La mamma a cui non devo nulla

**Mamma a cui non devo nulla**

Giulia e Luca si preparavano per il matrimonio. Il giorno prima della festa, la madre della sposa, Anna Maria, arrivò per conoscere la futura consuocera. Lincontro avvenne a casa della madre di Luca, Lidia Paola. Discussero i dettagli del matrimonio, mangiarono insieme. La mattina dopo, Anna Maria si preparò a partire. Giulia uscì per accompagnarla.

«Allora, Luca comè?» chiese alla madre.

«Un bravo ragazzo» rispose lei sorridendo, ma poi sospirò pesante.

«Mamma, che succede?» si stupì Giulia.

«Figlia mia, stai attenta con sua madre. Non la conosci ancora bene.»

Quelle parole presto trovarono un senso.

Quando Giulia scoprì che la suocera voleva trasferirsi da loro, lo disse chiaro a suo marito:

«Dovrai scegliere: o io o tua madre.»

«Non ho intenzione di scegliere nessuno» rispose Luca con calma. «Restiamo come siamo, e mia madre si risolva i suoi problemi.»

«Quindi non la farai venire a vivere con noi?»

«Glielho già detto.»

«E come ha reagito?»

«Si è arrabbiata. Mi ha detto che sono un ingrato e che me ne pentirò.»

«Era prevedibile…»

Lidia Paola andò in pensione presto aveva lavorato anni come hostess di volo.

«Basta. Ho lavorato abbastanza» decise, ricevendo una bella pensione, sicuramente più grande di quella della maggioranza.

Ma capì subito che quei soldi non bastavano per il suo stile di vita. La soluzione venne da sé: spostare le spese su suo figlio.

«Ti ho cresciuto, ti ho dato uneducazione. Ora tocca a te fare il tuo dovere di figlio» gli disse quando Luca aveva appena 23 anni. «Dal mese prossimo, paghi tu laffitto e la spesa.»

«Va bene» rispose lui. «Ma se mi occupo della casa, tu non ti intrometti più nella mia vita.»

Lei accettò e, a dirla tutta, non lo disturbò mai. La vita di suo figlio non la interessava granché. Luca era cresciuto principalmente con i nonni, mentre lei sistemava la sua vita, senza successo.

Passarono gli anni. Il figlio crebbe, si trasferì in un bel ceto medio. Per cinque anni pagò laffitto e mantenne la madre. Lei se la spassava, spendendo la pensione solo per sé.

Quando Lidia compì cinquantanni, Luca ci portò a casa la moglie.

«Che curata che siete!» disse imbarazzata Giulia al primo incontro con la suocera. «Non sembrate affatto una pensionata.»

Scoprendo che i giovani sarebbero vissuti con lei, Lidia fu contenta: «Ottimo!» disse, pensando: «Almeno non dovrò più cucinare.»

Giulia la credette sincera, ma Luca le chiarì le cose:

«Mia madre non ha avuto il coraggio di cacciarci. Negli ultimi cinque anni ho pagato tutto io.»

La visita di Anna Maria dissipò presto le illusioni già deboli:

«Figlia, stai attenta. Questa donna vive solo per sé. Vi dimenticherà appena le darete fastidio. Tieniti stretta tuo marito. Mi piace. Ma con sua madre non avete avuto fortuna.»

Passarono sei mesi. Lidia Paola si innamorò. Un uomo di nome Andrea cominciò a farsi vedere sempre più spesso. E poi…

«Avete due settimane per andarvene. Vendo lappartamento. Mi trasferisco a Firenze.»

«Scherzi?» chiese scioccato Luca.

«Cosa? Ne ho tutto il diritto. Lappartamento è mio. Me lhanno regalato i miei genitori.»

«E ci butti fuori?»

«Sì. È tutto legale.»

Luca indossò in silenzio la giacca e uscì. Quella sera, lui e Giulia già preparavano le valigie. Si trasferirono da un amico che cercava inquilini. Dopo un mese, Lidia vendette la casa e partì con Andrea per Firenze.

Qualche giorno dopo, Luca cercò di chiederle un prestito:

«No, naturalmente. Ho altre spese programmate» rispose fredda la madre.

«Beh, buona fortuna» disse lui.

«Anche a te» sorrise lei. Non lo abbracciò nemmeno per salutarlo.

Passò un anno. Lidia chiamò: si era lasciata con Andrea, lui le aveva preso tutti i soldi ed era sparito. Lei era rimasta sola, senza casa. Tornò e annunciò subito:

«Vivo con voi.»

«No. Prendi i soldi rimasti, chiedi un mutuo.»

«Un mutuo? Alla mia età? Con la pensione?»

«Trovaci un lavoro. Dovrai arrangiarti, come tutti.»

«Quindi non mi aiuti?»

«Non ti devo nulla, mamma.»

Lei esplose:

«Sei un ingrato! Ti ho cresciuto!»

«Sto solo seguendo il tuo esempio» rispose il figlio calmo.

Lidia visse da amiche finché ebbe soldi. Poi, rifiuto dopo rifiuto. E tornò ancora da suo figlio.

«Mamma, non sei malata né vecchia. Trovati un lavoro. Affitta una camera. Cerca.»

«Non ti dispiace per me?»

«No. Mi ricordi quella cicala che cantò tutta lestate.»

Più tardi, Lidia si sistemò non con un lavoro, ma con un nuovo matrimonio. Con il primo che passava. Ma almeno aveva una casa.

Ma questa è già unaltra storia

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