La Casa di Campagna dell’Inciampo la figlia si è ripresa ciò che era suo
Giulia, devi capire, la situazione è disperata esalò affaticato Matteo Bolognesi, strofinandosi il naso. Laura mi sta tormentando da due mesi!
Sullisola di Ischia, ha trovato un corso di studi speciale per Federico. Beh, nostro figlio.
Dice che bisogna dargli uno slancio, migliorare linglese. Ma dove troviamo i soldi?
Sai bene che ora, lavoro non ne ho.
Giulia alzò lentamente lo sguardo sul padre.
E allora hai deciso che vendere la casa in campagna sia la soluzione migliore? domandò sottovoce.
E quale altra? Matteo si animò, sporgendosi verso di lei. La casa lì marcisce, Laura nemmeno ci viene più, si lamenta sempre delle zanzare e del silenzio…
E nemmeno sa che ormai, per documenti, lì non è più mia da tempo. Pensa che venderemo e la nostra vita cambierà.
Giulia, tu sei una ragazza intelligente. Facciamo così: la vendi ufficialmente tu. Prendi tutti i tuoi soldi, quelli che mi hai prestato dieci anni fa, fino allultimo centesimo!
Quel che avanza oltre la cifra iniziale, considerando il prezzo di mercato, lo dai a me. Siamo pur sempre famiglia.
Non ci rimetti nulla, hai solo indietro ciò che era tuo e aiuti tuo padre.
Era piombato a casa senza essere invitato. Negli ultimi anni, i rapporti si erano diradati lui da tempo aveva una seconda famiglia, altre priorità, e Giulia ormai lì centrava poco.
Sospettava già il motivo di questa visita. Pensava che sarebbe stata lennesima richiesta di soldi, ma la proposta le sembrò piuttosto surreale.
Papà, ricordiamoci bene cosè successo dieci anni fa disse Giulia dopo averlo ascoltato. Quando mi chiedesti quei soldi per loperazione e la riabilitazione.
Ti ricordi?
Il viso di Matteo si contrasse.
Ora cosa serve, scavare nel passato? Mi sono rimesso, grazie al cielo.
Passato, dici? Giulia sorrise amaramente. In banca avevo solo i risparmi messi insieme in cinque anni. Soldi sudati per lanticipo di un appartamento.
Facevo doppi lavori nei weekend, niente vacanze, risparmiavo su tutto. Poi sei arrivato tu, senza un lavoro, senza risparmi, ma con una seconda moglie e un figlio, Federico.
Ti sei preso tutto, papà!
Ero disperato, Giulia! Che altro avrei dovuto fare? Abbandonarmi sotto un ponte?
Ti proposi aiuto, ricordi? Ma volevo una garanzia. Avevo paura di restare senza soldi, senza casa, se ti fosse successo qualcosa.
Tu avevi già unerede legittima, Laura. Lei non mi avrebbe nemmeno fatta entrare in quella casa.
Ci siamo persino messi a discutere per una settimana: non volevi firmare nulla, ti sentivi offeso.
Come puoi non fidarti di tuo padre!
Ma mi serviva una garanzia.
Ed eccotela la garanzia! la interruppe Matteo. Abbiamo fatto il contratto, la casa in campagna è diventata tua.
Te lho venduta per una miseria, per pagare la cura.
Ma abbiamo detto: tu la tieni, ma io la uso; quando posso, la ricompro.
Sono passati dieci anni tagliò corto Giulia. Dieci, papà. Quante volte hai parlato di ricomprare? Hai mai restituito un euro? No.
Ogni estate lì, a coltivare i tuoi pomodori, a bruciare la legna che pagavo io.
Tasse? Tutte a carico mio. Il tetto, tre anni fa, chi lo ha sistemato? Io.
Vivevi da padrone, senza rinunce, mentre io mi spaccavo per il mutuo.
Matteo prese il fazzoletto, si asciugò la fronte.
Non ho lavorato, Giulia Dopo la chemio ci ho messo una vita a riprendermi, poi con letà, nessuno mi assumeva.
E Laura Lei è sensibile, il lavoro dufficio la uccide.
Viviamo di quello che riesce a guadagnare vendendo online: basta appena.
Sensibile, certo Giulia si alzò, iniziando a girare in cucina, avanti e indietro. E io, invece, dovrei essere di pietra?
Due lavori, per mantenere il mutuo e il tuo centro benessere in campagna?
E ora Laura ha deciso che è venuto il momento di vendere per mandare Federico ad Ischia?
La mia casa, papà! Mia!
Giulia, formalmente sì, è tua. Ma era una soluzione temporanea.
Sono pur sempre tuo padre. Ti ho dato la vita. Davvero ora vuoi attaccarti a qualche metro quadro, mentre a tuo fratello serve un futuro?
Fratello? Giulia si fermò di colpo. Lho visto due, dico due volte in tutto. Mai ricevuto un augurio.
E Laura? Una volta sola ti ha chiesto come stessi? Se ce la facevi?
Lei è ancora convinta che tu sia proprietario di ville e alberghi, solo messo in pausa.
Le hai mentito per dieci anni.
Matteo abbassò lo sguardo.
Volevo solo evitarle dispiaceri Lei, emotiva, avrebbe iniziato a brontolare. Gli immobili che porto via, come dice lei.
Porto via?
Giulia, non stare a vedere tutto in punta di forchetta! sbottò il padre. Ora la casa vale cinque volte di più. Il mercato è impazzito.
Riprendi i tuoi centomila euro che mi prestasti per curarmi, va bene? Giusto, no? E il resto, settemila euro, a me.
Mi serve per Federico, per i denti di Laura, per cambiare lauto che ormai cade a pezzi.
A te, quei soldi non fanno differenza: hai già comprato casa a Milano, stai benissimo.
Dai, aiutaci!
Giulia lo guardava, e non lo riconosceva più. Dovera finito quelluomo che le leggeva le favole?
No, disse secca.
No cosa? Matteo si irrigidì, la bocca aperta.
Non venderò la casa. E men che meno ti darò qualcosa oltre.
Quella casa mi spetta, per diritto e per merito.
Dieci anni lì, gratis, a curarti e respirare aria buona considera tutto ciò come una pensione che ti ho pagato.
Basta così.
Sul serio? Il volto di Matteo si arrossò. Vuoi togliere a tuo padre tutto? Se non fosse per me, quella casa non esisterebbe: fu costruita da tuo nonno!
Appunto, il nonno. Si rivolterebbe nella tomba sapendo che vuoi mandare allaria la casa di famiglia per un corso inutilissimo ad Ischia per un ragazzo che a diciannove anni non si è mai guadagnato il pane.
Giulia, ragiona! urlò Matteo alzandosi. Mi devi tutto! Ti ho cresciuta! Se non accetti, lo racconterò a tutti che sei una tirchia senza cuore.
Dirò tutto a Laura, vedrai che scenata! Faremo causa! Annulleremo il contratto! Contratto capestro! Ti sei approfittata della mia malattia per portarti via tutto!
Giulia sorrise amaramente.
Prova, papà. Ho tutte le ricevute della clinica, tutti i bonifici a tuo nome.
Il contratto notarile è qui, firmato da te in piena coscienza, già in remissione.
E Laura, lo sa che hai venduto la casa quando Federico non andava neanche allasilo?
Dicevi che era il tuo patrimonio, vero?
Giulia… la voce di Matteo si fece strisciante, quasi lamentosa. Figlia, ti prego. Laura ora è in crisi
Se scopre la verità, mi mette fuori di casa. Ha quindici anni meno di me, è rimasta solo per sicurezza.
Via la casa, via i soldi non servo più. Vuoi vedere tuo padre in mezzo a una stazione ferroviaria, da vecchio?
Non ci hai mai pensato prima, vero? Giulia sentiva montare la rabbia Quando non lavoravi, quando permettevi a Laura di far debiti, quando promettevi ricchezze a spese mie?
Niente allora? Matteo raddrizzò la schiena. Questa sarebbe la gratitudine di una figlia. Ti ho cresciuta, per che cosa…
Vai a casa, papà. Racconta la verità a Laura. È lunico modo per salvare un po di dignità.
Goditela pure quella casa! sbuffò Matteo, uscendo. Ma sappi che da oggi, non hai più un padre. Hai capito? Dimentica il mio numero!
Se nè andato. Giulia rise: tanto, un padre vero non lha mai avuto.
Lui laveva lasciata quando aveva sette anni.
***
Sabato mattina. Telefono sconosciuto.
Pronto?
Sei Giulia? la voce la riconobbe subito: era la matrigna. Chi ti credi di essere, stupida?
Pensi che non sappiamo comhai imbrogliato Matteo? Ha detto tutto!
Gli hai fatto firmare cose mentre era ancora sotto anestesia!
Laura, buongiorno rispose placida Giulia. Se devessere una discussione, almeno senza urlare.
Buongiorno un corno! Abbiamo già pronto latto per andare in tribunale!
Lavvocato mi ha detto che il contratto non reggerà. Ti sei arricchita sulla malattia di tuo padre, hai rubato la casa di famiglia per due soldi.
Ti faremo vedere noi!
Laura, ascolta.
Capisco che Matteo ti abbia raccontato la sua versione. Ma io ho tutte le prove: i soldi sono stati spesi per curarlo.
E poi, ho messaggi suoi per dieci anni, dove mi ringrazia perché pago le spese della casa e gli permetto di starci.
Cè scritto nero su bianco: Grazie, figlia mia, che non mi hai abbandonato, che la casa è in buone mani.
Cosa credi che direbbe il giudice?
Silenzio dallaltra parte. Laura non si aspettava tanta sicurezza.
Sei una bastarda sibilò Ti basta il tuo appartamento? Vuoi togliere tutto a tuo fratello? A Federico serve studiare!
Federico deve trovarsi un lavoro, tagliò corto Giulia. Come facevo io alla sua età.
E tu, Laura, forse è ora di sapere la verità. Ti ricordi delle azioni che diceva di avere? Ti ha mai detto?
Quali azioni? la voce tremava.
Quelle che non sono mai esistite. Prendeva i soldi che gli mandavo per aiutarlo e te li raccontava come se fossero dividendi suoi.
Controlla il suo conto, se non credi. Tuo marito ti ha buggerato! Tutto era una scusa per la malattia.
Ed io? Io facevo debiti credendo di salvare mio padre! Lho scoperto solo ora.
Laura chiuse bruscamente. E la sera stessa Giulia ricevette un messaggio dal padre: solo tre parole:
«Hai rovinato tutto.»
***
Non rispose. Dopo pochi giorni, i vicini di campagna raccontarono a Giulia che Laura aveva fatto una scenata colossale.
Urlava e lanciava le sue cose dalla finestra della casa, fino a quando arrivò la polizia.
Pare che Laura, certa di vendere in fretta, avesse già fatto debiti: un prestito enorme a tasso altissimo per lavvio di Federico.
Matteo fu costretto ad andarsene. Laura chiese il divorzio, finalmente scoprendo tutta la menzogna.
Federico, abituato a vivere facile, non mosse un dito per aiutarlo, e si trasferì subito dalla fidanzata, dicendo soltanto: Vecchio, sei solo colpevole tu.
Dove sia adesso Matteo, Giulia non lo sa. E poco le importa sapere.






