Se n’è andato così, semplicemente… E lei che viveva solo per lui.
Avevano passato insieme sette anni. Sette lunghi anni pieni di sforzi, dove Fiorella faceva di tutto per essere perfetta. Tutto come da manuale: ordine, cure, attenzioni, compromessi. Aveva studiato ogni sfumatura del ruolo della “moglie perfetta” — per essere indispensabile, necessaria, amata. Aveva così paura di ritrovarsi di nuovo sola, che a un certo punto aveva cominciato a perdere se stessa.
Eppure, lui se n’è andato.
Non per rabbia. Non durante un litigio. Un giorno, con calma glaciale, ha fatto la valigia e le ha detto:
“Fiorella, amo un’altra. Me ne vado.”
Lei ha annuito. Si è alzata. Ha preso la valigia con tranquillità, sistemato dentro le sue camicie, la biancheria, piegato con cura le cravatte. Si è assicurata che non dimenticasse il caricabatterie del telefono. Gli ha detto:
“Prendi anche il rasoio, è importante.”
Solo quando la porta si è chiusa alle sue spalle, un dolore insopportabile l’ha travolta. È scivolata a terra nell’ingresso e ha pianto disperata. Non per la perdita, ma perché ancora una volta non era bastato. Perché la sua “perfezione” non l’aveva salvata.
La prima ad accorrere è stata l’amica Giusy. Fiorella stava seduta come un fantasma, lo sguardo fisso nel vuoto. Giusy ha provato a scuoterla, invano. Poi sono arrivate anche le altre amiche. Un vero e proprio squadrone di sostegno. Chi con i tortelli, chi con il vino, chi solo con un abbraccio.
“Tu hai fatto di tutto per lui!” gridava Martina.
“Non ti meritava!” cercava di convincerla Lucia.
Fiorella taceva. Le parole affondavano nel vuoto che sentiva dentro.
Poi ha parlato Roberta. Quella Roberta che non ha mai avuto peli sulla lingua, sempre diretta.
“Smettila di piangerti addosso,” le ha detto con calma. “Tornerà. Il primo che torna lo fa sempre. Non trova più donne così comode, accondiscendenti, pazienti. Quando si stufa, striscerà di nuovo qui. La domanda è: tu lo vuoi?”
Le amiche si sono indignate, hanno sussurrato di disapprovazione per la schiettezza di Roberta. Ma improvvisamente Fiorella ha sussurrato:
“Che vada al diavolo…”
In quel sussurro non c’era rabbia. C’era la prima scintilla di risveglio. Le donne sono sagge. Sanno perdonare, sopportare, aspettare. Ma quando vengono tradite, sanno rialzarsi. Sorridere attraverso le lacrime. E ricominciare.
Perché ora non vivono più per qualcun altro. Ma per se stesse.