Edoardo Grant era sulla soglia, con il cuore che batteva all’impazzata mentre osservava ciò che accadeva davanti a lui.

Edoardo Rinaldi restò sulla soglia, il cuore che batteva all’impazzata mentre osservava la scena davanti a lui. Al centro della stanza sedeva suo figlio il suo taciturno figlio, legato alla sedia a rotelle ma non era solo.

La domestica, una donna assunta anni prima, che non sprecava mai una parola di troppo e non mostrava emozioni oltre a un’educata distanza, stava ballando con lui.

All’inizio, Edoardo stentò a crederci. Suo figlio, Gabriele, chiuso nel suo mondo silenzioso fin da quando aveva memoria, si muoveva. Non era seduto immobile, non fissava il vuoto come al solito si muoveva davvero. Il ritmo delicato della musica lo guidava, cullandolo con dolcezza da un lato all’altro. Le sue mani poggiavano sulle spalle della domestica, mentre lei, con una grazia che Edoardo non aveva mai visto in quella casa, lo teneva stretto a sé, ruotando con lui in un lento e paziente valzer.

La musica una melodia sconosciuta e struggente riempiva l’aria, intrecciandosi nella stanza come un filo che univa limpossibile. Edoardo non riusciva a respirare. Ogni fibra del suo essere urlava: vai via, chiudi la porta, non guardare questo spettacolo irreale. Eppure, qualcosa lo trattenne. Qualcosa di più profondo della paura, più forte della delusione e del dolore accumulati in anni.

Rimase a lungo sull’uscio, a osservare quel silenzioso dialogo tra la domestica e suo figlio. La luce del tramonto li avvolgeva in un soffuso oro e argento, le loro sagome fuse nella musica. Era un attimo di pace così estraneo a Edoardo da sembrare surreale, come trovare unoasi dopo una vita trascorsa nel deserto del silenzio.

Avrebbe voluto parlare, chiedere, pretendere spiegazioni dalla domestica, dal mondo che per anni lo aveva tenuto alloscuro. Ma le parole gli morivano in gola. Si limitò a fissarli mentre danzavano insieme suo figlio, suo figlio sulla sedia a rotelle, e quella domestica che aveva risvegliato in lui qualcosa che neppure poteva immaginare.

E allora, per la prima volta dopo tanto tempo, Edoardo Rinaldi sentì il peso nel suo cuore cambiare. Non era più solo dolore. Era qualcosaltro. Una possibilità. Una scintilla. Forse speranza, o qualcosa di molto simile.

La musica rallentò, il ballo finì, e la domestica riaccompagnò Gabriele con delicatezza sulla sedia, lasciando le mani sulle sue spalle un attimo più del necessario. Gli sussurrò qualcosa parole che Edoardo non colse e poi, dopo un ultimo sguardo al ragazzo, lasciò la stanza.

Edoardo rimase immobile, come inchiodato al pavimento, stordito. Non era solo un miracolo era linizio di qualcosa su cui non aveva mai osato scommettere. Suo figlio era vivo non solo di corpo, ma di anima. E tutto questo, grazie a lei. La domestica, che aveva toccato lanima di suo figlio come nessun medico, nessun terapista, nessuna somma di denaro o quantità di tempo era mai riuscita a fare.

Gli bruciarono gli occhi mentre si avvicinava a Gabriele. Il ragazzo era ancora seduto, con gli occhi chiusi e un lieve sorriso sulle labbra come se avesse appena vissuto qualcosa che superava la comprensione di suo padre.

“Ti è piaciuto, piccolo?” La voce di Edoardo tremò mentre lo chiedeva, senza poter trattenersi.

Gabriele, ovviamente, non rispose. Non lo faceva mai. Ma per la prima volta dopo anni, Edoardo non aveva bisogno di una risposta. Aveva capito.

In quel silenzio commosso, Edoardo comprese finalmente: suo figlio non era mai stato davvero perduto. Stava solo aspettando che qualcuno lo raggiungesse nel modo in cui lui sapeva comprendere.

E ora, mentre la stanza tornava al silenzio, Edoardo sapeva che non poteva più essere luomo di prima. I muri che aveva costruito, lindifferenza che aveva coltivato non esistevano più.

Era un nuovo inizio un nuovo capitolo per suo figlio, per la domestica, e per lui stesso. Respirò a fondo, sentendo il peso lasciare il suo petto, e per la prima volta dopo tanti anni sorrise.

La casa non era più muta. Era piena di musica, di possibilità. Era viva.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

10 − eight =

Edoardo Grant era sulla soglia, con il cuore che batteva all’impazzata mentre osservava ciò che accadeva davanti a lui.