L’unico tradimento prima del matrimonio: come un commento sul peso ha cambiato una vita.

Lunico tradimento prima del matrimonio: come un commento sul peso cambiò una vita.

Alessia fu infedele al suo fidanzato solo una volta, prima delle nozze. Lui la chiamò “grassa” e disse che non sarebbe entrata nellabito da sposa. Ferita, uscì con le amiche e finì in un locale. Si ubriacò e si svegliò in una casa sconosciuta accanto a un bel ragazzo dagli occhi azzurri. Che vergogna! Non disse nulla a Marco, gli perdonò loffesa e iniziò una dieta. Smise di bere, scoprendo presto di essere incintauna buona scusa per abbandonare lalcol.

La bambina nacque in tempo, una splendida creatura con gli occhi azzurri, e Marco ladorava. Per cinque anni, Alessia si convinse che tutto andasse bene: gli occhi della piccola erano come quelli del suocero, e i riccioli? Cercò di dimenticare il ragazzo dai capelli mossi, di cui nemmeno ricordava il nome. Ma qualcosa nel suo cuore sussurrava che la bambina non fosse di Marco. Forse per questo sopportava tutto: i messaggi notturni, i viaggi di lavoro, le critiche alla sua cucina e al suo aspetto. La bambina aveva bisogno di una famiglia, e poi, quale marito non tradisce?

“Resisti, dove vuoi andare?” le diceva la madre. “Qui non cè spazio: tua nonna è nel letto, tuo fratello si è sposato, dove li metto tutti? Te lavevo detto: non firmare lappartamento a nome della suocera! Resterai con la macchina rotta!”

Alessia resisteva. Ma non servì a nulla, e un giorno Marco se ne andò. Disse di averne incontrata unaltra, pianse, giurando che sarebbe sempre stato il padre di Beatrice, ma non poteva negare i suoi sentimenti. La suocera, che sembrava amare la nipote, dopo il divorcio sbottò:

“Fai un test di paternità, forse pagate gli alimenti per niente!”

Alessia rimase scioccata: credeva di essere lunica a nutrire quei sospetti. Invece no.

“Sei impazzita?” reagì Marco. “Beatrice è mia figlia, è ovvio anche a un cieco.”

La suocera non si aspettava ciò, perché un anno dopo, quando Alessia finì in ospedale per lappendicite, i vecchi dubbi svanirono vedendo un volto familiare.

“Scusa, ci siamo già visti?” chiese il chirurgo.

Alessia scosse la testa con energia, sperando che non ricordasse. Ma lui ricordò, e il giorno dopo scherzò:

“Spero non scapperai come laltra volta?”

Alessia arrossì come un pomodoro e decise di lasciare lospedale il prima possibile. Ma non contava su una cosa: in quei giorni, Luca riuscì a farle venire voglia di restare.

Non parlò della figlia, solo accennò di averne una, evitando il tema della paternità.

Luca capì tutto appena vide la bambina. Si preoccupò, comprò una bambola, fece mille domande ad Alessia per comportarsi bene.

“Vedi,” le disse, “quando ero piccolo con mia sorella, nostra madre incontrò un uomo che amava davvero. Ma mia sorella non laccettò, e alla fine lei lo lasciò. Non voglio che accada lo stesso: voglio essere un secondo padre per tua figlia.”

Quelle parole la sconvolsero. E quando lui si fermò a guardare Beatrice, tutto fu chiaro: anche lui aveva capito.

“Che differenza fa,” pensò Alessia. “Prima o poi dovrò dirlo.”

Abituale ai problemi matrimoniali, si aspettava urla e accuse. Ma Luca, rimasto solo con lei, la strinse forte e sussurrò: “Che miracolo!”

Allinizio, Beatrice sembrò accettare Luca. Ma quando Alessia le chiese con delicatezza se avesse problemi a farlo vivere con loro, scoppiò in lacrime:

“Credevo che papà sarebbe tornato! Luca può stare da unaltra parte.”

Alla fine la convinse, ma Luca ne fu molto deluso.

“È mia figlia! Devi dirglielo!”

“Marco non lo sopporterebbe. E nemmeno Beatrice. Per lei lui è papà, e per lui lei è lunica figlia. Sembra che la sua nuova donna non possa averne. Me lha detto la suocera.”

Luca si sentì ferito, Beatrice faceva scenate, e Alessia cercava di mantenere la pace. Alla fine, stabilirono delle regole per navigare tra gli affetti: Alessia portava Beatrice da Marco, evitando che gli uomini si incontrassero; lasciava Luca e la bambina soli, perché non litigassero; lei faceva da mediatrice. Per l8 marzo preparò un biglietto per Beatrice, temendo che dicesse qualcosa a Luca e lui perdesse le staffe.

Poi Alessia scoprì di essere incinta di nuovo. Aveva paura: che il bambino avesse gli occhi azzurri come Beatrice, e Marco capisse; che Beatrice si ingelosisse ancora di più; che Luca approfittasse del parto per rivelare tutto.

Chiese alla madre di prendere Beatrice durante il parto. Lei accettò, pur avendo già due nipotini (il fratello laveva riempita di gioia), ma le cose andarono diversamente: il giorno prima del parto, la madre finì in ospedale per dei calcoli biliari. Il patrigno rifiutò di occuparsi di un terzo bambino, il fratello e sua moglie lavoravano sempre. Alessia decise di lasciare Beatrice da Marco. Ma lui era in trasferta, e rivolgersi alla suocera non era unopzione.

“Non posso badare a mia figlia?” si offese Luca.

Quel parto fu più difficile: cesareo, ittero del neonato, e a casa, il caos! Luca diceva che andava tutto bene, ma Beatrice non le parlava, e Alessia soffriva. “Glielha detto,” pensò.

Inoltre, aveva confidato tutto alle vicine, che la spronavano a dire la verità: i segreti prima o poi vengono a galla, e avrebbe pagato per la menzogna. Spinta dalle chiacchiere e dallossitocina, chiamò Marco:

“Devo confessarti una cosa.”

“Cosa?”

Tacque a lungo, cercando le parole.

“Riguardo a Beatrice, vero?”

“Cosa riguardo a Beatrice?” si spaventò Alessia, anche se voleva dirglielo.

“È figlia del tuo amico. Lo so.”

“Te lha detto lui?”

“Lo sapevo da anni, tranquilla. Quando aveva un anno, feci il test. Prima dellesercito mi dissero che non avrei avuto figli. Tacqui, sperai in un miracolo, ma poi iniziai a dubitare. E mia madre… Così controllai.”

“Ma… come…”

Alessia non riusciva a credere che avesse taciuto tutti quegli anni.

“Che altro potevo fare?” ribatté lui. “La bambina non centra niente! Non pensarci nemmeno a dirglielo! Ho taciuto per questo, non per farti portarmela via.”

Ecco la Via Crucis della vita!

Il giorno delle dimissioni, Alessia era fuori di sé: guardava la figlia e il marito. Entrambi erano strani: si scambiavano sguardi e tacevano.

“Come ve la siete cavata senza di me?” si preoccupò quando il piccolo si addormentò e Beatrice iniziò a disegnare.

“Benissimo! Non cera bisogno di controllarla, senza di te ci siamo intesi subito.”

“Glielhai detto?”

“No, certo! Me lhai proibito.”

“È vero. Allora perché è così triste?”

Luca sorrise malizioso.

“Chiediglielo tu.”

Alessia entrò nella camera della figlia. Era concentrata, con la lingua fuori: colorava con una matita ross

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