Il bus era in ritardo di oltre venti minuti… e il freddo cominciava a farsi sentire.
Matteo uscì dal lavoro più tardi del solito. La pioggia pomeridiana era cessata, ma il vento gelido tagliava come lame invisibili. La sua giacca leggera non era abbastanza per quella serata.
Alla fermata cerano solo lui e una signora anziana, formosa, con un foulard e un cappotto spesso che sembrava vecchio quanto era caldo. Matteo cercava di muovere le dita per non farle intorpidire, ma ormai non le sentiva più.
La donna lo osservò in silenzio per qualche secondo, poi, senza dire una parola, si avvicinò.
“Prendilo,” disse, mentre gli posava il cappotto sulle spalle.
Matteo rimase sorpreso.
“No, per favore, non posso accettarlo…” rispose, cercando di restituirglielo.
Lei sorrise dolcemente.
“Io sono già arrivata a destinazione, tu hai ancora strada da fare.”
Matteo voleva insistere, ma in quel momento arrivò il bus. Quando salì, la donna se ne stava già allontanando lentamente, senza aspettarsi un grazie.
Quella sera, a casa, Matteo appese il cappotto vicino alla porta. Non aveva intenzione di tenerlo per sempre… ma pensava di usarlo finché non avesse trovato qualcuno che ne avesse più bisogno di lui.
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Riflessione:
A volte, la ricchezza più grande non sta in ciò che tieni, ma in ciò che hai il coraggio di donare al momento giusto.
Pensi che un piccolo gesto possa cambiare la giornata di qualcuno?
**Bonus**
Settimane dopo, Matteo era di nuovo alla stessa fermata, questa volta sotto una pioggerellina gelida. Indossava il vecchio cappotto, la cui stoffa conservava ancora un leggero odore di legna bruciata e tempo passato. Vicino a lui cera un ragazzino, che tremava violentemente in una felpa sottile, cercando di nascondere le mani nelle maniche.
Matteo lo guardò per un attimo e ricordò quella sera. Senza pensarci due volte, si tolse il cappotto e lo mise sulle spalle del ragazzo.
“Prendilo,” disse semplicemente.
Gli occhi del ragazzo si spalancarono. Scosse la testa, imbarazzato.
“No… non posso…”
“Puoi,” lo interruppe Matteo con dolcezza. “Io sono già arrivato dove devo.”
Arrivò il bus, e mentre Matteo saliva, vide il ragazzo stringere il cappotto con forza, come se fosse uno scudo contro il mondo intero.
Quella notte, Matteo capì una cosa: la gentilezza viaggia come una linea di autobus. Qualcuno la prende, ci sta un po insieme, poi la passa a un altro perché possa continuare il suo percorso.
E a volte, quel vecchio cappotto non scalda solo un corpo, ma molti cuori.






