Dopo la morte della moglie, il Signor Vittorio Bianchi sentiva che la sua casa era vuota per sempre. Sua figlia Giulia viveva con la famiglia in un’altra città e lo visitava di rado. La sera, il pensionato sedeva in silenzio, fissando le foto della sua vita felice di un tempo. Quando un giorno Giulia chiamò e parlò non solo della sua salute, ma anche della sua solitudine, lui pensò: forse verranno a trovarmi. Invece, la figlia propose di affittare una stanza: un ragazzo, fratello di un’amica, era rimasto senza casa dopo il divorzio.
Così Vittorio ebbe un inquilino: Paolo. All’inizio sembrava timido, tranquillo, educato. Pagava puntuale, mangiava poco e a volte offriva qualcosa al padrone di casa. A volte guardavano la TV insieme, chiacchierando. Ma poi iniziarono i problemi.
Una sera Paolo portò due amici ubriachi. Fecero casino, fumavano, ridevano fino a notte fonda. E la cosa si ripeté. Vittorio cercò di parlarne, ma Paolo rispose: «Pago l’affitto. Nel contratto non c’è scritto che non posso invitare amici». Poi arrivò la fidanzata di Paolo, Sofia. All’inizio veniva in visita, poi iniziò a dormire lì. Paolo cominciò a insinuare che voleva cambiare stanza. Vittorio resistette, ma alla fine cedette.
Una mattina, mentre Sofia preparava una frittata e lo invitava a tavola, Paolo gli parlò con gentilezza: «Rimarrò qui per ora. È vicino al lavoro, e tu sei una brava persona. Non porterò più amici». Sofia aggiunse: «E se volesse vivere in campagna? Mia zia ha una casa a Monteverde. Gratis, basta prendersene cura». Vittorio si offese all’inizio, ma poi accettò: «Meglio la campagna che vivere qui come in un albergo».
La casa era vecchiotta ma accogliente. Vittorio la sistemò, aggiustò la stufa con l’aiuto del vicino, Marcello, un uomo allegro e laborioso che lo invitò a pesca. In primavera arrivò Antonietta, la proprietaria, con cibo e buone intenzioni. Vittorio offrì una zuppa di pesce, Marcello si unì a loro e iniziò tutto così. Ogni weekend Antonietta tornava, finché qualcosa cambiò.
Quando Vittorio e Antonietta andarono in città per parlare con gli inquilini, fu Sofia ad aprire la porta, con un pancione evidente. «Io e Paolo ci siamo sposati», disse. Antonietta, scambiando uno sguardo con Vittorio, rispose: «Voi trasferitevi nel mio appartamento, e noi veniamo qui». Paolo rimase confuso, ma Vittorio aggiunse: «Anche noi abbiamo deciso di sposarci. Anche noi meritiamo un po’ di calore».
Presto nacque un bambino. Antonietta andò in pensione, aiutò con il piccolo, e nel tempo libero tornavano a Monteverde insieme. La casa fu ristrutturata, pronta per i nipoti. Marcello costruì una piccola culla. Così, da un vicinato casuale, nacque una vera famiglia. A volte la vita fa giri inaspettati: l’importante è non chiudere mai il cuore.