– Non sei dei nostri – disse la suocera, e rimise la carne dal piatto della nuora nella pentola

” Tu non sei una di famiglia disse la suocera, rimettendo la carne dal piatto della nuora nella pentola.

Bianca rimase immobile vicino ai fornelli, il piatto ancora in mano. Sopra restavano solo le tracce del sugo dello spezzatino che Rosa Maria aveva appena preparato. I pezzi di carne scomparvero nella pentola uno dopo laltro, come se la suocera li avesse contati.

Scusa? chiese Bianca, non credendo alle proprie orecchie.

Cosa cè di poco chiaro? Rosa Maria si asciugò le mani sul grembiule e si girò verso la nuora. Noi non ti abbiamo voluta in famiglia. Sei tu che ti sei imposta.

In cucina scese un silenzio così profondo che si sentiva solo il borbottio della minestra sul fuoco. Bianca posò il piatto sul tavolo e si scostò una ciocca di capelli dalla fronte. Le mani le tremavano.

Rosa Maria, non capisco. Io e Vittorio siamo sposati da cinque anni! Abbiamo una figlia

E quindi? la interruppe la suocera. Lisa è sangue nostro, questo sì. Ma tu resterai sempre unestranea.

La porta della cucina si aprì ed entrò Vittorio. I capelli arruffati, la camicia slacciata si vedeva che si era appisolato sul divano dopo il lavoro.

Che succede qui? chiese, guardando la moglie e la madre. Perché state litigando?

Non stiamo litigando rispose tranquilla Rosa Maria. Stiamo solo parlando. Spiego a tua moglie come ci si comporta in questa casa.

Vittorio aggrottò la fronte e fissò Bianca. Lei era livida, le labbra serrate.

Mamma, che cosa le hai detto?

La verità. Che la carne non è per tutti. La famiglia è grande, i pezzi pochi.

Bianca sentì un nodo salirle in gola. Ecco tutto. Cinque anni in cui aveva creduto di far parte di quella famiglia. Cinque anni passati a cercare di compiacere la suocera, sopportare le sue frecciate, sperare che col tempo le cose migliorassero.

Vittorio, vado da mia madre disse piano al marito. A casa.

Quale casa? sbottò Rosa Maria. La tua casa ora è qui! Credi di poter venire e andare quando ti pare?

Mamma, basta Vittorio fece un passo verso Bianca. Cosa è successo?

Bianca tacque. Come spiegare al marito che sua madre le aveva appena fatto capire che non era nessuno? Che nemmeno un piatto di spezzatino le spettava?

Prendo Lisa disse invece di rispondere. E la porto da mia madre per il weekend.

Perché mai? si agitò la suocera. La nonna è qui, perché portare la bambina in giro?

La nonna pensa che sua madre non è di famiglia rispose Bianca a bassa voce. Forse anche la nipote merita un posto migliore.

Si voltò e uscì dalla cucina. Vittorio le afferrò un braccio.

Bianca, fermati! Spiegami bene cosa è successo.

Bianca si girò. Il marito la guardava stupito, mentre la suocera, vicino ai fornelli, fingeva di mescolare la minestra.

Chiedilo a tua madre disse Bianca. Lei te lo spiegherà meglio.

Nella cameretta, la piccola Lisa di tre anni giocava con le bambole. Vedendo la mamma, la bambina le corse incontro felice.

Mamma! Guarda, sto dando da mangiare a Lalla!

Brava, tesoro Bianca si accovacciò e abbracciò la figlia. Hai fame?

Sì! La nonna ha detto che stasera cè lo spezzatino!

Ci sarà, piccola. Ma noi andiamo a mangiare dalla nonna Lucia.

Dalla tua mamma? esultò Lisa. Evviva! E papà viene?

No, papà resta a casa.

Bianca iniziò a mettere le cose della bambina in una borsa. Vestiti, calzini, giochi tutto quel che serviva per qualche giorno. Mentre riponeva i vestiti, Vittorio si affacciò nella stanza.

Bianca, ma che scherzi sono questi? Per una sciocchezza te ne vai?

Sciocchezza? Bianca si raddrizzò e lo guardò. Tua madre mi ha detto che non sono di famiglia! Mi ha tolto il cibo! Ti sembra una sciocchezza?

Mamma dice tante cose! Lo sai comè, è impulsiva. Domani se ne dimenticherà.

Io no, Vittorio! Non è la prima volta.

Ma lascia stare! Mamma è stanca. Ha problemi al lavoro e ha sfogato la tensione.

Bianca rise, ma la sua risata era amara.

Stanca, sì. Da cinque anni è stanca?! E sfoga tutto su di me.

E allora non farci caso!

Non far caso al fatto che mi chiamano estranea nella mia stessa casa? Vittorio, ma ti senti?

Vittorio si passò una mano sulla nuca, un gesto che faceva sempre quando non sapeva cosa dire.

Bianca, dove vuoi andare? Siamo una famiglia. Abbiamo una figlia.

Proprio per questo me ne vado. Non voglio che Lisa senta sua madre umiliata!

Chi ti umilia? Mamma ha espresso la sua opinione.

La sua opinione? Bianca smise di sistemare le cose e lo fissò. Vittorio, mi ha tolto il cibo! Mi ha chiamata estranea! Questa è unopinione?

Beh forse è stata un po dura. Ma sai comè, mamma ha tirato su la famiglia da sola. Papà è morto giovane, ha cresciuto me e mio fratello. È abituata a controllare tutto.

E allora io devo sopportare il suo controllo per tutta la vita?

Vittorio si sedette sul bordo del letto e le prese le mani.

Bianca, non litighiamo. Io parlerò con mamma, le spiegherò.

Cosa le spiegherai? Che sono una persona anchio? Che ho dei sentimenti?

Certo. Le dirò di non essere sgarbata.

Bianca scosse la testa.

Vittorio, non è questione di sgarbataggine. Il punto è che tua madre non mi accetta! E tu lo sai.

Mamma ha solo bisogno di tempo

Cinque anni non bastano?! Quanto ancora devo aspettare?

Dalla cucina arrivò la voce di Rosa Maria:

Vittorio! Vieni a cena! Si raffredda tutto!

Vittorio si alzò.

Andiamo, ceniamo normalmente. Poi ne parliamo.

No, grazie. Non ho più fame.

Lui esitò, poi se ne andò. Bianca lo sentì parlare con la madre in cucina, ma non capiva le parole. Le voci si alzavano e si abbassavano.

Prese il telefono e chiamò sua madre.

Mamma? Sono io. Possiamo venire da te per qualche giorno?

Certo, cara. Che è successo?

Te lo dico dopo. Partiamo ora.

Bene. Ho fatto il minestrone, ce nè per tutti.

Bianca sorrise senza volerlo. Sua madre diceva sempre “ce nè per tutti”. Mai avaro con le porzioni, mai a contare i bocconi.

Lisa era felice di andare dallaltra nonna. Chiacchierò per tutto il viaggio in autobus, raccontando delle sue bambole e dei suoi piani per il giorno dopo.

Mamma, perché papà non viene con noi? chiese la bambina quando furono quasi arrivati.

Papà lavora, tesoro. Verrà dopo.

La madre la accolse sulla porta con un sorriso grande. Lucia era lopposto di Rosa Maria dolce, gentile, sempre pronta ad aiutare.

Quanto mi sei mancata! Prese la piccola

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