verso il casolare. Giulia stringeva la pancia, gridando. Con laiuto di un vicino, partirono a tutta velocità con una vecchia Fiat verso lospedale. Giulia gemeva: «Mamma, fa male! È troppo presto, devo partorire a gennaio! Mamma, prega per me, sai farlo!» Maria Antonietta piangeva, pregando senza sosta.

Portarono Giulia in barella, mentre il vicino riaccompagnava Maria Antonietta a casa in lacrime. Tutta la notte pregò la Madonna per salvare il bambino. La mattina dopo, telefonò allospedale.

«Tutto bene per sua figlia. Ha chiesto di voi e di Lorenzo, piangeva, poi si è calmata e addormentata. Il dottore dice che non cè più rischio di aborto, ma resterà qui qualche settimana. Lemoglobina è bassa, faccia in modo che mangi bene e riposi.»

Quando Giulia tornò, parlarono fino a mezzanotte. Non smise di parlare di Lorenzo.

«Non è un trovatello come me. È un orfano. Siamo sempre stati insieme. Amici da bambini, poi innamorati. È premuroso con me. Più che amore, credo. Vuoi vedere la sua foto? Eccolo, il secondo da destra. Sorride»

«Bel ragazzo» Maria Antonietta non voleva ferirla. Doveva cambiare occhiali da tempo. La foto era piccola, non vedeva bene i volti.

«Giulia, perché mi hai chiamata “mamma” in giardino?»

«Scusa, per la paura. Abitudine dellorfanotrofio. Lì, tutti gli adulti erano “mamma” e “papà”, dal direttore allidraulico. Avevo quasi smesso, ma quando sono sotto stress Scusami.»

«Capisco» Maria Antonietta sospirò delusa.

«Zia Maria, raccontami di te. Perché non ci sono foto di tuo marito o figli? Non hai avuto figli?»

«Ne ho avuto uno, ma è morto piccolo, non aveva un anno. Dopo lincidente, non potevo più averne. Mio marito era come un figlio per me. Lo adoravo. Era tutto per me, come Lorenzo per te. Quando lho sepolto, ho tolto tutte le foto. Sono credente, so che è con Dio, ma era troppo doloroso. Vedere una foto e piangere. Meglio nasconderle. Ha bisogno delle mie preghiere, non delle lacrime. Chiedi a Lorenzo una foto più grande, la metteremo in cornice. Da qualche parte ne ho una.»

Alla vigilia di Natale, decoravano la casa, parlavano di Gesù Bambino e aspettavano la prima stella. Giulia non stava ferma, si alzava, si sedeva, si massaggiava la schiena.

«Non stai bene, tesoro. Non ascolti. Perché ti agiti così?»

«Zia Maria, chiama lambulanza. Sto per partorire.»

«Ma è troppo presto!»

«Mi sbagliavo. Chiama, non posso aspettare.»

Mezzora dopo, erano in ospedale. Il 25 dicembre, Giulia diede alla luce una bambina. Maria Antonietta mandò un telegramma al giovane padre.

Gennaio fu impegnativo. La piccola portava gioia e preoccupazioni. Con il consenso di Lorenzo, la chiamarono Maria. Maria Antonietta pianse di commozione. La piccola riempiva le loro giornate di risate, insonnia, mughetto e capricci. Ma erano preoccupazioni felici. Maria Antonietta sentiva meno i suoi dolori.

Una giornata mite dinverno, Maria Antonietta approfittò per fare la spesa. Tornando, trovò Giulia col passeggino alla portala giovane mMaria Antonietta sorrise mentre osservava Giulia e la piccola Maria, sentendo finalmente che la sua famiglia, seppur ritrovata per caso, era di nuovo completa.

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